“Bloccare tutto, il genocidio non è finito”: a Torino scuole occupate e corteo per Gaza

DA Martedì07Ottobre2025
A Mercoledì08Ottobre2025
Evento terminato

A Torino si moltiplicano le occupazioni studentesche a sostegno del popolo palestinese, in vista di una nuova mobilitazione nella data simbolica del 7 ottobre. Da giorni gli istituti superiori della città aderiscono a uno stato di agitazione permanente, con un numero di occupazioni mai così alto negli ultimi anni.

Il movimento è partito il 6 ottobre, quando diverse scuole torinesi hanno deciso di unirsi alla protesta. Tra queste spicca il Convitto Umberto I, che per la prima volta nella sua storia ha proclamato l’occupazione, esponendo lo striscione “Convitto Occupato 2k25”.

La lista degli istituti coinvolti si è allungata rapidamente: dopo il Primo Liceo Artistico e il Liceo Einstein, primi a mobilitarsi, si sono aggiunti il Gioberti, il Gobetti, il Copernico, il Galileo Ferraris, il Berti, il Regina Margherita, il Giulio, il Santorre di Santarosa, l’Alfieri, il D’Azeglio (in assemblea permanente) e il Giordano Bruno.

Molti collettivi studenteschi sottolineano il valore politico e simbolico dell’azione: «In una società che tende a zittire i giovani, vogliamo far sentire la nostra voce. L’occupazione è un atto di dissenso e partecipazione», scrive il collettivo del liceo Berti.

Anche dal Regina Margherita arriva un messaggio simile: «Nonostante i tentativi di dissuasione, vogliamo dare valore alla nostra voce e denunciare quello che accade a Gaza».

Le occupazioni, in gran parte condivise con i dirigenti scolastici, si svolgono in modo pacifico: le scuole rimangono aperte per chi desidera frequentare le lezioni, mentre gli spazi comuni ospitano assemblee e dibattiti.

Corteo del 7 ottobre: il questore ne vieta lo svolgimento

Il corteo annunciato per la sera del 7 ottobre — con partenza alle 19.30 da piazza Castello — non ha ricevuto l’autorizzazione. Il questore di Torino ne ha vietato lo svolgimento per motivi di ordine pubblico.

Nonostante il divieto, gli organizzatori non hanno ancora diffuso comunicazioni ufficiali sull’eventuale annullamento. Sui canali del coordinamento Torino per Gaza il corteo risulta tuttora confermato.

La data scelta non è casuale: il 7 ottobre ricorre l’anniversario dell’attacco di Hamas a Israele nel 2023, che segnò l’inizio della fase più violenta del conflitto. Per questo motivo Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra e Movimento 5 Stelle hanno deciso di non partecipare alla manifestazione.

«Bloccare tutto, il genocidio non è finito»

Sotto questo slogan, i collettivi torinesi invitano la cittadinanza a scendere in piazza per ribadire il sostegno alla Palestina. «Dal fiume al mare, la resistenza continua. Il 7 ottobre saremo in piazza per denunciare il genocidio, smascherare la propaganda israeliana e ricordare oltre 70 anni di oppressione coloniale», si legge nella nota del coordinamento Torino per Gaza.

La manifestazione, che si annuncia partecipata, si inserisce nel quadro di una mobilitazione nazionale che da settimane coinvolge scuole, università e spazi sociali in molte città italiane.

Possibile nuova mobilitazione l’8 ottobre per la seconda Flotilla

Mentre gli attivisti della Global Sumud Flotilla, tra cui diversi italiani, iniziano a rientrare dopo il fermo da parte di Israele, un’altra flotta umanitaria è in navigazione verso Gaza.

Si tratta della Freedom Flotilla Coalition e della Thousand Madleens, missione congiunta composta da dieci imbarcazioni al largo di Creta, tra cui una definita “ospedale galleggiante” per la presenza di 92 medici su 120 attivisti.

La flottiglia dovrebbe entrare nella zona ad alto rischio nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, aumentando la possibilità di un nuovo intervento del blocco navale israeliano. In caso di intercettazione, anche Torino, come altre città italiane, potrebbe assistere a una nuova ondata di proteste e blocchi in solidarietà con la missione umanitaria.

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