Addio a Peppe Vessicchio, il maestro di Sanremo che trovò in Piemonte la sua armonia

Torino, 08/11/2025.

Si è spento oggi, 8 novembre, a Roma, all’età di 69 anni, il maestro Giuseppe Vessicchio, volto iconico del Festival di Sanremo e tra i direttori d’orchestra più amati della musica italiana. Ricoverato all’ospedale San Camillo Forlanini per una polmonite interstiziale, il suo quadro clinico è peggiorato nelle ultime ore, portandolo al decesso. La famiglia ha chiesto riservatezza.

Nato a Napoli il 17 marzo 1956, Vessicchio – o semplicemente “Peppe”, come tutti lo chiamavano – ha lasciato un segno profondo nella cultura musicale italiana. Dal 1990 al 2017 è stato una presenza costante sul palco dell’Ariston, dirigendo le orchestre per artisti come Mia Martini, Mango, Biagio Antonacci, Alexia, Roberto Vecchioni e Le Vibrazioni, con cui è tornato nel 2020 e 2022. Ha vinto quattro volte come direttore d’orchestra a Sanremo, nel 2000 con gli Avion Travel, nel 2003 con Alexia, nel 2010 con Valerio Scanu e nel 2011 con Vecchioni.

Negli anni è diventato un simbolo del Festival: la barba inconfondibile, il papillon colorato, la compostezza elegante. Anche quando non partecipava, la sua assenza diventava notizia. Dal 2019 aveva scelto di dedicarsi a nuovi progetti, legando ancora una volta musica e scienza.

Beppe Vessicchio: il vino, la musica e la ricerca sull’armonia

Lontano dalle luci di Sanremo, Vessicchio aveva trovato una nuova forma d’espressione tra le colline dell’Astigiano. A Rocchetta Tanaro, in collaborazione con la Cantina Post dal Vin, aveva sviluppato il progetto Rebarba, una Barbera d’Asti “armonizzata in musica”. Le sue ricerche, condotte con il Laboratorio di Neurobiologia Vegetale dell’Università di Firenze, si basavano sull’effetto positivo delle frequenze sonore sugli organismi viventi.

Da questo esperimento nacque il metodo Fre&Man (Frequenze e Musica Armonica Naturale), applicato al vino, ma anche ad altri alimenti come la grappa Ditirambo della distilleria Berta di Mombaruzzo. Le sue teorie, raccontate nel libro La musica fa crescere i pomodori, collegavano armonia musicale e biologia, con risultati sorprendenti.

La sua curiosità lo portava a riscoprire continuamente la musica come linguaggio universale. Anche per questo, nel 2018, era tornato nella trasmissione Amici di Maria De Filippi, dove aveva diretto per quattro stagioni.

Vessicchio aveva sempre parlato del Festival di Sanremo come di una seconda casa. Per lui era una “festa comandata”, una tradizione che scandiva l’anno al pari del Natale. Anche quando non saliva sul podio, seguiva il Festival con affetto e partecipazione, intervenendo spesso come commentatore o ospite nei programmi dedicati. Nel 2023 aveva partecipato al podcast Muschio Selvaggio di Fedez e Luis Sal, durante la settimana sanremese, confermando la sua capacità di parlare anche ai più giovani.

Vita privata e passioni

Sposato dal 1989 con Enrica, conosciuta più di dieci anni prima, Vessicchio aveva una figlia, Alessia, ed era nonno e bisnonno. Amava raccontare di aver conquistato la moglie grazie alla musica, con il brano You’ve Got a Friend di James Taylor. In più occasioni aveva riconosciuto in Enrica la sua forza silenziosa, il sostegno che gli aveva permesso di affrontare i momenti più complessi della carriera.

Il suo legame con Napoli, la città natale, non si era mai spezzato. Anche se aveva vissuto a lungo a Roma, considerava la sua musica una sintesi del Sud e del Nord, della passione e della disciplina, della vita e dell’armonia.

Negli ultimi anni era tornato spesso in Piemonte, per seguire le evoluzioni del progetto Rebarba, e a Sanremo, per incontri dedicati alla cultura musicale e alle orchestre giovanili. Il maestro Vessicchio lascia un’eredità immensa: fatta di musica, eleganza, curiosità e amore per la bellezza.

Di Giulia De Sanctis

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