Al Teatro della Tosse Art di Yasmina Reza, commedia sull'amicizia «crudele e divertente»

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Genova, 09/10/2020.

Arriva a Genova lo spettacolo Art, la nuova produzione della Fondazione Luzzati Teatro della Tosse diretta da Emanuele Conte e interpretata da Graziano Sirressi, Enrico Pittaluga e Luca Mammoli, tre attori del collettivo Generazione Disagio con cui Conte ha già più volte collaborato negli ultimi anni e che fanno ormai parte integrante della Compagnia della Tosse. Lo spettavolo va in scena nella Sala Campana del Teatro della Tosse di Genova (Teatro di Sant'Agostino) con repliche dal 14 al 25 ottobre alle ore 20.30 (domenica 18 e domenica 25 ottobre alle ore 18.30; lunedi riposo).

Lo spettacolo apre programmazione autunnale 2020 del Teatro della Tosse, rimasto sospeso dal lockdown per debuttare in prima nazionale ad AstiTeatro lo scorso 3 settembre. Commedia crudele e divertente sull’amicizia, tradotta in oltre trenta lingue, Premio Moliére nel 1994, Art è un testo di Yasmina Reza, una delle maggiori drammaturghe in lingua francese, autrice, tra gli altri, de Il dio del massacro da cui Roman Polanski trasse il film Carnage. Qui è possibile acquistrare i biglietti online di Art. Ora la trama.

Tre amici - Marc, Serge e Yvan - si confrontano sulla qualità artistica di un quadro completamente bianco, discutendo sul prezzo altissimo per il quale è stato acquistato da uno dei tre. La discussione diventa presto un dibattito dai toni accesi sull'arte contemporanea per sfociare in un violento litigio che non riguarda più l'arte, ma il loro stesso rapporto di amicizia.

In un crescendo di dialoghi serratissimi, i tre protagonisti, sempre a distanza tra loro, giocano una partita a scacchi dentro quadrati di luce, in cui la realtà della loro relazione è resa evidente da una messa in scena estremamente essenziale, priva di ogni elemento naturalistico, nelle scenografie come nella recitazione, a totale servizio del testo. Un confronto nudo, frontale, quasi cinematografico, in cui personalità e nevrosi arrivano ad incrinare, forse in modo irreparabile, il loro stesso rapporto. Un terreno in cui entrano in gioco tutte le variabili dei rapporti umani; quale rapporto, anche il più intimo o il più felice, non è basato su qualche mezza verità, su qualche completa bugia o grande malinteso?

Si conoscono da una vita Marc, Serge e Yvan; si sono sempre voluti bene, si sono sempre piaciuti e stimati, ma di fronte a quella tela bianca, non si riconoscono più. Il bianco del quadro è lo spazio vuoto che diviene regno di equivoci, di non detti, di silenzi; uno specchio in cui si è costretti a scavarsi dentro, un terreno di confronto in cui ciascuno puo’ cercare di vedere quello che vuole oppure scegliere di non vedere assolutamente nulla.

“Per me non è bianco. Quando dico per me, intendo oggettivamente. Oggettivamente non è bianco. Ha un fondo bianco, ma con tutta una gradazione di grigi. C’è perfino del rosso. È molto pallido, diciamo. Fosse bianco non mi piacerebbe. Marc lo vede bianco… È il suo limite… Marc lo vede bianco perché si è fissato che è bianco. Yvan no. Yvan lo vede che non è bianco” (cit.).

Spettacolo Yasmina Reza - Permission granted by Thaleia Productions, 6 rue sedillot 75007 Paris France; produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse; regia e scene Emanuele Conte; costumi Daniela De Blasio; luci Matteo Selis; assistente alla regia Alessio Aronne; con Luca Mammoli, Enrico Pittaluga, Graziano Sirressi di Generazione Disagio.

Art di Yasmina Reza: le note di regia

A come amicizia, A come arte contemporanea. Un giorno sentii dire ad uomo di teatro d'altri tempi: “Qui si fa il teatro con la A maiuscola” e Yasmina Reza, drammaturga raffinata e profonda, fa un teatro con la A maiuscola.

