Mufant Torino: fantascienza, videogame e il Parco del fantastico di via Reiss Romoli

Torino, 25/07/2019.

«Visto da vicino, nessuno è normale». Questa celebre frase dello psichiatra Franco Basaglia arricchisce una scultura che raffigura Frankenstein. Il personaggio creato da Mary Shelley è stato il primo a popolare il nuovo «Parco del Fantastico», ambizioso progetto di rigenerazione urbana promosso da Mufant – Museo del Fantastico e della Fantascienza di Torino, nell’area di fronte alla sede del museo, in via Reiss Romoli 49 bis. All’estrema periferia nord della città, ha preso vita un luogo che, con il passare del tempo, diventerà sempre più ricco. Perché la scultura di Frankenstein, realizzata grazie al sostegno dell’associazione Il Bandolo per il quarantennale della Legge Basaglia, è solo la prima. Entro la fine dell’anno, infatti, ne arriveranno altre sette.

L’opera, in ferro e alta tre metri, rappresenta la diversità, la sensazione di non sentirsi compresi e anche l’immortalità che, almeno una volta nella vita, tutti abbiamo immaginato di raggiungere. L’idea, quindi, è che l’anonimo piazzale che conduce al museo inizi a popolarsi di figure fantastiche. Arriveranno anche Goldrake, Capitan Harlock, Dracula, poi un centauro per omaggiare Primo Levi (nel centenario dalla nascita) e forse anche una scultura che raffigura Spiderman. L’obiettivo è restituire bellezza e vitalità, insieme all’intrattenimento e alla cultura, a questo angolo del quartiere Borgo Vittoria, per trasformarlo in un punto di attrazione turistica.

La realizzazione del Parco, all’interno degli interventi di Co-City Torino, anticipa l’intitolazione del giardino pubblico adiacente alla memoria di Riccardo Valla, importante protagonista torinese della cultura fantascientifica italiana. Ma l’operazione fa anche parte di Loving the Alien, progetto in fase di avvio promosso dal Mufant e da Altra Mente, grazie al bando Pon Metro (nell’ambito di Torino Social Factory), individuato dall’Assessorato all’Innovazione del Comune di Torino per sostenere progetti di innovazione sociale in un percorso di accompagnamento e sostegno finanziario. Loving the Alien ha dato il via a due laboratori che coinvolgono già oltre venti persone, di cui alcune in situazione di disagio sociale: una sartoria (che produce costumi da esposizione o per cosplay), una falegnameria (che produce anche manufatti artistici).

Una volta completato, il prossimo anno, il parco ospiterà la prima edizione del Festival del Fantastico, che grazie alle suggestioni fantascientifiche intende aprirsi al mondo delle esperienze di rigenerazione urbana. E arriverà, intanto, anche una campagna di crowdfunding per sostenerlo. Il parco, però, è anche un simbolo di cooperazione. I prototipi delle sculture sono stati realizzati dagli scenografi del Prop Maker Lab, laboratatorio sociale di scenografia della cooperativa Altra Mente, mentre il disegno tecnico-operativo è dell’architetto Ferruccio Capitani dell’Aiapp – Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio. Infine, la produzione delle sagome in ferro è stata affidata ai fabbri Fratelli Latini.

Non solo. Con l’inaugurazione del parco, avvenuta il 16 giugno, il Mufant ha anche aperto una nuova sezione al proprio interno. Si tratta del «Videogame Lab», nuova sala interattiva dedicata al videogioco del genere fantastico che abbina postazioni di gioco (c’è anche un casco Vr) a una esposizione di oggetti e materiali da collezione. Per l’allestimento della sala è stato coinvolto anche il Liceo Scientifico “A. Einstein” di Torino. Ma è presente anche una parte dedicata alla storia del videogioco con pezzi autografati, come «The Legend of Zelda» firmata da Shigeru Miyamoto e «Shadow of the Colossus» con il nome di Fumito Ueda.

Di Paolo Morelli

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