Torino, 08/11/2025.
A Torino il prezzo del caffè espresso ha superato la soglia simbolica di 1,50 euro, diventando uno dei temi caldi dell’autunno 2025.
Un aumento che racconta un fenomeno più ampio: la combinazione tra inflazione alimentare, speculazioni sui mercati internazionali e instabilità climatica, che sta mettendo sotto pressione l’intera filiera del caffè, dalle piantagioni ai bar cittadini.
Molti esercizi torinesi, specialmente nel centro e nelle zone collinari, hanno portato il prezzo dell’espresso a 1,60 o 1,70 euro, dopo anni di rincari progressivi.
I gestori parlano di un equilibrio sempre più difficile tra qualità del prodotto, sostenibilità economica e abitudini dei clienti. Il “caffè popolare” da un euro è ormai un ricordo: oggi, anche una miscela base ha costi di produzione sensibilmente più alti.
Le torrefazioni storiche di Torino, simbolo di una tradizione radicata nel gusto e nella cultura cittadina, si trovano a fronteggiare una crisi complessa.
Nel 2025 il valore dell’arabica ha superato i 400 cents per libbra, quadruplicando rispetto al 2020. Una crescita non legata solo alla disponibilità del prodotto, ma anche a movimenti speculativi di borsa e tensioni geopolitiche che condizionano il mercato mondiale.
Molte aziende torinesi hanno già aggiornato i listini due volte in un anno, cercando di assorbire parte dei costi per non scaricarli interamente sui consumatori. Tuttavia, il margine di guadagno si riduce, e gli operatori del settore parlano apertamente di “crisi strutturale” del comparto.
Le cause sono molteplici. Da un lato, l’aumento dei costi energetici e di trasporto incide sul prezzo finale della tazzina. Dall’altro, i cambiamenti climatici hanno ridotto la produttività di molte aree coltivate, soprattutto in Brasile e in Africa orientale.
A complicare ulteriormente lo scenario, nel 2025 le tariffe statunitensi sul caffè brasiliano hanno generato tensioni sulle scorte globali, con effetti diretti anche sul mercato europeo e italiano.
Per una città come Torino, che del caffè ha fatto un simbolo di identità, dalle torrefazioni storiche ai locali iconici, l’aumento dei prezzi segna un cambiamento culturale oltre che economico.
Molti bar stanno sperimentando nuove formule di degustazione e qualità, puntando su miscele sostenibili, tostature leggere e filiere certificate per giustificare il costo più alto e preservare l’eccellenza del prodotto.
Il risultato è una nuova fase per l’espresso torinese: meno “popolare” ma più consapevole, segno di un mercato che cambia e di un pubblico che, nonostante tutto, continua a considerare la tazzina un rito irrinunciabile.