Gita a Pavia, cosa vedere? L'itinerario dal Ponte Coperto ai cortili dell'Università, dal Castello Visconteo a Borgo Ticino

Margherita Barone

Pavia, 08/09/2022.

Lungo le sponde del fiume Ticino, nella zona sud-ovest della Lombardia, sorge Pavia. Una città dalle origini antichissime, le cui vie, chiese e palazzi raccontano ancora oggi il glorioso passato: furono infatti i romani a dare origine alla città, attratti dalla possibilità di sfruttare le acque del fiume Ticino, chiamandola per questo Ticinum e facendola diventare uno dei principali centri della celebre via Francigena verso Roma. Ma la storia di Pavia non si ferma qui, perché dopo la dominazione romana la città fu addirittura capitale del Regno longobardo per due secoli, cambiando il suo nome in Papia, e capitale del Regno Italico dal 774 al 1204. Dal 1365 al 1461 poi divenne la dimora della corte viscontea, come testimoniato dalla presenza del bellissimo castello Visconteo alle porte del centro storico cittadino.   

Tra le vie di Pavia poi hanno camminato personaggi storici del calibro di Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, così come tanti sono stati gli ospiti illustri nella splendida università cittadina, tra le più antiche d'Italia. Infatti furono docenti presso l’ateneo pavese Alessandro Volta e Lazzaro Spallanzani, i letterati Ugo Foscolo e Vincenzo Monti, così come i premi Nobel Camillo GolgiGiulio Natta e Carlo Rubbia. Rimanendo poi sempre in ambito scientifico la città ospitò, durante la primavera e l’estate del 1895, un’allora sedicenne Albert Einstein.  

Insomma Pavia si rivela essere una città dal grande patrimonio storico, tra i principali centri culturali della Lombardia. Iniziando un itinerario alla scoperta delle bellezze storiche-architettoniche del capoluogo di provincia lombardo, dunque, non si può non iniziare da piazza Vittoria. Cuore pulsante della città collega le due strade principali del centro storico strada Nuova e corso Cavour, in epoca romana i cosiddetti cardo e decumano. La piazza ha una forma rettangolare ed è chiusa sul fondo dal palazzo del Broletto, luogo di origine medioevale e anticamente sede del Comune. Oggi ospita lo Iuss (Istituto Universitario Studi Superiori) ed è utilizzato come spazio culturale per eventi di ogni genere. Sulla sua facciata è ammirabile inoltre la statua della cosiddetta Madonna di piazza Grande e alle sue spalle si ha una suggestiva visuale dell’imponente cupola del Duomo. Tornando però alla piazza, tanti sono i palazzi storici che la circondano, dotati di portici sotto cui sono presenti diversi bar e locali della movida pavese. Un tempo quindi la piazza era la principale sede del marcato cittadino, mentre oggi è luogo di ritrovo per giovani universitari e non.  

Dirigendosi poi verso il palazzo del Broletto è possibile approdare all’adiacente piazza Duomo, dominata dall’imponente Cattedrale di Pavia intitolata a Santo Stefano protomartire e Santa Maria Assunta. La chiesa rinascimentale, con pianta a croce greca, è la più imponente della città ed è celebre in tutta Italia per la sua cupola ottagonale, alta oltre 90 metri e quarta per dimensioni nel nostro paese, alle spalle di quella di San Pietro di Città del Vaticano, del Pantheon di Roma e del Duomo di Firenze. Al suo fianco sono presenti le rovine della Torre Civica crollata tragicamente il 17 marzo 1989, provocando quattro vittime e quindici feriti.

Attraversando la piazza, passando per la vicina piazza Cavagneria, è possibile approdare circa a metà di strada Nuova, la principale via cittadina nonché luogo prediletto per lo shopping e la movida pavese. Percorrendola in discesa, verso il fiume Ticino, si arriva al monumento simbolo della città, il cosiddetto Ponte Coperto. La struttura venne ricostruita dopo i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, che provocarono il danneggiamento e il crollo di un’arcata. Nel 1948 così il Ministero dei lavori pubblici decise di demolire interamente il ponte, per motivi di sicurezza, ricostruendolo totalmente. Tuttavia al suo fianco sono visibili ancora alcuni resti, sia dell’antica struttura romana, sia di quella trecentesca bombardata. Il ponte collega il quartiere di Borgo Ticino, caratterizzato da diverse abitazioni colorate e del tutto caratteristiche, con il centro storico cittadino ed è suggestivo proprio per la sua copertura lungo le cinque arcate che lo compongono.  

