Addio ad Alberto Bertone, il fondatore di Acqua Sant’Anna

Un evento imperdibile a Cuneo

Alberto Bertone

L’imprenditore piemontese, creatore del colosso di Vinadio, è morto dopo una lunga malattia. Aveva trasformato un piccolo stabilimento nelle Alpi Cuneesi in un gigante da 2 miliardi di bottiglie l’anno

Cuneo, 11/11/2025.

Il Piemonte e il mondo dell’imprenditoria dicono addio a Alberto Bertone, fondatore di Acqua Sant’Anna, scomparso a 59 anni dopo una malattia contro cui combatteva da tempo.
L’annuncio è arrivato in una nota ufficiale dell’azienda, che parla di «immenso dolore per la perdita di un imprenditore straordinario».

Nato a Torino in una famiglia di imprenditori edili, Bertone aveva deciso presto di seguire una strada diversa, scommettendo su un territorio allora poco conosciuto: la Valle Stura di Demonte, nel cuore delle Alpi Marittime cuneesi.

Alberto Bertone: da calciatore a imprenditore

Ex promessa delle giovanili della Juventus, “attaccante dal ginocchio fragile”, come amava raccontare, Bertone aveva trasformato la sua determinazione sportiva in visione industriale.
Scelse Vinadio, paese di meno di 500 abitanti, per costruire da zero il suo sogno imprenditoriale.

Lì, dove già l’imprenditore Dario Osella aveva individuato una fonte dalle proprietà eccezionali, Bertone intuì il potenziale di una risorsa naturale unica.
Con la sua azienda, fondata nel 1996, diede vita a Sant’Anna, marchio destinato a diventare sinonimo di acqua minerale italiana di alta qualità.

Acqua Sant'Anna: un colosso nato in Piemonte

In meno di trent’anni, la sua creatura divenne un colosso da oltre 350 milioni di euro di fatturato, con una produzione di circa 2 miliardi di bottiglie all’anno e una quota di mercato tra il 13 e il 14%.
Lo stabilimento di Vinadio, definito dallo stesso Bertone “una navicella spaziale”, è tra i più automatizzati d’Europa: 20 milioni di bottiglie al giorno, linee robotizzate, efficienza e innovazione continua.

In pochi anni, Sant’Anna superò i grandi marchi storici dell’acqua minerale, restando però 100% italiana e a conduzione familiare, con la famiglia Bertone ancora oggi al 57,5% del capitale.

Innovazione continua e legame con il territorio

Bertone amava dire che “fare soldi con l’acqua non è facile”.
Ogni giorno cercava un’idea nuova: nacquero così le linee con collagene, zinco, aloe vera, i tè freddi e le bevande funzionali.
Sempre con un’attenzione particolare alla sostenibilità, alla purezza della fonte e al rispetto dell’ambiente montano.

Vinadio e la sua sorgente restano oggi un simbolo del Piemonte che innova senza dimenticare le radici.

Una vita segnata dai successi e dal dolore

Dietro al successo industriale, la vita privata di Alberto Bertone fu segnata da molte perdite.

  • Nel 2008 perse il padre Giuseppe, in un incidente stradale a Marene.
  • Nel 2016 morì improvvisamente la moglie Roberta Ruffino, madre del loro figlio ancora piccolo.
  • Nel 2018 un altro lutto colpì la famiglia con la scomparsa di Cristina Menegozzo, moglie del fratello Fabrizio e designer della prima bottiglia Sant’Anna.

Nonostante tutto, Bertone non si fermò mai: «Nella vita come nell’impresa, bisogna sempre rialzarsi», ripeteva spesso.

L’eredità di un imprenditore piemontese

Con la sua visione, Alberto Bertone ha trasformato un piccolo comune montano in un distretto produttivo di eccellenza, esportando il nome del Piemonte in tutto il mondo.
Un esempio di imprenditoria indipendente e coraggiosa, capace di innovare partendo dal territorio.

Oggi Vinadio e l’intero comparto delle acque piemontesi lo ricordano come uno degli ultimi veri self-made man italiani, un imprenditore che ha costruito il proprio successo con ingegno, determinazione e rispetto per la terra che lo ha ispirato.

Di Giulia De Sanctis

Argomenti trattati