Un diario, una ragazza, una guerra. Ma anche l’amore per la vita che resiste all’orrore. Il progetto parte dal diario di Etty Hillesum, giovane ebrea olandese deportata e uccisa ad Auschwitz nel 1943. Le sue parole non sono solo una testimonianza, ma ci offrono una visione lucida e spirituale di rara forza. Dopo aver studiato e lavorato sotto la direzione di Leonardo Lidi ne L’istruttoria di Peter Weiss, Federici e Campani tornano a parlarci della Shoah con uno sguardo più intimo e umano: Etty, infatti, non racconta solo la quotidianità dell’orrore, ma anche la bellezza nascosta nei momenti più bui. Una voce del passato che diventa presenza viva e ci invita a custodire la memoria come atto civile e personale.