Torino citata nel dossier israeliano sulle proteste pro Palestina del 22 settembre

Torino, 27/09/2025.

La città di Torino figura all’interno del rapporto reso pubblico dal governo israeliano sulle manifestazioni pro Palestina che, lunedì 22 settembre, hanno coinvolto diverse città italiane. Il documento, diffuso online dal Ministero per gli Affari della Diaspora e per la Lotta all’Antisemitismo, ricostruisce nel dettaglio lo sciopero generale promosso dall’Unione Sindacale di Base, soffermandosi non solo sul quadro nazionale ma anche sugli episodi locali.

Il dossier non si limita a fornire una panoramica complessiva: analizza luoghi di concentramento, orari, valutazioni sul livello di rischio, fino a segnalare i canali social che hanno promosso le iniziative, con dati relativi a follower e interazioni. Una mappatura capillare che, dal Piemonte al Sud Italia, traccia con precisione il quadro delle mobilitazioni.

Nel caso di Torino, il documento cita due momenti principali. Da un lato il blocco agli ingressi del Campus Luigi Einaudi, ritenuto a rischio basso; dall’altro, la manifestazione partita alle 10.30 da piazza Carlo Felice, considerata di media criticità e associata a sigle come il «Global movement to Gaza». All’interno del testo compaiono anche riferimenti a gruppi studenteschi torinesi: il Collettivo Autonomo Universitario (Cua) è indicato come protagonista delle iniziative.

La sezione introduttiva del rapporto colloca le proteste in un contesto politico preciso: gli organizzatori avrebbero presentato lo sciopero come risposta al “genocidio a Gaza” e alla presunta ipocrisia dei governi occidentali, ribadendo la volontà di esprimere solidarietà al popolo palestinese. Lo stesso ministero precisa che le informazioni raccolte derivano dal monitoraggio della rete con il supporto di sistemi tecnologici.

La pubblicazione ha sollevato reazioni immediate. Il Cua torinese ha denunciato la diffusione di dettagli considerati eccessivi: «Il dossier riporta orari e coordinate dei cortei, inclusi quelli dei nostri collettivi. Essere citati in un documento accessibile a chiunque in rete è inquietante». Il gruppo respinge inoltre le accuse di antisemitismo, definendole «strumentali» e rivendicando la propria attività politica: «Abbiamo dimostrato la nostra forza e continueremo a mobilitarci contro il governo Meloni, la sua collaborazione con Israele e i rapporti tra le università e le aziende belliche».

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