Film girati a Genova: ecco 16 titoli da vedere (o rivedere)

Genova, 25/04/2021.

Nel 2020 Genova è diventata ancor più un set cinematografico: ce lo ricorda la Film Commission, che ha segnalato come nell'ultimo anno siano state ben 211 le produzioni avviate. Ma il binomio tra Genova e il cinema in realtà è di lunga durata, dato che fin da prima degli anni '50 registi di tutto il mondo hanno scelto la Superba come ambientazione per i loro film.

Più recentemente Genova si è trasformata in set anche per famose fiction, tra cui ricordiamo Fabrizio De André. Il Principe libero (2017) con Luca Marinelli e Petra con Paola Cortellesi (2020); e ancora per Blanca e per i Sopravvissuti, entrambe girate a Genova, per cui siamo ancora in attesa.

E, se proprio vogliamo dirla tutta, è stata di ispirazione anche per il film d'animazione Luca, l'attesissimo Disney Pixar, ambientato però non a Genova, ma nelle splendide Cinque Terre. Tornando ai film da vedere o rivedere con protagonista Genova, eccone una carrellata (esattamente 15), dal 1949 al 2019. Settant'anni di cinema sotto la luce della Lanterna. Cliccando su ogni singolo link, trama e curiosità sui film. Siete curiosi?

Le mura di Malapaga (Clèment, 1949)

Le Mura di Malapaga è un film del 1949 di René Clément, che racconta la storia di un marinaio (Jean Gabin) sbarcato a Genova, dopo aver ucciso la moglie a Marsiglia, per potersi curare un dente. L'uomo tra i vicoli conosce una bambina, che lo porta a mangiare nella trattoria dove lavora la madre, Marta (Isa Miranda).

Tra la donna e il marinaio nasce un’intesa, di cui la figlia è estremamente gelosa e che la porterà poi a vendicarsi. Gli esterni del film sono le storiche Mura di Malapaga, che si snodano intorno all'antica piazza Cavour. Vi è una scena in cui la coppia si concede una gita domenicale in autobus verso Nervi.

Il film vinse al Festival di Cannes 1949 come miglior regia e migliore interpretazione femminile (per Isa Miranda). Nel 1951, inoltre, l’Oscar come miglior film straniero.

Achtung banditi! (Lizzani, 1951)

Primo film di Carlo Lizzani, Achtung Banditi! è stato girato nel 1951 tra le frazioni di Campomorone, Pontedecimo e altre località della Val Polcevera. Presenta tra gli attori la giovane Gina Lollobrigida e Andrea Cecchi e racconta una vicenda ambientata durante la guerra.

Un gruppo di partigiani, dopo essere scesi a Pontedecimo, decidono di fare rifornimento di armi in una fabbrica. La staffetta incaricata di guidarli nell’impresa viene uccisa dai tedeschi, che vogliono smantellare i macchinari della fabbrica per poterli avviare in Germania.

Operai e partigiani riescono a fare fronte comune e, insieme al successivo intervento degli alpini, riescono a salvare i preziosi macchinari.

Profumo di donna (Arpino, 1974)

Tratto dal romanzo Il buio e il miele (1969) di Giovanni Arpino, Profumo di donna è un film che è stato diretto da Dino Risi nel 1974 e che, al Festival di Cannes del 1974, ha permesso a Vittorio Gassman di vincere il premio per la miglior interpretazione maschile.

Protagonista della vicenda è il capitano in pensione Fausto, rimasto cieco a seguito di un incidente, che decide di recarsi da un suo amico non vedente a Napoli e che, per compiere il viaggio, decide di portare con sé un giovane soldato di leva (Alessandro Momo). Le tappe del viaggio toccano tra le altre città anche Genova, dove il capitano sceglie di passare alcune ore con la prostituta Mirka.

Una volta giunto a Napoli, Fausto viene corteggiato dalla giovane Sara (Agostina Belli), le cui cure inizialmente lo infastidiscono; si rende conto infine di dover fare affidamento su di lei. Nel 1994 fu realizzato il remake diretto da Martin Brest, Scent of a Woman, interpretato da Al Pacino e Chris O’Donnell.

Genova a mano armata (Lanfranchi, 1976)  

Si tratta di un film cosiddetto poliziottesco, ossia appartenente al genere del poliziesco all’italiana, diretto nel 1976 da Mario Lanfranchi. Nonostante la somiglianza di titolo, Genova a mano armata non ha nulla a che fare con Italia a mano armata e Roma a mano armata; racconta infatti le peripezie di un ex poliziotto italo-americano (Tony Lo Bianco), che lascia gli Stati Uniti e il suo posto nella CIA per trasferirsi a Genova e guadagnarsi da vivere come investigatore privato.

