L'Informale in mostra al Castello di Miradolo tra arte e musica: da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana

Torino, 05/04/2019.

C’è il racconto di un’italianità d’eccellenza, ma inserita in un contesto ampio che oltre all’Europa tocca Giappone e America per inserirsi nel percorso ampio dell’arte Informale. È infatti questo il tema della nuova mostra ospitata dalla Fondazione Cosso al Castello di Miradolo dal 6 aprile al 14 luglio: Informale. Da Burri a Dubuffet, da Jorn a Fontana, curata da Francesco Poli.

Oltre 60 opere dei grandi protagonisti dell’Informale accompagnano il visitatore tra dipinti, disegni e sculture, in un percorso suggestivo attraverso le riflessioni artistiche nate dopo il secondo conflitto mondiale, tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, quando gesto e materia divengono protagonisti di una nuova visione del mondo.

Il percorso espositivo si sviluppa attraverso 12 sale, in cui sono esposte opere che documentano le ricerche informali in Europa, quelle dell'espressionismo astratto americano e quelle in Giappone. Per ciò che riguarda il contesto europeo si va dai protagonisti attivi a Parigi, come Dubuffet, Fautrier, Mathieu, De Staël, Hartung, Van Velde, Tàpies, Vieira da Silva, agli esponenti del Gruppo CoBrA, come Jorn, Appel e Alechinsky, fino ai principali esponenti italiani, tra cui Fontana, Burri, Capogrossi, Vedova, Turcato, Moreni, Morlotti, Tancredi e Novelli

Un focus speciale è dedicato alla vitale scena artistica torinese degli anni Cinquanta e Sessanta attraverso la presentazione di opere di Spazzapan, Gribaudo, Gallizio, Merz, Garelli, Ruggeri, Galvano e Carol Rama. L'espressionismo astratto americano è ben rappresentato da notevoli dipinti di Gorky, Hofmann, Tobey, Bluhm e Sam Francis. E infine, di particolare interesse, sono gli artisti informali giapponesi, dal Maestro del Gutai Motonaga, ad altri esponenti informali come Onishi, Imai, Domoto e Teshigahara, che il critico Michel Tapié aveva presentato in mostra a Torino.

«Siamo lieti di presentarequesto nuovo progetto espositivo dedicato ai protagonisti dell'arte informale internazionale– sottolineano i rappresentanti della Fondazione Cosso - una grande mostra che, nel racconto delle esperienze artistiche nate tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta del Novecento, esprime la nuova visione del mondo che prendeva avvio dopo il secondo conflitto mondiale. Un'epoca di grandi cambiamenti, su scala planetaria, che ha inaugurato riflessioni inedite in campo artistico.Una pittura che ha quindi una grande forza di rinnovamento, una forza propulsiva che pur conservando la memoria di un passato drammatico, propone un messaggio di gioia, fiducia e costruzione per il futuro. Segno, gesto, materia, un nuovo sguardo non solo verso l’arte ma verso il mondo tutto. Non schemi rigidi e prestabiliti ma tensione verso il nuovo, una visione che crea profondi parallelismi, similitudini e assonanze con la visione della Fondazione Cosso».

In occasione della mostra, Avant-dernière pensée propone al pubblico una propria riflessione musicale sul tema dell'informale attraverso un'inedita installazione sonora che accompagna la visita. Le opere esposte trovano un ideale controcanto nelle armonie, nei suoni, nei rumori, nelle linee vocali e strumentali di tre autori che, tra gli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, hanno sperimentato, ciascuno con il proprio linguaggio, la materia sonora. Dialogano tra loro le esperienze musicali di Dubuffet, un’esplorazione curiosa delle possibilità della registrazione, Miles Davis, in Kind of blue, uno dei dischi capitali nell’evoluzione del linguaggio del jazz, e la voce di Cathy Berberian nelle Folk Songs di Luciano Berio, tra melodie antiche da ogni parte del mondo e sonorità nuove.

Lo speciale percorso didattico Da un metro in giù si conferma come novità nel panorama espositivo: nato per suggerire al pubblico differenti prospettive di fruizione dell'opera d'arte e degli spazi museali, rivoluziona la relazione con l’oggetto esposto e con il suo contesto. I visitatori di ogni età trovano, nelle sale, spunti di approfondimento e di gioco, in continuità con lo spirito che anima le opere, e sono invitati ad adottare lo “sguardo di un bambino”: mettere alla prova i cinque sensi e liberare la curiosità.

Orari
Venerdì, sabato, domenica, lunedì: ore 10.00 – 18.30
Per gruppi e scuole tutti i giorni possibilità di visita su prenotazione al n° 0121 502761, e-mail

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