Covid, movida sotto accusa e nuove regole per chi torna dalle vacanze all'estero

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Magazine, 13/08/2020.

Forse il messaggio che è stato dato nelle scorse settimane era sbagliato, forse la troppa voglia di libertà dopo i mesi di lockdown ha scatenato le masse più di quanto si poteva prevedere. Fatto sta che molti si stanno comportando come se il Covid fosse solo un lontano ricordo, infischiandosene delle mascherine e del distanziamento sociale. Eppure il Coronavirus è ancora tra noi, anche nel pieno dell'estate. Lo dimostrano i sempre maggiori casi di infettati in Italia e (per adesso) soprattutto in Europa: una situazione che al momento non pare critica ma che potrebbe diventarlo se si dovesse andare avanti di questo passo.

Dopo aver prorogato al 7 settembre 2020 le misure precauzionali minime per contenere la diffusione del Coronavirus (Dpcm del 7 agosto 2020), sono in arrivo nuove strette da parte del Governo. Sotto accusa è principalmente la movida, specialmente nelle località baleari e turistiche prese d'assalto in questi giorni, con locali e discoteche che non garantirebbero il divieto di assembramento. Nuove regole in tal senso non sono ancora state ufficializzate, anzi Governo e Regioni sarebbero al momento lontani da un accordo: il primo spinge per maggiori controlli e restrizioni, anche in vista della prossima riapertura delle scuole, mentre le seconde (per lo meno, alcune) sono contrarie a imporre ulteriori limitazioni.

Le nuove regole che invece sono effettivamente in vigore dal 13 agosto 2020 (valide, salvo nuovi decreti, fino al 7 settembre 2020) riguardano i rientri dai viaggi all'estero, sia per vacanza che per lavoro. Le norme sono contenute nell'ordinanza del Ministero della Salute del 12 agosto 2020, emanata pochi giorni dopo i diversi casi di contagio di giovani italiani rientrati infetti da vacanze oltre confine. Nell'ordinanza è reso obbligatorio il tampone per chi entra in Italia da quattro paesi considerati a rischio: Croazia, Grecia, Malta e Spagna.

L'ordinanza riguarda le persone che abbiano soggiornato o solo transitato in Croazia, Grecia, Malta e Spagna nei 14 giorni prima di entrare in Italia. Queste persone hanno due alternative: o presentare ai controlli frontalieri il risultato negativo di un tampone effettuato nelle 72 ore precedenti; oppure sottoporsi a un tampone all'arrivo in Italia, entro 48 ore dall'ingresso nel paese (sono validi anche i cosiddetti tamponi veloci in aeroporto). Anche se asintomatici, tutti i cittadini rientrati dai quattro paesi in questione hanno l'obbligo di comunicare il proprio ingresso in Italia alle aziende sanitarie territoriali di riferimento.

Oltre a ciò, si aggiunge un nuovo stato nella lista dei paesi da cui è vietato l'ingresso in Italia. L'elenco comprendeva già Armenia, Bahrein, Bangladesh, Bosnia Erzegovina, Brasile, Cile, Kosovo, Kuwait, Macedonia del Nord, Moldova, Montenegro, Oman, Panama, Perù, Repubblica Dominicana e Serbia. La new entry è la Colombia.

Di Luca Giarola

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