Protesta Torino per Gaza: nuova mobilitazione in piazza Castello dopo le misure cautelari

Sabato11Ottobre2025
Evento terminato

Tutt* liber*. Palestina libera. È la risposta arrivata a poche ore di distanza dalle tredici perquisizioni effettuate dalla polizia nella mattinata di venerdì 10 ottobre nei confronti di alcuni attivisti pro Palestina che avevano preso parte alle mobilitazioni delle ultime settimane.

A diffonderla è stato il coordinamento Torino per Gaza, che in una nota ha denunciato «il solito modus operandi di Questura e Procura cittadine, ormai in difficoltà di fronte alla crescita di un movimento popolare ampio e determinato come quello che abbiamo chiamato “Blocchiamo tutto”».

Il gruppo ha ricordato la serata del 7 ottobre, quando, nonostante il divieto di manifestare imposto dalla Questura, circa diecimila persone hanno attraversato la città «a testa alta e con grande dignità». «Il dispositivo è stato superato con la semplice volontà di esserci e camminare ancora una volta insieme», si legge nel comunicato, che annuncia anche una nuova manifestazione in piazza Castello sabato 11 ottobre.

Secondo quanto reso noto, l’inchiesta coordinata dalla Procura di Torino ha portato a tredici perquisizioni domiciliari e a dieci misure cautelari nei confronti di altrettanti indagati. I provvedimenti riguardano manifestanti che hanno partecipato alle recenti proteste pro Palestina, non solo a Torino ma anche in altre città. Le ipotesi di reato, riferite a episodi avvenuti il 22 e 24 settembre e il 2 ottobre, comprendono blocco stradale e ferroviario, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e violazione di domicilio.

Tra i fatti contestati figurano l’occupazione dei binari alla stazione di Porta Nuova durante lo sciopero generale del 22 settembre, un’azione analoga alla stazione di Porta Susa due giorni dopo e, il 2 ottobre, il blocco dell’aeroporto di Caselle e l’irruzione alle Ogr, dove era in corso l’Italian Tech Week.

Le misure cautelari emesse dalla Procura e eseguite dalla Digos si collegano invece a episodi avvenuti tra il 2023 e il 2024, in occasione di diverse manifestazioni: i cortei del Festival delle Regioni, la protesta studentesca contro la riforma Valditara del 17 novembre, gli scontri al Campus Einaudi durante un volantinaggio del Fuan, la manifestazione pro Palestina del 13 febbraio sotto la sede Rai di via Verdi, con l’assalto al McDonald’s di via Sant’Ottavio, e infine il corteo del 29 aprile, coinciso con il G7 di Venaria.

«L’aria è cambiata», scrive ancora il coordinamento. «Il tentativo di questa mattina si inserisce in un momento particolare e, se l’obiettivo era rispondere alle centinaia di migliaia di persone che hanno bloccato davvero la città e l’Italia in queste settimane, ci sembra poco efficace. Non va però sottovalutato che tredici ragazzi e ragazze vengano usati come capro espiatorio per iniziative a cui hanno partecipato in migliaia».

Nel comunicato si sottolinea inoltre come alcuni giovani si trovino ora a dover affrontare obblighi di firma, di dimora e rientri notturni. «È una decisione che arriva puntuale come un orologio svizzero. Ma la nostra risposta è continuare a lottare uniti: forse abbiamo iniziato a capire come si fa», conclude la nota, confermando l’appuntamento in piazza Castello per sabato 11 ottobre alle ore 15.

Nella stessa giornata di venerdì era previsto anche un presidio davanti alla Biblioteca Archimede di Settimo Torinese, poi annullato, in occasione della programmata partecipazione di Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo S.p.A., al Festival dell’Innovazione e della Scienza. L’intervento è stato cancellato, evento che il coordinamento ha commentato come una “vittoria”, scrivendo sui propri canali: «Annullata la presenza di Cingolani. Nessuno spazio a chi vende morte».

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