Magazine, 15/12/2023.
Negli ultimi anni è aumentato il numero di coloro che hanno deciso di acquistare un’auto elettrica, un’opzione di mobilità che va incontro alle crescenti necessità di sostenibilità ambientale. È infatti noto a tutti che le emissioni inquinanti delle autovetture con motorizzazione tradizionale (ovvero con motore a scoppio) sono fra le principali responsabili dell’inquinamento atmosferico e in parte anche dei cambiamenti climatici in atto.
Non è un caso che le politiche dei governi nazionali e sovranazionali spingano sempre di più verso soluzioni automotive di tipo green, la cui massima espressione è attualmente rappresentata dalle autovetture con motorizzazione full electric, a emissioni zero.
A prescindere dalle motivazioni che portano all’acquisto di un’auto elettrica, alcune delle legittime domande di chi opta per tale scelta riguardano modi, tempi e consumi della ricarica auto elettrica a casa. Cerchiamo quindi di fare chiarezza su questo argomento.
Come si fa la ricarica dell’auto elettrica a casa?
Prima di illustrare le modalità della ricarica dell’auto elettrica in ambito domestico è necessario premettere che tempi e consumi sono influenzati dal tipo di veicolo e, ovviamente, dalla capienza della batteria. È scontato che maggiore è tale capienza e maggiori saranno l’autonomia chilometrica e anche i consumi di energia.
Fatta questa indispensabile premessa, le principali opzioni per la ricarica sono due: o tramite il collegamento a una normale presa domestica oppure con una stazione di ricarica dedicata (wallbox o colonnine).
La ricarica a una normale presa di corrente si avvale di una spina a 3 poli che preleva l’energia dalla rete elettrica di casa. Si tratta sicuramente di un’opzione comoda che però viene raccomandata solo in casi di emergenza dal momento che non è particolarmente efficiente; è infatti un tipo di ricarica molto lento.
Decisamente più performanti sono invece le stazioni domestiche di ricarica; si tratta essenzialmente di wallbox o colonnine dedicate al quale l’auto viene collegata e che garantiscono tempi di ricarica decisamente più rapidi.
Al di là dei tempi si deve ricordare che la ricarica dell’auto elettrica può risultare decisamente più economica se all’opzione della stazione di ricarica si abbina anche l’installazione di un impianto fotovoltaico.
I tempi di ricarica
Come accennato i tempi di ricarica variano sensibilmente a seconda dell’opzione scelta. La ricarica a una comune presa di casa è molto più lenta perché la rete elettrica domestica fornisce corrente alternata, mentre le batterie dell’auto elettrica devono essere ricaricate con corrente continua. È quindi necessaria una conversione da corrente alternata a corrente continua e questo rallenta i tempi di ricarica. A seconda dei casi possono volerci dalle 8 alle 12 ore; il consiglio in questo caso è quello di sfruttare le ore notturne.
I tempi di ricarica scendono nettamente se si opta per wallbox domestiche o colonnine di ricarica; a seconda dei casi si può infatti andare dalle 2 alle 6 ore circa, tempi decisamente inferiori rispetto quelli relativi alla ricarica alla comune presa domestica.
I consumi
I consumi variano ovviamente a seconda della grandezza delle batterie; quelle da 45 kWh hanno un’autonomia chilometrica che va dai 220 ai 320 km circa, quelle da 58 kWh garantiscono dai 300 ai 400 km circa, mentre quelle da 77 kWh vanno dai 400 ai 550 km circa.
Le stime parlano di circa 4 euro per un’autonomia di 100 km; un viaggio di 500 km verrebbe quindi a costare 20 euro, una spesa decisamente più bassa rispetto a quella che si dovrebbe sostenere con i carburanti tradizionali.
Ovviamente i costi si riducono se la ricarica viene effettuata con l’energia accumulata da un impianto fotovoltaico domestico.