Sabato 5 aprile 2024 alle ore 20.30 il Teatro Ponchielli di Cremona (corso Vittorio Emanuele II 52) ospita lo spettacolo Re Chicchinella, scritto e diretto da Emma Dante.
Si tratta del terzo spettacolo firmato da Emma Dante e adattato da una fiaba della celebre raccolta di novelle in lingua napoletana Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerelle, , che Giambattista Basile creò nel 1634. Dopo La Scortecata e Pupo di zucchero, la regista conclude il progetto con cui ha attraversato l’immaginifico universo dello scrittore campano: un’altra favola per raccontare la profondità dell’animo umano tramite il gioco e l’ornamento della poesia barocca.
Protagonista della vicenda è un re, che, tornando felice da una battuta di caccia, viene colto da un bisogno corporale e commette il tragico errore di impiegare, per pulirsi le terga, un animale che crede morto, una gallina accisa de frisco, con le piume morbide e setose. Ma la gallina, tutt’altro che defunta, si incolla al didietro del sovrano e gli risale su per le viscere, tra le sue urla disperate e lo sgomento dei servitori. Non potendo più resistere al dolore e vedendo buttate al vento le fatiche dei servi, il re si fa condurre al palazzo reale, dove medici e luminari tentano ogni rimedio, spalmando unguenti e adoperando strumenti di tutti i generi. Ma non c’è niente da fare e, con il passare dei mesi, la gallina prende definitivamente alloggio dentro il malcapitato, divorando tutto quello che mangia e facendogli espellere uova d’oro.
Re Chicchinella racconta la storia di un sovrano malato, solo e senza più speranze, circondato da una famiglia anaffettiva e glaciale che ha un solo interesse: ricevere da lui un uovo d’oro al giorno. L’animale vive e si nutre dentro di lui, divorando lentamente le sue viscere. L’uomo, ridotto come un vegetale, si sforza di partecipare ai rituali della vita di corte, finché non scopre che, per il mondo, lui e la gallina sono la stessa cosa. Allora, in risposta alla Regina e alla Corte che ogni giorno attendono lo cacatorio di uova d’oro, il re decide di lasciarsi morire di fame. Dopo tredici giorni d’inedia, Re Carlo III d’Angiò, re di Sicilia e di Napoli, principe di Giugliano, conte d’Orleans, visconte d’Avignon e di Forcalquier, principe di Portici Bellavista, re d’Albania, principe di Valenzia e re titolare di Costantinopoli, entra nella sua nuova esistenza e, appollaiato sul trono, riceve il plauso di tutta la Corte.
Lo spettacolo - in napoletano e con scene di nudo integrale - è interpretato da Carmine Maringola (re), Annamaria Palomba (regina), Angelica Bifano (principessa), Davide Mazzella e Simone Mazzella (paggi), Stephanie Taillandier (dama d’onore), Viola Carinci, Davide Celona, Roberto Galbo, Enrico Lodovisi, Yannick Lomboto, Samuel Salamone e Marta Zollet (dame di corte), Samuel Salamone (dottore), Viola Carinci e Marta Zollet (infermiere) e Odette Lodovisi (gallina).