Venerdì 31 ottobre 2025 il PAV – Parco Arte Vivente di Torino inaugura Dove le liane s’intrecciano. Resistenze, alleanze, terre, mostra personale dell’artista Binta Diaw, curata da Marco Scotini. Dopo le esposizioni dedicate a Navjot Altaf, Arahmaiani e Regina José Galindo, il PAV prosegue il proprio percorso di ricerca sui rapporti tra natura, corpo femminile e pensiero decoloniale, presentando un nuovo capitolo di grande intensità poetica e politica.
Il titolo della mostra prende ispirazione dalla liana, pianta rampicante che si adatta e resiste, diventando metafora di solidarietà, resilienza e connessioni vitali. Attraverso installazioni ambientali, materiali organici e riferimenti storici, Binta Diaw esplora temi come la memoria diasporica afrodiscendente, la sopravvivenza ecologica e le forme di resistenza femminile.
Nata a Milano nel 1995 da genitori senegalesi, l’artista intreccia nella sua pratica ecologia, femminismo e storia coloniale, utilizzando materiali fortemente simbolici come terra e capelli sintetici, elementi che diventano strumenti di trasmissione culturale e di resistenza poetica.
Tra le opere in mostra, spicca Dïà s p o r a (2021), installazione presentata alla Biennale di Berlino 2022: una struttura sospesa, simile a una ragnatela, composta da trecce di capelli. L’opera evoca la forza silenziosa delle donne schiavizzate, che intrecciavano semi e mappe tra i capelli, trasformandoli in archivi di sopravvivenza e memoria. A dialogare con essa, Chorus of Soil (2019), installazione realizzata con terra e semi che riproduce la pianta della nave negriera Brooks: le sagome dei corpi imprigionati diventano germinazioni vegetali, simbolo di rinascita e trasformazione.
Altri lavori, come le serie Paysage Corporel e Nature, riflettono sulla relazione tra corpo e paesaggio, mentre Naître au monde, c’est concevoir (vivre) enfin le monde comme relation, installazione all’aperto, si ispira alle mangrovie del Senegal e alla loro lettura eco-femminista. Completa il percorso il video Essere corpo, che sintetizza i temi centrali della mostra: memoria, materia e interdipendenza tra esseri viventi.
Le opere si dispiegano in un paesaggio immersivo fatto di tappeti di terra, tessuti intrecciati e installazioni sospese, dove l’elemento naturale si intreccia con la dimensione politica e comunitaria. Il PAV conferma così il suo impegno nella costruzione di una nuova ecologia politica, capace di ripensare il legame tra arte, natura e società contemporanea.
All’interno della mostra, il 10 dicembre, le AEF/PAV – Attività Educazione Formazione organizzano Wunderkammer d’Altrove, un corso di formazione inserito nella rassegna aulArte, sostenuta dalla Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, che mira a favorire l’accesso dei docenti piemontesi ai linguaggi dell’arte contemporanea.
Per scuole e gruppi in visita, il PAV propone anche Radici volanti, un laboratorio in movimento ospitato negli spazi interni o nel parco di 23.500 mq, durante il quale i partecipanti realizzeranno una catena tessile collettiva, simbolo di legame e cooperazione.