Tornando poi indietro, percorrendo dunque Strada Nuova in salita, si approda all’entrata principale dell’Università degli Studi di Pavia, la più antica della Lombardia e tra le prime fondate in Italia. La fondazione ufficiale avvenne nel 1361, per volere di Galeazzo II Visconti su concessione dell’imperatore Carlo IV di Lussemburgo. Tuttavia le prima tracce universitarie a Pavia risalgono all’anno 825, grazie all’imperatore Lotario che fondò la Schola Papiense di diritto, retorica e arti liberali. Come giò accennato, tanti sono stati i docenti illustri che si sono succeduti nelle cattedre dell’ateneo pavese, a testimonianza del suo grande prestigio a livello nazionale e internazionale. Dal punto di vista turistico, poi, è interessante realizzare una passeggiata tra i cortili universitari, visitando anche l’affascinante biblioteca, il museo archeologico, quello di storia naturale e le antichissime aula Scarpa, aula Foscolo e aula Magna.

Nei pressi del palazzo centrale universitario, e precisamente in piazza Leonardo Da Vinci, poi è possibile ammirare le torri medievali di Pavia, costruite tra l’XI e il XIII secolo dalle famiglie nobili della città, come simbolo della loro grandezza e potenza. Oggi ne sono visibili solo alcune ma un tempo erano molte di più, tanto da far sì che Pavia fosse conosciuta come la città delle cento torri. Tornando però su strada Nuova e dando le spalle al Ponte Coperto, si giunge al Teatro Fraschini. Un vero e proprio gioiellino della città, inaugurato nel 1773 e oggi in uso per la classica stagione di spettacoli lirici e manifestazioni teatrali di ogni genere.

Superato il teatro, si può notare la presenza dell’imponente Castello Visconteo. L’antica dimora dei Visconti è dotata di un esteso spazio verde, in cui potersi rilassare o stare in compagnia, così come tra le sue mura è presente un ampio cortile spesso utilizzato per concerti o manifestazioni di cinema all’aperto. Al suo interno attualmente è sede dei Musei Civici cittadini, mentre il piano sotterraneo viene frequentemente adibito a spazio espositivo per mostre artistiche o fotografiche.  

La città di Pavia è dotata di un grandissimo patrimonio artistico e culturale all’interno di moltissime chiese, sparse tra le vie del centro storico. Tra queste non si può non citare la Basilica di San Michele Maggiore, costruita nel periodo longobardo e luogo di incoronazione di diversi re d’Italia, così come quella di San Pietro in Ciel d’Oro, che ospita le spoglie di Sant’Agostino d’Ippona e di San Severino Boezio. Inoltre la Basilica è stata citata da Dante nel canto decimo del Paradiso della Divina Commedia, da Petrarca in una sua lettera a Boccaccio e da quest’ultimo in una delle ultime novelle del Decameron. Tra le altre chiese di grande valore artistico e culturale è possibile nominare la chiesa di Santa Maria del Carmine, esempio di gotico lombardo, quella di San Francesco risalente al 1298, così come quella di San Teodoro, del XII secolo in stile romanico.  

Infine la grande storia di Pavia spesso si intreccia anche con la gastronomia e alcuni piatti tipici, il cui assaggio in una visita al capoluogo lombardo non può mancare. In primo luogo i vini prodotti negli splendidi vitigni delle colline dell’Oltrepò Pavese, come il Barbera, il Bonarda, il Riesling o la Croatina per citarne solo alcuni. Successivamente nella degustazione tipica non può essere assente un assaggio al salame di Varzi, magari tra le fette di un Miccone pavese. Per passare poi ad un delizioso risotto, perché no con pasta di salame e Bonarda, e ad un secondo a base di carne di maiale. Per chiudere poi una fetta della tipica Torta Paradiso, inventata e prodotta da fine Ottocento. Insomma tante sono le attrazioni culturali, gastronomiche e di svago che regala Pavia, città ideale per una gita fuori porta nel fine settimana.  

Di Simone Caravano

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