«Denaro, denaro è l’uomo!»: così recita l’amara massima attribuita ad Aristodemo di Sparta, ripresa da Alceo e Pindaro. In essa si riflette l’antico disprezzo dell’aristocrazia greca per la ricchezza priva di nobiltà. Un atteggiamento nato nel VI secolo a.C., quando la nascente economia monetaria e l’ascesa dei nouveaux riches minarono l’antico ordine fondato sul latifondo. Da quella crisi scaturì una riflessione destinata a permeare la cultura greco-romana e a sopravvivere come senso comune anche dopo la fine del potere aristocratico.