Emilio Isgrò, nella metropolitana di Brescia un monumentale omaggio alla Vittoria Alata

Alessandra Chemollo

Brescia, 27/10/2020.

In occasione del ritorno a Brescia dopo due anni di restauro della Vittoria Alata, una delle più straordinarie statue in bronzo di epoca romana e simbolo della città, Emilio Isgrò ha realizzato un’opera site specific  pensata per la parete nord della fermata Stazione Fs della Metropolitana di Brescia (viale della Stazione 36), che si pone come nuova porta d’ingresso alla città, simbolo dell’accoglienza.

L’artista siciliano ha realizzato Incancellabile Vittoria, una monumentale installazione di circa 200 mq, composta da 205 pannelli di fibrocemento fresati, il cui soggetto presenta la sagoma della Vittoria Alata che si eleva dalle cancellature tipiche della cifra espressiva più caratteristica di Isgrò, che hanno dato origine a uno dei più originali linguaggi dell’arte contemporanea del secondo dopoguerra. L'Incancellabile Vittoria di Emilio Isgrò è stata inaugurata martedì 27 ottobre 2020, mentre il ritorno della statua nel Capitolium di Brescia è fissata per venerdì 20 novembre 2020. Le due Vittorie puntano così a fare da trait-d’union tra due templi della città: di Brescia quello classico del Capitolium, all’interno del rinnovato sito museale archeologico di Brescia con allestimento curato da Juan Navarro Baldeweg, e quello della stazione ferroviaria dell’alta velocità e della metropolitana, emblema della modernità.

Donata da Emilio Isgrò alla città, Incancellabile Vittoria va così ad arricchire il patrimonio artistico di Brescia, in linea con lo sviluppo dei progetti di arte contemporanea gestiti dalla Fondazione Brescia Musei per conto del Comune di Brescia, che hanno visto negli anni una collaborazione importante da parte del Gruppo Brescia Mobilità e della metropolitana, dove già sono presenti le installazioni di Marcello Maloberti e Patrick Tuttofuoco. La silhouette della dea romana, tratteggiata di colore rosso e riconoscibile dalle ali e dalla posizione alzata delle braccia, emerge da una più ampia griglia composta da cancellature nere su un brano tratto dall’Eneide di Virgilio, poeta classico che queste zone ha certamente frequentato per essere nato in ambito mantovano, non molto distante da Brescia, e autore del capolavoro letterario che racconta la fondazione di Roma, la sua grandezza e quella del suo impero di cui Brixia (l’antica Brescia) fu una delle città più importanti. Le cancellature sono state operate in profondità, oltre che con livelli differenti rispetto alle lettere del testo. In questo modo è stato ottenuto un effetto di chiaroscuro tipico del bassorilievo scultoreo.

Così come nel 1826 il ritrovamento della statua bronzea, ben presto diventata il simbolo della città di Brescia, aveva avuto il merito di compattare e rafforzare lo spirito di unità nazionale che si esplicitò durante i moti anti-austriaci del 1848, allo stesso modo, l’inaugurazione di questa opera ha il dichiarato obiettivo instillare un messaggio di forza per una coraggiosa ripartenza dopo il periodo complicato dell'emergenza Coronavirus.

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