Enzo Paci: «C'è un commissario Bacigalupo in ognuno di noi». L'intervista tra le riprese di Blanca

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Genova, 14/02/2023.

Mugugnone, chiuso, tagliente e cinico quanto basta: in un'unica parola, il Commissario Bacigalupo, intrepretato magistralmente da Enzo Paci nella serie tv Blanca. La protagonista è Maria Chiara Giannetta, che abbiamo visto negli ultimi giorni tuffarsi eroicamente nella fontana di Piazza De Ferrari per esigenze di copione, ma è indubbio che il personaggio del caustico Commissario Bacigalupo abbia catalizzato su di sé l'attenzione degli spettatori, sia in tv, sia sulla piattaforma di Netflix, dove la prima stagione di Blanca è disponibile.

Abbiamo fatto una lunga e interessante chiacchierata con Enzo Paci, tra una ripresa e l'altra. Partiamo subito col dire che Maria Chiara Giannetta, dopo il bagno nella fontana in una giornata a dir poco glaciale, sta bene. Ma ora veniamo al Commissario Bacigalupo. «È un vero concentrato di genovesità. Essendo io stesso genovese ho avuto parecchi riferimenti fuori e dentro di me, che ho utilizzato per la costruzione di questo personaggio. Noi samo così: cinici e comici allo stesso tempo, ognuno di noi è Bacigalupo nella vita di tutti i giorni! Io sono un po' più morbido e accogliente, però».

Arte e realtà si rincorrono nei personaggi di Enzo Paci, soprattutto quando ci rendiamo conto che in città ci sono davvero i tipi alla Commissario Bacigalupo o alla Mattia Passadore: «per lui io ci ho messo la personalità, mentre l'abbigliamento da giovane-anziano è un'idea del capo progetto di Colorado Cafè, Dario Viola».

Enzo Paci ha portato sullo schermo il burbero commissario, facendo scoprire al pubblico tutta una serie di perle della lingua di Genova, che sono rimaste nell'immaginario comune. Parliamo della sedia che loccia (dondola, per i non zeneisi) ad esempio, pronunciata nella scena in cui Bacigalupo dissimula un mal di schiena, facendo finta di controllare l'arredamento un po' sgangherato del suo ufficio. «La lingua è una questione complessa. Il teatro classico ci ha consegnato il veneto, il napoletano, poi in tv il romanesco, ma non il  genovese. Tuttavia, grazie a giovani registi che sempre di più lasciano che gli attori usino il loro linguaggio di appartenenza sta trovando il suo spazio. E' una lingua più nuova, poco parlata dai giovani, probabilmente si estinguerà, ma almeno l'accento, la parte sonora in questo modo verrà mantenuta e fatta conoscere».

Rimanendo in tema di teatro e recitazione, è indubbio che Blanca sia stata una grande oppurtunità attoriale per Enzo Paci: «sarei bugiardo se non dicessi che arrivare qui non sia stata una soddisfazione enorme, che mi ha dato la possibilità di sperimentare quello che è il vero gioco dei rapporti, un aspetto basilare del recitare. Devo tantissimo al cabaret, ma nel frangente dei monolghi manca l'interazione con gli altri attori, che invece qui ho trovato. Poi le serie crime e il ruolo del commissario sono iconici nella carriera di un attore».

Un attore, che prende il successo con un sano disincanto: «Ho cinquant'anni e ho raggiunto la consapevolezza che potrebbe essere tutto un attimo. Oggi sono qui e magari tra un paio d'anni sarà tutto finito nel dimenticatoio, ma sono convinto che il successo non sia collegato alla riconoscibilità, quanto più all'onestà. Mia madre, ad esempio, ha fatto la fruttivendola per una vita, la gente si fidava di lei, tornava da lei. Ecco per me è questo il successo».

Tornando a Blanca, parliamo delle iniziali titubanze che il commissario Bacigalupo prova nei confronti della giovane protagonista e dei suoi metodi inusuali di lavoro: «Lui si arrabbia, mantiene il suo tratto cinico e anche un po' stronzo, ma solo per una questione di forma. Blanca non è una poliziotta, ma una consulente, quindi lui si incaponisce su questo aspetto, non sulla sua disabilità. Infatti quando si rende conto che è un elemento valido per il lavoro del commissariato, inizia ad ammorbidirsi». Nella seconda stagione della serie tv vedremo quindi un commissario Bacigalupo più dolce? «Più che altro diverso. Rimarrà sempre cinico, ma questo sarà un aspetto caratteriale su cui il suo rapporto con Blanca si cristallizzerà, dando vita a un menaggio (sfottò), fatto però di stima e meno carico di diffidenza».

Concludiamo la nostra chiacchierata parlando di un'altra protagonista della serie, ossia Genova, che non è solo location delle riprese, ma parte integrante della storia. «Blanca è tratto da un romanzo (di Patrizia Rinaldi), ambientato nel napoletano, ma la produzione ha scelto Genova, perchè è un territorio ancora inesplorato, dotato di un ampio ventaglio di scenari. Si va infatti dal degrado, come in molte altre città, a panorami di una bellezza mozzafiato. Il regista Jan Michelini e il direttore della fotografia hanno avuto senz'altro vita più facile, grazie alla luce straordinaria di Genova e della Liguria, ma solo grazie alla loro abilità sono veramente riusciti a guardarla e non solo a catturarla».

Appuntamento, quindi, con Blanca e il commissario Bacigalupo per la seconda stagione della serie crime made in Genova, che probabilmente arriverà tra la fine del 2023 e l'inizio del 2024. Nel frattempo molti genovesi si cimentano in una vera e propria caccia al set, per le strade della città e a Camogli, luogo in cui Blanca vive, ma non sarà una ricerca semplice: «Il giorno delle riprese neppure io so dove girerò, è un mistero!»

Di Paola Popa

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