L’Americano, così si fa chiamare, viene ingaggiato dalla figlia (Maud Adams) di un grande armatore genovese, il cui padre è stato sequestrato e assassinato; si troverà ad avere a che fare con il commissario Lo Gallo (Adolfo Celi) e con i mafiosi comandati da il Francese e, alla fine delle indagini, scoprirà una disarmante verità.

I titoli di testa si aprono con un primo piano del protagonista in Spianata Castelletto, da dove si può scorgere la vista della città, per poi proseguire, dopo uno zoom sulla Lanterna, con una scena ambientata nei caruggi, dove l’investigatore fa acquisti e mangia un gelato. Dopo qualche minuto, appare sullo schermo la Sopraelevata, in una scena di inseguimento tra automobili.

Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì (Adriano Celentano, 1985)

Adriano Celentano nel 1985 ha scritto, diretto e interpretato Joan Lui – Ma un giorno nel paese arrivo io di lunedì, ultimo dei suoi quattro film e ultimo insieme all’attrice Claudia Mori. Protagonista è appunto Joan Lui (Adriano Celentano), uno sconosciuto predicatore che, dopo essere sopravvissuto a varie perizie ed essere giunto in Italia, si ritrova ad assistere ai gravi problemi della società del tempo, tra cui il rapimento della figlia di un noto industriale. Joan comincia a predicare contro l’ipocrisia e l’edonismo per provare a salvare il mondo; a causa dei giri in cui si trova immischiato, qualcuno prima cerca di corromperlo e poi di ucciderlo. Alla fine lui se ne va, proprio nel momento in cui un terremoto colpisce la città e fa crollare ogni cosa.

Il film fu tra i più costosi del cinema italiano dell’epoca; ingaggiò ballerini direttamente dagli Stati Uniti, che dovettero alloggiare in Italia per ben otto mesi. Le riprese durarono infatti più del previsto, creando disagi e costi ulteriori; si svolsero tra Roma e Genova, con riprese nella zona del Porto e in via Adua. Con grande delusione di Celentano, il film si rivelò purtroppo un fiasco, dato che riuscì a incassare soltanto 7 miliardi di lire, a dispetto dei 20 spesi per la produzione.

Stregati (Nuti, 1986)

Tra i pochi film interamente girati a Genova troviamo Stregati, il terzo film di Francesco Nuti, che dirige e interpreta il ruolo di protagonista in questa commedia del 1986.

Racconta l'imprevista storia d'amore di Lorenzo, disc-jockey notturno genovese che conduce una vita bizzarra e disordinata, e Anna, bellissima ragazza recatasi a Genova solo per comprare l’abito nuziale che dovrebbe indossare al suo imminente matrimonio a Verona. La storia tra i due è intensa, viaggia in bilico tra attrazione e repulsione e finisce per sconvolgere la vita di entrambi.

In questo caso le riprese sono state interamente effettuate all’interno della città di Genova: al Porto mercantile, al Porto petroli, all’area Expo del Porto Antico, in piazza De Ferrari, via XX Settembre, largo Zecca (dove si trova il cinema a luci rosse del padre di Lorenzo), via San Luca e poi Spianata Castelletto, Carignano e nella Circonvallazione a monte.

Padre e figlio (Pozzessere, 1994) 

Padre e figlio è un film diretto da Pasquale Pozzessere nel 1994 e che ha vinto il premio David di Donatello come Migliore fotografia e Miglior montaggio. Narra la vita di Corrado (Michele Placido), meridionale cinquantenne che giunge a Genova negli anni ’60 per poter lavorare come guardiano notturno al porto.

L’uomo non riesce a sopportare il fatto che il suo figlio maggiore, Gabriele (Stefano Dionisi), viva senza prospettive né ideali e cerca così di avviarlo al lavoro in una grande fabbrica genovese.

Il ragazzo si farà licenziare, per dedicarsi a guadagni illeciti, e il padre, pur rendendosi conto delle difficoltà che ci sono tra di loro, deciderà di non perdere le speranze e provare un ultimo tentativo di reale contatto con il figlio.

Agata e la tempesta (Soldini, 2004) 

Il film di Silvio Soldini Agata e la tempesta, prodotto nel 2004, è stato girato in buona parte a Genova, anche se la città non viene mai nominata. Racconta le vicende di Gustavo (Emilio Solfrizzi), un giovane architetto di Genova che, dopo aver scoperto di essere stato venduto appena nato dalla madre a una benestante famiglia genovese, fugge in Emilia-Romagna alla ricerca delle sue radici.

