Torino, 30/12/2025.
A Vanchiglia il futuro prossimo resta incerto. Da giorni il quartiere è interessato da un presidio continuo delle forze dell’ordine, attivo notte e giorno nelle vie attorno a corso Regina Margherita 47, storica sede del Centro sociale Askatasuna, sgomberato lo scorso 18 dicembre. Una presenza definita da residenti e attivisti come una vera e propria “militarizzazione”, che ha riacceso la protesta nel rione.
Nella serata di lunedì 29 dicembre, oltre un centinaio di persone si sono ritrovate in piazza Santa Giulia per una nuova passeggiata di protesta. Insieme ai militanti del centro sociale hanno partecipato numerosi residenti, uniti dalla richiesta di tornare a una normalità precedente allo sgombero.
Le principali criticità segnalate durante la manifestazione:
La passeggiata si è conclusa davanti alle reti di recinzione che delimitano l’area attorno al civico 47, dove restano schierati gli agenti. Qui sono stati affissi striscioni con messaggi simbolici, tra cui: “Fate spazio ai giochi, non alle armi”, in riferimento a uno spazio storicamente vissuto da famiglie e bambini del quartiere.
Dopo lo sgombero e le giornate di tensione culminate nel corteo del 20 dicembre, due cittadini appartenenti al comitato promotore del patto di collaborazione siglato in passato con il Comune di Torino hanno presentato una richiesta di accesso agli atti.
La domanda, indirizzata a Prefettura, Comune e Questura di Torino, mira a chiarire:
La pubblica amministrazione ha 30 giorni di tempo per rispondere, accogliendo o respingendo la richiesta.
La vicenda di Askatasuna continua così a incidere profondamente sulla vita quotidiana di Vanchiglia, dividendo il dibattito tra esigenze di ordine pubblico e diritto alla vivibilità del quartiere. I residenti chiedono la rimozione dei presìdi e il ritorno a spazi aperti e condivisi, mentre resta aperta la questione istituzionale legata allo sgombero e alle sue conseguenze.
Di Giulia De Sanctis