Il capolavoro protagonista dell’esposizione è il disegno del Sacrificio di Isacco, realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, apparso un’unica volta in mostra dopo il restauro del 2017 che ha permesso di ritrovare l’immagine delineata dall’artista sul verso del foglio. Il capolavoro è custodito presso la Fondazione Casa Buonarroti (inv. 70 F), che - così come lo scorso anno era stato per i Musei Vaticani con il Beato Angelico - è partner di questa edizione di Capolavoro per Lecco.
Il foglio autografo di Michelangelo parte dai precedenti rinascimentali - in particolare dalSacrificio di Isaccoscolpito da Donatello per l’opera del Duomo di Firenze - e ne amplifica la portata drammatica sia attraverso il serrato dialogo tra Abramo e l’angelo sia per mezzo della torsione dei corpi. L’opera, databile intorno al 1530, rivela una fase matura dell’attività del grande artista e sembra preannunciare il movimento tormentato del Giudizio finale nella Cappella Sistina. Il tratto avvolgente del disegno, pienamente leggibile nonostante qualche ripasso più tardo, rivela l’intrinseca qualità del segno creativo di Michelangelo.
Il foglio michelangiolesco, inoltre, risulta particolarmente importante per la presenza di un’immagine dello stesso soggetto sul verso, che solo il restauro ha permesso di ritrovare, quando nel 2017 è stato rimosso il controfondo che lo nascondeva. Il disegno scoperto sul verso è un rapido e potente schizzo a matita nera realizzato dall’artista girando il foglio e, attraverso l’osservazione ravvicinata di entrambe le facce, è possibile leggere il succedersi dei due disegni. L’immagine delSacrificio d’Isacco non risulta essere uno studio propedeutico per la realizzazione di opere con tale soggetto, ma ciò non impedì allo schema iconografico michelangiolesco, probabilmente apprezzato per il suo potenziale drammatico, di venire ripreso dagli artisti successivi.
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