Coronavirus, Conte: «Misure fino al 3 maggio». Cosa riapre e novità del decreto

facebook.com/GiuseppeConte64

Magazine, 10/04/2020.

Come previsto, le misure restrittive anti Coronavirus sono state prorogate fino a domenica 3 maggio 2020 (originariamente sarebbero dovute scadere il giorno di Pasquetta, lunedì 13 aprile). «Una decisione difficile ma necessaria di cui mi assumo tutte le responsabilità politiche», ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa a Palazzo Chigi annunciando il nuovo Dpcm. Conte ha anche ricordato come la tutela della salute dei cittadini sia al primo posto.

Il lavoro per la fase 2, quello della convivenza con il Coronavirus, è già partito e l'auspicio è quello di ripartire con cautela e gradualità dopo il 3 maggio. «Ma dipenderà dai nostri sforzi», ricorda il Premier, «servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro». Si osserverà la pandemia giorno per giorno, potendo valutare se aprire alcune attività produttive prima della fine del nuovo lockdown (con tutte le condizioni di sicurezza).

Ancora, vietato dunque uscire di casa e spostarsi da un comune all'altro (se non per comprovati motivi di salute o di lavoro e sempre muniti di autocertificazione). Le misure restrittive riguardano anche le attività produttive, con alcune deroghe. Da martedì 14 aprile riaprono cartolibrerie, librerie e anche negozi di abbigliamento per neonati e bambini. E poi studi professionali, lavanderie, macchine per la distribuzione delle bevande e servizi di pompe funebri. Via libera anche al taglio dei boschi (l'elenco completo si avrà solamente con la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale). Altra novità è la nascita di una task force formata da economisti, giuristi, scienziati e sociologi, con il compito di guidare la ricostruzione del paese. Alla guida della task force Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone.

Infine le parole di Conte su Europa e Mes. «Le proposte dell'Eurogruppo sono un primo passo verso una risposta europea: Gualtieri ha fatto un gran lavoro, ma è un primo passo che l'Italia, e su questo siamo pienamente d'accordo con il ministro dell'economia, giudica ancora insufficiente. Il Mes esiste dal 2012, non è stato istituito ieri o attivato la scorsa notte come falsamente e irresponsabilmente dichiarato da Salvini e Meloni. Questo governo non lavora col favore delle tenebre: guarda in faccia gli italiani e parla con chiarezza. La lotta per gli eurobond, la farò al Consiglio dell'Ue», sottolinea il premier.

Poi conclude: «non firmerò sino a quando non avrò un ventaglio di strumenti adeguato alla sfida che stiamo vivendo, che non riguarda l'Europa e tutti gli stati membri. Sono convinto che con la nostra tenacia e la forza della ragione riusciremo a convincere tutti».

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi della tua città, iscriviti gratis alla newsletter