Magazine, 12/04/2021.
Esce martedì 13 aprile 2021 lo speciale di Meridiani Montagne che celebra, in anteprima, la nascita del Sentiero Italia Cai: una storia italiana lunga e bellissima, nata agli inizi degli anni Ottanta dalla visione sognatrice di un gruppo di camminatori esperti, che ha purtroppo rischiato di finire nel dimenticatoio. A salvarla i soci e i volontari del Club Alpino Italiano che, come per le migliori invenzioni, si sono prodigati per trasformare una idea in un patrimonio collettivo da lasciare alle generazioni future. Il risultato è un tracciato completo, da nord a sud e isole comprese, segnalato e mantenuto con cura: un'autostrada verde, una sorta di Cammino di Santiago italiano lungo 7 mila chilometri con circa 500 tappe in 20 regioni.
Lo speciale di Meridiani Montagna dedicato al Sentiero Italia Cai è un maestoso viaggio a piedi in alta quota, contenente anche una cartina su tre pagine che presenta per la prima volta tutto il sentiero tracciato. Protagonisti del numero sono 12 reportage e 40 tappe, da svolgersi in due massimo 6 giorni, che rappresentano il Best Of con cui inaugurare il Sentiero Italia Cai: dalle Alpi Giulie al Cervino, dal Gran Sasso all'Etna, passando per gli Appennini e approdando nelle isole. D'autore l'introduzione del numero, firmata da Riccardo Carnovalini, uno dei pionieri del Sentiero Italia Cai che in prima persona racconta come ebbe inizio l'idea di percorrere lo stivale a piedi, in modo lento e sostenibile.
Si parte quindi dal Friuli per scendere in Veneto e risalire in Trentino, ci si sposta in Lombardia poi in Valle d'Aosta e in Piemonte, e ancora Emilia Romagna, Umbria e Marche, Abruzzo fin giù in Campania, Sicilia e Sardegna a scoprire i tracciati più nuovi e impervi. Ogni percorso è l'occasione per ammirare panorami mozzafiato grazie ad un suggestivo portfolio di immagini ma anche per incontrare i protagonisti del territorio che in prima persona raccontano le peculiarità della zona e le loro tradizioni, come spiega lo stesso direttore Paolo Paci nel suo editoriale: al centro ci sono «i fiori, gli animali, la geologia fantastica delle nostre montagne. E soprattutto gli abitanti delle Terre Alte, custodi dei territori più autentici e più fragili. Rifugisti che inventano nuovi modelli di ospitalità, guide che vivono il proprio lavoro come una missione, sindaci e operatori che promuovono le economie locali e non si arrendono all'abbandono della montagna, nemmeno al terremoto. Simboli di resilienza e di rinascita».
Una riflessione va anche dedicata all'impatto economico che questo nuovo sentiero, e il turismo sostenibile a lui collegato, può portare agli stessi territori italiani: «siamo consapevoli di essere solo all'inizio di questo straordinario disegno e che molto ancora vi è e vi sarà da fare perché questo inestimabile patrimonio di bellezza, cultura e natura sia mantenuto accessibile e venga sempre più valorizzato, in chiave di montanità», spiega Vincenzo Torti, presidente generale del Cai: «una montanità che significa attenzione per l'ambiente, ma anche per le popolazioni, alle quali assicurare la presenza di un turismo nuovo che, al ritmo della lentezza, voglia andare alla scoperta del nostro paese, dei suoi borghi al pari dei suoi boschi, delle sue tradizioni come pure della sua dimensione enogastronomica».