Il Kapannone dei Libri, ad Angera una super biblioteca in una ex fabbrica

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Varese, 09/10/2020.

Evidentemente gli spazi della Kasa dei Libri di Milano non erano più sufficienti a contenere una tale mole di volumi: c'era bisogno di un luogo più ampio. E così ecco che dal 6 ottobre 2020 è aperto il Kapannone dei Libri ad Angera (Varese): uno spazio di 400 metri quadri su due piani, con un’altezza che sfiora i 7 metri, di grande luminosità, inserito in un grande comparto industriale ricavato da una vecchia fabbrica Borghi, in via Verdi 35 alle porte di Angera.

Il Kapannone è aperto ogni sabato e domenica dalle 15.00 alle 19.00, a ingresso gratuito e senza bisogno di prenotazione. Per ulteriori informazioni è comunque possibile telefonare al numero 02 66989018.

«Ho scelto un posto decisamente anomalo rispetto alle consuetudini», spiega lo scrittore e bibliofilo Andrea Kerbaker, che ha acquistato e rimesso a posto il Kapannone dei Libri, «anche per dare un segnale di lontananza dal modello tradizionale di biblioteca, tutta polvere e serietà, nel nome di una cultura aperta, libera, gioiosa. Dove la noia è il nemico pubblico numero uno». Che è poi il mantra delle iniziative culturali di Kerbaker, a partire dalla Kasa dei Libri di Milano, caratterizzata dal decalogo Vietato annoiare con 10 regole finalizzate a combattere la serietà barbosa con cui alcuni intendono la cultura.

Lo spazio del nuovo Kapannone dei Libri è stato arredato in coerenza con questa collocazione e intenti: ferro, cemento, scaffali metallici a gogo, nel rispetto della vocazione industriale dell’edificio, secondo il progetto degli architetti Matteo Ferrario e Salvatore Virgillito, titolari dello studio Caramob, da sempre collaboratori della Kasa e delle sue mostre. In linea con le indicazioni e i limiti di sicurezza prescritti dai Vigili del Fuoco, un piccolo labirinto di metallo, con portali e cerchi, dove girare senza un ordine prestabilito e potersi perdere a piacimento nella marea di volumi.

Tra le collezioni ospitate nel Kapannone, i libri d’arte, in tutte le accezioni possibili e immaginabili: arti visive, pittura, scultura, moderna e contemporanea, fotografia, design, architettura, libri di aziende e industrie. Colonne specifiche sono dedicate ai giganti del Novecento: Pablo Picasso, Joan Miró, Henri Matisse, Salvador Dalí e Giorgio de Chirico, ciascuna con titoli di rarità assoluta. Una sezione è dedicata alle edizioni bancarie (introdotte da uno storico catalogo, La Banca e il Libro, con prefazione di Umberto Eco), altre due presentano i libri di Franco Maria Ricci e quelli della prima Skira, dagli anni Trenta al 1970. Ci sono poi le collezioni di riviste del secondo Novecento, spesso complete, alcune delle quali oggi totalmente introvabili (La Critica, mitica rivista di Benedetto Croce; le cinque serie di Nuovi Argomenti, fondata da Alberto Moravia e diretta nel tempo anche da Pier Paolo Pasolini e Leonardo Sciascia; Paragone, rivista di arte e letteratura fondata da Roberto Longhi e Anna Banti; Belfagor, forse la più stimolante testata accademica mai pubblicata in Italia). Inoltre, una quantità di libri che si occupano di libri: bibliografie, storie della stampa, delle librerie, dellebiblioteche,  del design e della grafica editoriale, cataloghi di editori e librai antiquari, testi variamente firmati da bibliofolli e altre categorie di malati della stessa sindrome.

I fondi spostati dalla Kasa dei Libri di Milano al Kapannone di Angera sono quelli più coerenti con questi temi: anzitutto il Fondo Paz, che comprende i circa 2500 volumi della biblioteca dell’artista argentino Julio Paz, vissuto a Milano per quasi tutta la sua vita, ricchissima di libri di arte, soprattutto di grafica e pittura del Novecento; poi la biblioteca di Cesare Musatti, prima acquisizione della Kasa, risalente al lontano 1989: 2000 tra libri e riviste di argomento psicoanalitico, gremiti di testi autografi della migliore cultura del secolo scorso. Una presenza affettivamente importante è quella della biblioteca di Michele Kerbaker, bisnonno di Andrea, sanscritologo illustre, con un migliaio di testi di indologia di Ottocento e primo Novecento.

Tutti i testi presenti nel Kapannone sono catalogati e facilmente fruibili. La raccomandazione di Kerbaker è però quella di non cercare un libro particolare, ma di abbandonarsi al piacere di frugare qua e là tra gli scaffali. A questo scopo è stata studiata una disposizione dei testi ad hoc: non tanto incolonnati negli scaffali, alla maniera delle biblioteche tradizionali, che non invogliano a leggere e incutono timore, ma sparsamente disposti in maniera apparentemente casuale, che porti a prenderli in mano, accomodarsi in qualche posto e sfogliarli o leggerli. Così anche i cartelli delle varie sezioni, rossi, allegri, con disegni  simpatici. Insomma, tutto è fatto per allontanarsi dal modello paludato di raccolta di libri. Lo stesso vale per le locandine e le fotobuste di cinema, circa 12 mila, catalogate in oltre 100 grandi cartelle da disegno.

Quando l’evoluzione della pandemia lo permetterà, lo spazio si preoccuperà di organizzare iniziative simili a quelle già ideate e proposte alla Kasa dei Libri, da mostre specifiche a laboratori per bambini e ragazzi. A questo proposito sono già in corso contatti con molte istituzioni culturali dell’area, per mettere in rete il maggior numero di forze disponibili.

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