Metterà in discussione tutta la sua vita, i rapporti con sua moglie, ma anche quelli con la sorella Agata (Licia Maglietta), proprietaria di una libreria vicino alla Cattedrale di San Lorenzo. I vari personaggi poi intrecceranno le loro storie e i loro sogni nell’isolata casa ai Lidi di Comacchio, dove vivranno insieme e decideranno di costruire un grande vivaio.

Anche se appunto la città non è esplicitamente nominata, numerosi sono gli evidenti riferimenti alla città di Genova, dove buona parte del film è stata girata, tra cui Chiavari, Recco, piazza De Ferrari e la bandiera della Sampdoria.

Giorni e nuvole (Soldini, 2007)

Sempre di Silvio Soldini è il film del 2007 Giorni e Nuvole, vincitore dei premi David di Donatello, Nastro d’argento e Ciak d’oro per l’interpretazione come Migliore attrice protagonista di Margherita Buy. I protagonisti Elsa (Margherita Buy) e Michele (Antonio Albanese) abitano a Genova in un appartamento di lusso.

Nel momento in cui il marito spiega alla moglie di aver perso il lavoro da tempo, la loro stabile vita viene sconvolta e con essa tutti gli agi a cui i due erano abituati, tra cui la barca e le cene fuori. Costretti a traferirsi in un quartiere popolare, entrambi riescono a mantenersi trovando lavori temporanei. L’uomo, vedendo poi che sia la moglie sia la figlia sono riuscite ad ottenere, a differenza sua, un lavoro vero, cade in depressione e si allontana dalla famiglia.

Numerose sono le riprese al Porto Antico, nella zona dei Magazzini del Cotone, ma anche quelle svolte in zona Campi, in piazzale San Benigno, al Molo Cagni, a villa Carrara e nei vicoli.

Amore che vieni, amore che vai (Costantini, 2008) 

Il film Amore che vieni, amore che vai (2008) di Daniele Costantini è tratto dal romanzo Un destino ridicolo di Fabrizio De André e Alessandro Gennari.

Ambientato nella Genova del 1963, ha come protagonista Carlo (Fausto Paravidino), barista che viene licenziato perché interviene durante un’aggressione in difesa di una prostituta. La donna gli chiede allora di diventare il pappone suo e di altre due colleghe, cosa che lui, dopo qualche difficoltà, accetta.

L’uomo si innamora di una donna, Maritza, e si ritrova poi coinvolto insieme a Salvatore (Filippo Nigro), sardo appena uscito di galera, in un giro malavitoso della zona che lo porterà a rubare merce di contrabbando e rischiare la sua stessa vita.

Genova - Un luogo per ricominciare (Winterbottom, 2009)

Genova - Un luogo per ricominciare è il film drammatico di Michael Winterbottom e con Colin Firth tra i protagonisti, girato a Genova nel 2008. Racconta la difficile storia delle due sorelle Kelly e Mary che, a causa di un gioco che stavano facendo in macchina, furono testimoni di un incidente in cui la madre morì. Il padre (Colin Firth), dopo la morte della moglie, decide di trasferirsi con le figlie a Genova e accettare la cattedra offertagli dall’Università. La crisi della famiglia però peggiora e la sorella minore, Mary, per i sensi di colpa comincia a vedere in ogni angolo e seguire lo spettro della madre.

Rimasta sola a Genova, vaga per il centro all’inseguimento della madre e si ritrova a camminare in mezzo al traffico di via Gramsci, causando numerosi incidenti. La sorella maggiore, arrivata in tempo, riesce a salvare Mary in tempo e a farsi perdonare per averla lasciata sola, permettendo alla famiglia di tornare unita e prepararsi per una nuova vita.

Molte scene della pellicola sono state girate a Genova, in via Balbi e all’interno dell’Università di Genova (il protagonista fa lezione nell’aula Cabella di via Ballbi 5); sono presenti anche scene a Moneglia, a San Fruttuoso, a Santa Margherita Ligure.

Cosimo e Nicole (Amato, 2012) 

Il film Cosimo e Nicole, che ha come protagonisti Riccardo Scamarcio e Clara Ponsot, è stato diretto da Francesco Amato nel 2012 e ha vinto al Festival Internazionale del Film di Roma come Miglior Lungometraggio nella sezione Prospettive Italia.

Al centro della narrazione c’è la storia d’amore dell’italiano Cosimo e della francese Nicole, che si sono conosciuti a Genova e poi persi di vista a causa della loro vita errabonda per l'Europa. Si ritrovano entrambi di nuovo a Genova grazie alla loro passione comune, la musica, e riescono a tornare insieme.

