Frank Horvat in mostra ai Musei Reali di Torino: «Scatto foto per scoprire perché le faccio»

Frank Horvat
Musei Reali di Torino Cerca sulla mappa

Torino, 27/02/2018.

Settant’anni di storia recente raccontati dagli scatti di Frank Horvat, la moda e l’arte dagli anni ’50 a oggi attraverso l’obiettivo di uno dei più grandi fotografi viventi. «Perché scatto foto? Per sapere per quale motivo le scatto», così Horvat ha introdotto la presentazione della mostra che i Musei Reali dedicano al suo lavoro, nelle Sale Chiablese, dal 28 febbraio al 20 maggio (prorogata fino a domenica 10 giugno). La mostra Frank Horvat. Storia di un fotografo, sottolinea così il rapporto tra la fotografia e la storia dell’arte europea.

Sono più di duecento le immagini che compongono il percorso espositivo, che ripercorrendo la lunga carriera del fotografo italiano (nato in Croazia, ad Abbazia, quando ancora era territorio italiano) attraversano anche i periodi storici più rilevanti dal Dopoguerra ad oggi. «Ho cercato un denominatore comune nel mio lavoro – ha commentato – ma ne ho trovati quindici». Ed è così che il fotografo si è fatto curatore della propria opera, individuando quindici chiavi di lettura per altrettanti percorsi possibili all’interno dell’esposizione.

Per la prima volta, poi, sono esposte 31 fotografie tratte dalla collezione personale del fotografo, che oggi vive in Francia, e che sono state raccolte nel corso degli anni. Ci sono, infatti, gli anche gli autori con cui ha instaurato un forte dialogo espressivo e professionale, come André Kertesz e Bill Brandt, poi Henri Cartier-Bresson e Robert Doisneau, Elliott Erwitt, Mario Giacomelli, Irving Penn, Helmut Newton, Sebastiao Salgado e tanti altri. Fotografi che hanno segnato l’evoluzione della fotografia nel corso degli ultimi settant’anni, trasformandola da semplice strumento di documentazione a vera arte riconosciuta.

«Sono circondato, come tutti i miei contemporanei – ha scritto Horvat nel testo di presentazione alla mostra –, da un flusso ininterrotto di fotografie che guardo appena, o guardo solo per dirmi che non le avrei mai scattate. Ho collezionato le poche immagini che mi hanno colpito perché mi hanno insegnato qualcosa che non sapevo e mi hanno fatto sentire meno solo. In altre parole: ognuna di queste fotografie è un miracolo». E, in effetti, nell’apposita sezione della mostra che include le immagini di altri autori, Horvat ha inserito ciò che definisce come «ottime domande» o «coraggiosi tentativi di risposta».

L’esposizione arriva dopo la personale dedicata a Marilaide Ghigliano e rappresenta il concreto tentativo dei Musei Reali di muoversi nella direzione della fotografia, aprendo i propri spazi anche ai grandi fotografi. Nel caso di Horvat, peraltro, si tratta della prima mostra antologica a lui dedicata in Italia.

Di Paolo Morelli

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