Dal 28 ottobre 2025 all’8 marzo 2026, Torino si conferma capitale dell’arte contemporanea con News from the Near Future, la grande mostra collettiva che celebra i trent’anni della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.
Curata da Bernardo Follini ed Eugenio Re Rebaudengo, l’esposizione si sviluppa in due sedi iconiche della città — la Fondazione stessa e il Museo Nazionale dell’Automobile (MAUTO) — intrecciando arte, memoria e visione del futuro.
La mostra racconta tre decenni di produzione artistica attraverso una selezione di oltre cento opere provenienti dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo, nata nel 1992 e da sempre cuore pulsante della Fondazione.
Negli spazi di via Modane, il percorso mette in dialogo opere storiche e lavori inediti, accompagnati da una sezione-archivio che ripercorre la storia della Fondazione attraverso fotografie, video, documenti e materiali multimediali.
Parallelamente, la sezione allestita al MAUTO – dal titolo Convergenze e curata da Giacinto Di Pietrantonio – intreccia la storia dell’arte contemporanea con quella dell’automobile, creando un inedito dialogo tra due patrimoni culturali torinesi. L’obiettivo è offrire una nuova lettura dei linguaggi espositivi e dei codici museali, dove tecnologia, design e creatività si incontrano in chiave contemporanea.
Le opere in mostra attraversano media e generazioni, delineando una mappa visiva del pensiero artistico dagli anni ’90 a oggi.
Tra i protagonisti, Doug Aitken, Steve McQueen, Cindy Sherman, Wolfgang Tillmans, Urs Fischer, Berlinde De Bruyckere, Glenn Brown, Tauba Auerbach, Adrian Villar Rojas e molti altri.
Il percorso esplora il video e la videoinstallazione, la scultura, la pittura, la fotografia e l’installazione, rivelando come la collezione sia diventata un archivio vivente delle trasformazioni artistiche e sociali degli ultimi trent’anni.
Il titolo News from the Near Future si ispira all’opera omonima di Fiona Tan (2003), una videoinstallazione costruita con cinegiornali d’epoca che indagano il rapporto tra uomo e natura.
Allo stesso modo, la mostra diventa un repertorio visivo e concettuale che unisce frammenti di memoria, storia e contemporaneità, trasformando il passato in lente d’ingrandimento per leggere il presente e immaginare il futuro.
Come già accaduto con mostre iconiche come Bidibibodibiboo (2005) e Something old, something new, something borrowed, something blue (2015), la Fondazione rinnova il proprio ruolo di osservatorio sulle urgenze del mondo contemporaneo, dove ogni opera è una riflessione sui cambiamenti culturali e sociali del nostro tempo.