Ma la morte tragica di un operaio li riporta a fare i conti con la realtà e rischia di incrinare il loro rapporto, per cui i due dovranno fare i conti con i loro sogni e scendere a compromessi.

Grace di Monaco (Dahan, 2014) 

Genova ha un ruolo importante anche nell’ambientazione di Grace di Monaco (2014), il film di Olivier Dahan. La pellicola racconta un anno (1961-1962) della vita della principessa Grace Kelly, interpretata da Nicole Kidman.

La protagonista, dopo una profonda crisi di identità e coniugale con il principe Ranieri III, si trova a dover decidere se tornare alla sua vocazione di attrice e tornare sul set cinematografico o restare ad appianare le difficoltà del suo principato.

Le riprese del film hanno toccato numerose città diverse, tra cui Parigi, Mentone, Grimaldi (paesino vicino a Ventimiglia), Monaco e infine Genova. La città ha infatti offerto il suo Palazzo Reale per permettere alla troupe di trasformare la famosa Galleria degli Specchi nel Palazzo dei Principi di Monaco.

Fortunata (Castellitto, 2017) 

Fortunata è un film del 2017 diretto da Sergio Castellitto e basato su una sceneggiatura della scrittrice Margaret Mazzantini. Fortunata (Jasmine Trinca) è il nome della protagonista, donna che, reduce da un matrimonio fallito, tenta in tutti i modi di crescere da sola sua figlia a Roma, cercando di garantirle una vita migliore della sua.

La donna sogna di poter aprire un giorno il suo negozio da parrucchiera, per poter trovare la sua indipendenza e la sua felicità. La pellicola è in parte girata sia a Genova che a Sanremo, grazie anche al supporto della Genova e Liguria Film Commission.

Moschettieri del re - La penultima missione (Veronesi, 2018) 

Il film Moschettieri del re - La penultima missione è stato diretto da Giovanni Veronesi e prodotto da Indiana Production e Vision Distribution. Vanta un cast importante, che comprende attori come Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Margherita Buy e altri.

I protagonisti sono quattro uomini, attempati e disillusi, che decidono, richiamati all’avventura, di tornare moschettieri per salvare la Francia. Combatteranno contro gli Ugonotti e per la salvezza di Luigi XIV, provando a portare a termine, dopo tanti anni di peripezie, un’ultima missione.

Alcune scene della pellicola sono state girate (come per Grace di Monaco) nel Palazzo Reale di Genova, che è infatti rimasto bloccato al pubblico per alcuni giorni nell’estate del 2018.

Ex-Otago - Siamo come Genova (Santamaria, 2019)  

Ex-Otago - Siamo come Genova (2019) è il film documentario diretto da Paolo Santamaria che narra la storia del gruppo musicale genovese, raccontando la genesi dei loro ultimi due album: Marassi e Corochinato.

Al centro dell’ambientazione c’è il loro quartiere, Marassi, ma vengono anche mostrati momenti della loro carriera musicale come il concerto del 2017 al Porto Antico, l’esibizione nel carcere di Marassi e il capodanno in piazza De Ferrari.

La band, attualmente composta da Maurizio Carucci, Simone Bertuccini, Olmo Martellacci, Francesco Bacci e Rachid Bouchabla, è stata seguita per due anni dal regista, tra concerti, interviste e momenti di vita privata.

Palombella rossa di Nanni Moretti (1989)

Palombella rossa è un film del 1989 diretto e interpretato da Nanni Moretti, girato in prevalenza nella piscina delle Terme di Acireale. Durante il film, però, compare anche Nervi con la piscina Mario Massa e il suo splendido porticciolo. Oggi, la piscina non c'è più e il porticciolo è oggetto di un progetto di riqualificazione.

Tema del film è la crisi ideologica della sinistra italiana durante la fine dei due blocchi, giocata sulla perdita di memoria del protagonista, metafora sull'identità perduta da parte del vecchio Partito Comunista Italiano, costretto a ricostruire o a ritrovare i suoi ideali in una realtà ideologica che appare ai suoi occhi frammentaria.

Michele Apicella, funzionario del PCI, in seguito ad un incidente si ritrova senza memoria. Il film si sviluppa intorno ad una partita di pallanuoto (sport praticato sin da giovane dal regista) in cui Michele cerca di ritrovare la memoria perduta attraverso un riaffiorare di ricordi confusi ed una realtà che non riesce a comprendere o nella quale non si riconosce. Nel film recita il pallanuotista Imre Budavári nella parte di se stesso.

Di Elisa Morando

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