Aspettando Sanremo 2026. I nomi e gli pseudonimi dei cantanti

Sanremo 2026/©Unsplash Sanremo 2026/©Unsplash

Magazine, 01/12/2025.

L’attesa è finita. Con lo svelamento, sembra piuttosto sofferto (per i molti rifiuti ricevuti, si dice) dell’elenco dei 30 (non 26, come previsto in un primo momento: in arrivo serate ipertrofiche, a beneficio di pubblicitari e discografici) cantanti della categoria dei cosiddetti Big (cui si aggiungeranno 2+2 esordienti selezionati da Sanremo Giovani e Area Sanremo), Carlo Conti nel TG1 delle 13.30 di domenica (d’Avvento) ha percorso la prima tappa della lunga marcia di avvicinamento all’edizione n. 76 del Festival della Canzone Italiana [ancora] di Sanremo, che si terrà (in ritardo sulle date consuete per evitare la coincidenza con le Olimpiadi invernali di Milano-Cortina) dal 24 al 28 febbraio 2026.

La primissima impressione è che il direttore artistico non abbia voluto (o potuto) allontanarsi troppo dal suo stesso format dell’anno scorso e da quello del quinquennio governato da Amadeus: un mix di vecchie glorie, di presenze nei Festival precedenti, di “figli dei talent” (la grande maggioranza dei più giovani), di un certo numero di (t)rapper campioni di followers sui social, di pochi cantautori, indie o meno, e di ancor meno gruppi; la “quota rosa” è di 10 donne su 30, ancora troppo ridotta. Qui però ci interessa concentrare l’attenzione sui nomi (o nomi d’arte, nicknames o più precisamente stage names) delle e dei cantanti: una sorta di onomastica sanremese, che si può grosso modo articolare in quattro grandi categorie (quest’anno mancano i nomi d’arte consistenti nel solo nome o nel solo cognome).

Nomi e cognomi anagrafici

Come succede da tempo, i cantanti che gareggeranno col proprio nome e cognome anagrafico sono ormai in minoranza (un terzo circa). Si tratta di Elettra Lamborghini (31, Bologna: un cognome che è di per sé un brand, e che come secondo nome di battesimo sfoggia Miura, denominazione taurina di un noto modello di supercar); del cantautore e chitarrista livornese (38) Enrico Nigiotti; dell’ormai veterano Ermal Meta (44, albanese naturalizzato italiano); di Marco Masini (61, Firenze), secondo elemento della coppia (non inedita a Sanremo) con Fedez; di [Pier] Francesco Renga (57, Udine, al suo decimo Festival); del figlio e nipote d’arte Leo Gassmann (27, Roma: la seconda n del cognome fu aggiunta dal celebre nonno); di Malika Ayane (41, Milano, di padre originario del Marocco); di Michele Bravi (30, Città di Castello PG); di Serena Brancale (36, Bari: cognome diffuso anche a Napoli e nel Potentino); dell’ex frontman del gruppo Thegiornalisti Tommaso Paradiso (42, Roma: che può sembrare uno pseudonimo, ma che si trova nelle province di Matera, Bari, Taranto, Foggia e altrove).

Nomi e cognomi semianagrafici

Si possono classificare così quei nomi che presentano almeno un segmento (il primo o il secondo) del nome e cognome ufficiali. È il caso del rapper e produttore Dargen D’Amico (45, Milano), che di nomi di battesimo fa Jacopo Matteo Luca: Dargen (con univerbazione e apocope) fa riferimento a Corvo d’Argento, un nickname che l’artista usava durante le sue prime sfide di freestyle, a sua volta ispirato al libro-game Il mistero del corvo d’argento. Raf (66, Margherita di Savoia BT), che potrebbe anche rientrare nella categoria dei soli nomi di battesimo, quest’anno assente, è ipocoristico (diminutivo) di Raffaele con cognome Riefoli. Tredici Pietro (28, Bologna), altro figlio d’arte, è lo pseudonimo scelto da Pietro Morandi: tredici, si apprende, è il numero dei suoi amici del cuore.

