Dal 5 dicembre 2023 al 3 marzo 2024 al primo piano del Palazzo delle Paure, in piazza XX Settembre a Lecco, appuntamento con l’edizione 2023 dell’evento espositivo Capolavoro per Lecco dal titoloIl mistero del Padre: il segno di Michelangelo.
La mostra presenta il disegno del Sacrificio di Isacco, realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, il dipinto di Giuseppe Vermiglio Sacrificio di Isacco e le copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti del medesimo soggetto.
Cuore di questo evento - con l'obiettivo di offrire a tutti l’occasione per un incontro con il mistero della salvezza attraverso la bellezza di un capolavoro dell’arte italiana - è quest’annola riflessione sul tema della centralità della paternità di Dio nel Natale. La riflessione prenderà spunto da un soggetto - il Sacrificio di Isacco (Genesi 22) - che fa da ponte di collegamento tra il mistero del Natale e il mistero della Pasqua: Gesù Cristo che nasce a Betlemme è il nuovo Isacco. Anche in termini artistici la vicenda di Abramo e di suo figlio Isacco è occasione pressoché unica di raffigurare un evento contro natura - il padre che accetta di sacrificare il figlio per volere di Dio - scongiurato dall’intervento di Dio stesso solo un istante prima della catastrofe. I drammi del padre e quello del figlio nell’interpretazione artistica si traducono in un groviglio di emozioni che si dipanano con i tempi dati dalla narrazione biblica.
Il capolavoro protagonista dell’esposizione è il disegno del Sacrificio di Isacco, realizzato da Michelangelo Buonarroti intorno al 1530, apparso un’unica volta in mostra dopo il restauro del 2017 che ha permesso di ritrovare l’immagine delineata dall’artista sul verso del foglio. Il capolavoro è custodito presso la Fondazione Casa Buonarroti (inv. 70 F), che - così come lo scorso anno era stato per i Musei Vaticani con il Beato Angelico - è partner di questa edizione di Capolavoro per Lecco.
Il foglio autografo di Michelangelo parte dai precedenti rinascimentali - in particolare dalSacrificio di Isaccoscolpito da Donatello per l’opera del Duomo di Firenze - e ne amplifica la portata drammatica sia attraverso il serrato dialogo tra Abramo e l’angelo sia per mezzo della torsione dei corpi. L’opera, databile intorno al 1530, rivela una fase matura dell’attività del grande artista e sembra preannunciare il movimento tormentato del Giudizio finale nella Cappella Sistina. Il tratto avvolgente del disegno, pienamente leggibile nonostante qualche ripasso più tardo, rivela l’intrinseca qualità del segno creativo di Michelangelo.
Il foglio michelangiolesco, inoltre, risulta particolarmente importante per la presenza di un’immagine dello stesso soggetto sul verso, che solo il restauro ha permesso di ritrovare, quando nel 2017 è stato rimosso il controfondo che lo nascondeva. Il disegno scoperto sul verso è un rapido e potente schizzo a matita nera realizzato dall’artista girando il foglio e, attraverso l’osservazione ravvicinata di entrambe le facce, è possibile leggere il succedersi dei due disegni. L’immagine delSacrificio d’Isacco non risulta essere uno studio propedeutico per la realizzazione di opere con tale soggetto, ma ciò non impedì allo schema iconografico michelangiolesco, probabilmente apprezzato per il suo potenziale drammatico, di venire ripreso dagli artisti successivi.
In mostra accompagnano il disegno di Michelangelo altre tre opere di analogo soggetto: la seicentesca tela del Sacrificio di Isacco dipinta da Giuseppe Vermiglio e le copie in bronzo delle due formelle a rilievo create nel 1401 da Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti. Le copie delle due formelle, con cui i due massimi artefici del primo Rinascimento fiorentino parteciparono al concorso indetto dall’Arte della Seta o di Calimala per affidare la realizzazione della porta nord del Battistero, esemplificano la varietà di soluzioni figurative che gli artisti seppero trarre dalla sostanziale fissità e inalterabilità del tema dato. È proprio con quel concorso in apertura del XV secolo che si fa iniziare il primo Rinascimento fiorentino. Dunque tali opere rappresentano il punto di origine, ma anche la soglia da oltrepassare da parte dello stesso Michelangelo. Per mezzo delle due repliche esposte in mostra i visitatori possono cogliere le differenze dei due artisti nella dinamica dei gesti decisivi compiuti dai personaggi. Per il Ghiberti la fluida danza delle forme squisite media e riassorbe l’orrore; per il Brunelleschi la narrazione assume toni concitati grazie alla ritmica angolosa e spezzata della formella. In questa seconda opera, infatti, è presente un nodo di mani che stringono e fermano, trasmettendo forti cariche emotive e rendendo palesi i sentimenti con un’eloquenza didascalica e perfino un po’ plebea, che solo Caravaggio oserà replicare.
Infine in mostra è presente anche una delle tele raffiguranti ilSacrificio di Isacco del pittore milaneseGiuseppe Vermiglio. Se in quelle prime variazioni sul tema delSacrificio di Isaccoil Vermiglio rivela una stretta dipendenza dai modelli del Merisi, nei dipinti di analogo soggetto databili agli anni Venti del Seicento, quando il Vermiglio ritorna a Milano, il pittore elabora invece una concezione compositiva di sapore classicistico. IlSacrificio di Isaccodella Fondazione Gastaldi Rotelli presente in mostra appartiene a questo secondo gruppo di opere, come si evince dalla regia compositiva calibrata, suggerita in particolare dalla bilanciata e centrale figura dell’angelo. Anche il dialogo ravvicinato tra l’accigliato Abramo e il messaggero divino dal volto idealizzato sembra aver perso il concitato fervore espressivo caravaggesco in favore di una didascalica intonazione devozionale. L’opera del Vermiglio testimonia, pertanto, uno degli obiettivi fondamentali delle direttive didattiche proposte dalle Accademie del terzo decennio del Seicento: il ripristino di una più rigorosa osservanza dei contenuti devozionali unita all’introduzione di una nuova disciplina figurativa basata sullo studio della scultura classica e dei modelli dei grandi maestri del Cinquecento.
L’allestimento dell’evento espositivo è stato progettato da Susanna De Maron, Laura Polo d’Ambrosio e Giorgio Melesi per accompagnare il visitatore all’opera attraverso un percorso sviluppato nel cromatismo dello spazio espositivo. Una traccia che nei diversi incontri introduce da subito all’opera di Michelangelo; un insieme di colore (la lacca di garanza, colore che è stato scelto per esprimere la passione e l’inquietudine spirituale dell’uomo Michelangelo) solcato dalla sola luce che orienta l’incedere. Il percorso guida il visitatore alla progressiva scoperta delle opere e lo accompagna ad una graduale immersione nella riflessione sul tema proposto, alternando momenti di racconto da parte dei ragazzi, ad altri di approfondimento e di contemplazione personale. L'ideazione del percorso espositivo è delloStudio di ArchitetturaMelesi, realizzato daPk Studio.
La mostra è visitabile nei seguenti orari di apertura: martedì dalle 10.00 alle 14.00; mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 18.00; giovedì dalle 10.00 alle 21.00; lunedì chiudo. Aperture straordinarie: lunedì 5 dicembre dalle 14.00 alle 18.00; martedì 6 dicembre dalle 10.00 alle 18.00; sabato 24 dicembre dalle 10.00 alle 18.00; lunedì 26 dicembre e sabato 31 dicembre dalle 14.00 alle 18.00; domenica primo gennaio dalle 14.00 alle 18.00; lunedì 25 dicembre chiuso. Biglietti 2 euro.