Sono ossessionata dall'essere omosessuale

Magazine, 21/02/2018.

Gentile dottore,

sono una ragazza di 22 anni.
Da un anno sono in terapia con una psicoterapeuta, ma continuo lo stesso a soffrire delle ossessioni di omosessualità.
Cerco di spiegarle il più brevemente possibile la mia storia.
Sono cresciuta con una madre severa e proibitiva (per cui covo una rabbia repressa, secondo la psicologa) che litigava spesso con mio padre, molto assente ( è deceduto anche da qualche mese). Secondo la mia psicoterapeuta mi identifico troppo con mia madre, andando addirittura a provare rabbia verso mio padre solo perché la provava lei.

Nella mia infanzia e preadolescenza ho sempre avuto cotte per ragazzi (sia in televisione che dal vivo). La mia adolescenza è passata in maniera frustrante: invidiavo le mie amiche che riuscivano a conquistare la stima e la simpatia di tutti, mentre io ero considerata quella di serie b.

Le invidiavo perché erano belle e piacevano ai ragazzi. Solo nella scuola di danza mi sentivo bene: lì tutti mi trovavano simpatica e questo lo adoravo, mi faceva sentire finalmente bene. 

Tutte le mie amiche facevano le loro prime esperienze e io ero sempre più frustrata dal fatto che non riuscissi a combinare nulla, anche perché con il sesso opposto ero estremamente timida e insicura. C'è da dire che mi sono lasciata influenzare anche molto nel corso degli anni da alcune mie amiche, che si ritenevano sempre superiori a qualsiasi ragazzo, mai abbastanza per loro.

Questo pian piano, ho capito che ha contagiato anche me, tanto è vero che sono così selettiva da non farmi piacere nessuno. Sono stata inoltre sempre influenzata da alcune credenze su pratiche sessuali (che dovevano compiersi con persone che si ama, altrimenti si è una poco di buono). 

Passiamo alle mie relazioni: ho avuto alcune relazioni puramente platoniche (tramite messaggi), il cui solo messaggiare a volte, mi evitava tanto.

Ho dato pochissimi baci in vita mia a ragazzi e, non provando nulla in quel momento, lasciavo perdere tutto prima ancora di dar loro una possibilità. Con i ragazzi di cui ero incuriosita dal vivo o sui social e da cui avrei voluto farmi notare, non succedeva mai nulla, per mia timidezza o perché altre arrivavano prima di me, con mia grande frustrazione  anche perché sono veramente pochi i ragazzi di cui mi interesso.(C'è anche da dire che sono fermamente convinta che se qualcuno non mi attira a prima vista da un punto di vista fisico, difficilmente mi susciterà qualcosa dopo).

Ma la cosa più grave è un evento accaduto a 17 anni. Vidi un uomo in giacca, capelli corti rasati, belle movenze…purtroppo non era un uomo ma una lesbica (in seguito seppi che avrebbe provveduto ad un intervento). Rimasi traumatizzata dall'aver scambiato una donna per un uomo ed esserne rimasta attratta.

Da quel momento, qualsiasi ragazza con queste caratteristiche da maschio o con anche solo un tatuaggio o altre stranezze fisiche, mi spaventano a morte perché so che sono lesbiche. Appena vedo una donna maschiaccio la vedo come uomo, proprio come quella prima volta. Io sono confusa.

La mia psicoterapeuta non mi dà risposte e io non riesco a capire se sono lesbica. Da qualche mese ho iniziato anche una relazione con un ragazzo. A queste ossessioni si sono aggiunte altre sulla relazione in generale, sui miei sentimenti per lui e ansia da prestazione per gli atti sessuali (a volte cerco di eccitarmi e questo non mi permette di rilassarmi).

In pratica vivo la vita in ansia, controllandomi solo in ogni singola situazione. Non ce la faccio più a star così. 

Spero in una sua risposta quanto prima.

Cordiali saluti

Buongiorno ragazza di 22 anni.

Per prima cosa, essendo seguita da un collega, non mi permetterò di sovrappormi nel  suo percorso psicoterapeutico e mi  concentrerò, specificatamente,  sul problema della sua paura di essere omosessuale, come se fosse un elemento a se stante.