Nomi d’arte trasparenti

Si possono definire “trasparenti” quei nomi d’arte che rivelano un legame, formale o semantico, più o meno esplicito, con il nome e/o cognome anagrafico. Come quelli della categoria successiva, è un numero in continua crescita, specialmente nel mondo rap e trap, secondo il modello anglosassone. Eddie (anglicizzazione di Edoardo) Brock è il tiktoker romano (28) Edoardo Iachi, diventato famoso sul web con un solo brano, Non è mica te (10 mln di visualizzazioni su Spotify): Eddie Brock è un eroe dei comics Marvel (e lo zio di Edoardo è un fumettista). Il controverso Fedez (36, Milano), quest’anno ancora in coppia con Marco Masini, proviene dal primo nome di Federico Leonardo Lucia. Fulminacci è lo pseudocognome scherzoso, per assonanza, del cantautore romano (28) Filippo Uttinacci. LDA, in coppia con Aka 7even, è l’acronimo di un terzo figlio d’arte nella rassegna canora: il giovanissimo napoletano (22) Luca D’Alessio, figlio di Gigi. Altro (noto) rapper e producer napoletano (44), Luchè, si chiama in realtà Luca Imprudente. Mara Sattei (30, Roma, è la sorella del noto trapper ThaSup[reme], alias Davide Mattei), si è limitata a scambiare le iniziali del suo nome e cognome, Sara Mattei. Sal Da Vinci (56, New York) accorcia, secondo l’uso italoamericano, il suo vero nome, Salvatore Michael Sorrentino. E il (t)rapper italo-tunisino Sayf (26), membro del gruppo Genovarabe, che mescola nativi e immigrati di seconda generazione, è un perfetto esempio di plurilinguismo, visto che si chiama Adam Sayf Viacava: di fatto, l’unico genovese tra i Big.

Nomi d’arte opachi

Sono “opachi” quei nomi d’arte, di non immediata motivazione, che non si spiegano senza un riferimento alla biografia (o alle dichiarazioni) del portatore, e che costituiscono il gruppo più numeroso dei cantanti (non solo giovani o giovanissimi) in gara a Sanremo 2026. Perché, per cominciare, la già vincitrice di un Sanremo, Rosalba Pippa (43, nata a Genova ma lucana d’origine) ha scelto di cambiare il suo non felicissimo cognome in Arisa? Lo ha spiegato lei stessa: Arisa è l’acronimo dei membri della sua famiglia, padre, lei, le sorelle e la madre, vale a dire Antonio, Rosalba, Isabella, Sabrina, Assunta. Le Bambole di Pezza è, per antifrasi, il nome beffardo del gruppo di punk rock al femminile formato da (altri nickname!) Cleo, Morgana, Dani, Xina, Kaj. E Chiello, al secolo Rocco Modello (26, Venosa PZ) ha ereditato il nome da un altro cantante, di nome (forse) Occhiello. Ironico lo stage name di Margherita Carducci (28, Roma), che ha messo il Ditonellapiaga (univerbazione), come si faceva chiamare su Instagram. In J-Ax (Alessandro Aleotti, 53, Milano), già noto esponente (con DJ Jad) dello storico gruppo Articolo 31, J sta per Joker (il suo “cattivo” preferito) e Ax è la riduzione del suo nome di battesimo. Aka 7even (Luca Marzano, 26, Vico Equense NA), parte del duo con LDA, nasce dall’acronimo per also known as, cioè “anche conosciuto come”, per indicare che si tratta di uno pseudonimo, più la forma alfanumerica leet speak con riferimento all’età in cui fu colpito da una dolorosa malattia. La cantautrice Claudia Lagona (38, Caltagirone CT) si chiama Levante come il soprannome, ispirato al film Il ciclone, datole per scherzo da un’amica. La coppia (anche nella vita) di cantautori Letizia Cesarini (38) e Giovanni Imparato (43) ha scelto come nomi d’arte rispettivamente Maria Antonietta (come il personaggio storico) e Colombre (come il titolo di un racconto di Dino Buzzati). Nayt (con trascrizione fonetica semplificata) è probabilmente un riferimento al cognome del rapper di Isernia (31) William Mezzanotte. Un altro hip hopper, Gennaro Amatore (27, Mugnano di Napoli) ha mantenuto il soprannome Samurai Jay datogli da un amico. Per finire, la veterana del Festival, Nicoletta Strambelli (77, Venezia), che da quando era la “ragazza del Piper” ha scelto di chiamarsi Patty Pravo, un po’ per assonanza con bravo, un po’ con riferimento al movimento alternativo olandese dei provos. E portando per sempre con sé la cifra della provocazione.

*Lorenzo Coveri ha insegnato come professore ordinario Linguistica italiana all'Università di Genova ed è accademico corrispondente dell'Accademia della Crusca. I suoi temi principali di ricerca riguardano la dialettologia ligure e la sociolinguistica dell'italiano contemporaneo, con particolare attenzione alla comunicazione giovanile e alla linguistica dei media (cinema, radiotelevisione, canzone). Da anni si occupa dell'analisi linguistica dei testi delle canzoni del Festival di Sanremo.

Di Lorenzo Coveri*

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