Le sue parole creano personaggi reali, indagano l'intimo dei rapporti umani, scoprono gli artifici che regolano le relazioni nella società contemporanea. Può addirittura sembrare spietata, ma il suo è amore per la verità. Dialoghi serrati, a tratti straordinariamente comici, eppure, poco a poco, mentre ridiamo scopriamo che capirsi è davvero difficile.

Quanti silenzi, quante bugie sono necessari per evitare la fine di un'antica amicizia o di un amore? La sincerità è davvero la via più efficace per dare continuità ad un rapporto? E l'arte? Che c'entra l'arte contemporanea con tutto questo? Esiste qualcosa di più soggettivo?

Un quadro bianco, tutto bianco, con delle scriminature quasi invisibili diventa il campo di battaglia dei sentimenti di questi tre grandi amici. Quanto vale quel quadro? Centinaia di migliaia di euro, per Serge, quello del gruppo che vorrebbe elevare il proprio stato sociale comprandoselo. Nulla vale invece per Marc che ha fatto del cinismo la sua arma per difendersi dal mondo.

Yvan no, non vorrebbe prendere una posizione, preferisce che la vita gli caschi addosso; piuttosto che essere protagonista della propria esistenza subisce tutto: future mogli, futuri suoceri, madri e amici; tutti vogliono qualcosa da lui  e lui tutti vorrebbe far contenti, un gioco di prestigio che non riesce quasi mai...

Tre “tipi” che rappresentano la gran parte degli uomini, quasi archetipi contemporanei di una società maschile di quarantenni, ormai in età per essere padri da tempo, ma ancora in difficoltà con le responsabilità della vita adulta.

Emanuele Conte

Generazione Disagio: la biografia

Generazione Disagio è un collettivo artistico che crea spettacoli e performance originali con una forte predisposizione alla contemporaneità, alla nuova drammaturgia, al coinvolgimento di nuovo pubblico e al rapporto diretto con l’audience.

Generazione Disagio nasce nel 2013 su idea di Enrico Pittaluga e si distingue per un linguaggio innovativo, diretto, provocatorio e divertente, al contempo dissacrante e poetico e per la grande capacità di collaborare con diversi teatri e istituzioni sul territorio nazionale, riuscendo a coinvolgere numerosi artisti e collaboratori nel corso degli anni.

Il nucleo del collettivo è oggi costituito da: Anna Maddalena Cingi, Maximilano Klein, Luca Mammoli, Andrea Panigatti, Riccardo Pippa, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi.

Generazione Disagio non è una compagnia teatrale fissa, ma il luogo di incontro di diversi artisti (attori, scenografi, disegnatori, dramaturg, registi, musicisti, video-maker) che convergono per lavorare su tematiche condivise; è un luogo creativo aperto, con una forte impronta sociale e inclusiva, che indaga e ricerca un'identità allargata, cercando di costruire una nuova collettività.

I primi due spettacoli di Generazione Disagio: “Dopodiché stasera mi butto” co-prodotto da Proxima Res e “Karmafulminien – figli di puttini” prodotto dal Teatro della Tosse di Genova, hanno portato il gruppo a replicare per più di 200 spettacoli e ottenere numerosi riconoscimenti, premi e menzioni speciali: “Giovani Realtà del Teatro”; “PlayFestival di Roma”; “Premio Scintille di Asti Teatro”; “Intransito”; “Le città visibili”; “Teatro OFF artificio”.

Generazione Disagio tiene anche laboratori di recitazione, scrittura e storytelling, anche in contesti site-specific: città, quartieri, festival.

Negli anni ha collaborato, tra gli altri, con l’assessorato alla cultura di Messina e con Trasparenze Festival di Modena, Torino Fringe Festival, Pergine Festival, Festival 50+1, Festival 20 30 di Bologna, Festival delle Resistenze di Bolzano, Vicino/Lontano di Udine, Scene di Paglia, Teatro Sosta Urbana, Treatro Terre di Confine.

Negli ultimi anni la collaborazione assidua con Fondazione Luzzati Teatro della Tosse di Genova  ha, di fatto, reso  Luca Mammoli, Enrico Pittaluga e Graziano Sirressi nuovi elementi  della compagnia di attori in sede al teatro.

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