Torino, 19/11/2025.
Prosegue il percorso del patto di collaborazione tra il Comune di Torino e lo stabile di corso Regina Margherita 47, sede storica di Askatasuna. L’edificio, occupato 29 anni fa, è stato ripulito e riordinato da alcuni membri del comitato dei proponenti e dei garanti, tra cui lo psichiatra Ugo Zamburru e il sindacalista Giorgio Cremaschi, che hanno annunciato l’avvio delle attività previste dal progetto condiviso.
L’iniziativa rientra negli accordi approvati dall’amministrazione cittadina e prevede anche una raccolta fondi - “Supporta il 47” - attiva sulle principali piattaforme online, con eventi dedicati e appuntamenti musicali sia all’interno dello stabile, sia in altri spazi della città.
Le reazioni politiche, però, non si sono fatte attendere. Esponenti di Forza Italia e Fratelli d’Italia contestano duramente la definizione di Askatasuna come “bene comune”. Il senatore Roberto Rosso e il coordinatore cittadino Marco Fontana criticano la scelta del Comune, sostenendo che «riconoscere dignità istituzionale a chi ha costruito la propria storia su scontri e aggressioni significa legittimare l’illegalità» e che le operazioni di pulizia rappresenterebbero «una presa in giro per i torinesi».
Sulla stessa linea il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Roberto Ravello, che definisce la decisione «una resa istituzionale» e contesta l’assenza di un intervento più netto dopo gli episodi avvenuti durante il “No Meloni Day”. Secondo Ravello, trasformare lo stabile in un “bene comune” offende «cittadini, commercianti e forze dell’ordine».
Il dibattito politico e istituzionale resta quindi aperto, mentre prosegue il percorso del patto di collaborazione riconosciuto dal Comune di Torino e confermato dal TAR.
Di Giulia De Sanctis