Intanto va ricordato che, così, come  in molte altre paure  vi sono degli elementi comuni a molte persone ed altri, più specifici,  relativi alla particolare storia di ognuno.

Per gli aspetti di base, che possono essere validi e condivisi da molti, la inviterei a leggere quanto ho già scritto, in merito sempre su mentelocale, in merito alla Paura di essere omosessuali.

Per quanto invece riguarda, più precisamente, la sua storia personale, vorrei farle notare che, in quello che lei scrive, emergono molti aspetti in cui lei appare in difficoltà, ma, a mio avviso, nessuno che possa, anche lontanamente, far pensare, che lei possa avere delle tendenze all’omosessualità. E mi permetta di citare una riflessione, in merito, che recita: meglio essere un omosessuale felice che un eterosessuale tormentato dal dubbio. Sillogismo che è valido non solo nella sessualità.

Ma tornando alla sua mail, vorrei riassumere e commentare alcuni passi che ho trovato particolarmente interessanti. Lei scrive:
La mia adolescenza è passata in maniera frustrante: invidiavo le mie amiche… Le invidiavo perché erano belle e piacevano ai ragazzi...

E vorrei farle notare  che le sue emozioni ed i suoi sentimenti erano di invidia e non certo di desiderio… con il sesso opposto ero estremamente timida e insicura... Ma era altrettanto estremamente timida ed insicura anche con le sua amiche femmine.

Dunque il suo problema è la sua timidezza e non il suo orientamento… C'è da dire che mi sono lasciata influenzare anche molto nel corso degli anni da alcune mie amiche… Nuovamente lei era influenzata e non attratta... Sono stata inoltre sempre influenzata da alcune credenze su pratiche sessuali (che dovevano compiersi con persone che si ama, altrimenti si è una poco di buono). 

E questo sicuramente ha contribuito ad acuire la sua timidezza e la sua scarsa intraprendenza con i ragazzi e non perché non le piacessero. Infatti: Vidi un uomo in giacca, capelli corti rasati, belle movenze.. purtroppo non era un uomo ma una lesbica

Dunque lei era ed è, attualmente, attratta dagl’uomini e dalla mascolinità infatti sottolinea purtroppo:  Rimasi traumatizzata dall'aver scambiato una donna per un uomo ed esserne rimasta attratta .... 

E qui lei si perde cadendo in un tranello illogico… Lei è stata attratta da un uomo e dalle sembianze maschili. Il fatto che sotto l’apparenza ci fosse una donna è ininfluente. Infatti lei è stata attratta dal suo aspetto molto molto maschile (tanto che poco dopo è diventata davvero un uomo). E che, per l’anagrafe, fosse una donna che lo ha saputo solo dopo l’attrazione. E dunque quale evidenza  sostiene la sua ipotetica omosessualità ?

È più probabile che, nel suo caso, la scelta sessuale non sia il focus del problema. Infatti: non approccia gli uomini perché è timida. La sua timidezza deriva anche dall’aver assorbito  informazioni fuorvianti sui rapporti con l’altro sesso e sull’essere considerate delle poco di buono se si è troppo intraprendenti. Non prova alcuna intensa attrazione fisica verso il proprio sesso, se non una certa sana invidia per le amiche più intraprendenti.

In altre parole, lei è, semplicemente, troppo timida, introversa ed insicura, in senso generale. E questa sua insicurezza, inevitabilmente, diventa più evidente, sul piano delle relazioni con l’altro sesso. Credo che, invece di avere paura di essere omosessuale, sarebbe più bello che lei avesse una sana paura di essere baciata follemente, da uno stupendo ragazzo che le rapirà il cuore.

Ma a questo punto sarà troppo felice per ricordarsi di aver avuto paura. Anche se non le nego che trovare dei fantastici ragazzi che baciano da dio, non sia facile. E gestire le relazioni sessuali e sentimentali, è piuttosto impegnativo per tutti.

Ci pensi su e sorrida.

Buon divertimento.

Dott. Marco Emilio Ventura
Psicologo Psicoterapeuta Sessuologo
Genova

Di Marco Ventura

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi della tua città, iscriviti gratis alla newsletter