La sala d’attesa di un pronto soccorso diventa il palcoscenico per una galleria di umanità diverse: dall’infermiera aguzzina di turno ad un figlio col padre in scadenza, ma, soprattutto quel non-luogo si rivela essere la prigione indulgente di un bimbo e una bimba in eterna attesa di una mamma: entrati in ospedale da piccoli, in codice rosso, ora sono morti, ma il loro spirito è cresciuto vivendo in quella sala d’attesa. Nel corso dello spettacolo diventeranno ragazzini, adulti, nuovamente bambini, e poi ragazzini, adulti e ancora bambini: intrappolati in un eterno crescere e decrescere, immersi in un tempo circolare dalle varianti infinite, coccolati da un percorso ciclico che non ferisce e non finisce, bloccati tra quelle sedie, i distributori automatici e i neon lampeggianti, fermi, per sempre, in codice bianco.