Peste suina, l'ordinanza di Regione Liguria: regole e deroghe in zona rossa

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Genova, 19/01/2022.

Regione Liguria è pronta a emanare un'ordinanza interpretativa per la peste suina dopo i divieti imposti nei giorni scorsi dal Governo nella zona rossa compresa tra le province di Genova, Savona e Alessandria. Nel frattempo, in Liguria dovranno essere abbattuti 500 capi di bestiame: sono i suini allevati all'interno della zona rossa individuata dall'ordinanza ministeriale per il contenimento della peste suina africana. Misura che, in estrema sintesi, vieta trekking e attività quali caccia, funghi e pesca nei boschi dell'area interessata per sei mesi (fino al 13 luglio 2022).

Regione Liguria sottolinea come sia consentita l'attività all'aperto (camminate, mountain bike e sport) su strade provinciali e comunali e su tutte le strade asfaltate anche private necessarie per raggiungere abitazioni, luoghi di lavoro, fondi agricoli di proprietà, strutture ricettive. È consentito l'accesso alle aree verdi dei centri urbani e i parchi cittadini, le spiagge, i moli e le strade lungomare, nonché le aree ricreative recintate di pertinenza dei centri abitati. Divieto di lasciare in libertà i cani o altri animali domestici. Sospese per 30 giorni dalla data dell'ordinanza le attività selvi-colturali. Sono consentiti solo i tagli per approvvigionamento di legna da ardere da parte dei residenti. Confermato il divieto assoluto di passeggiare o andare in bici nei boschi nella zona rossa, come sottolineato nell'ordinanza ministeriale.

"Credo che l'ordinanza regionale potrà portare un refolo di ristoro o almeno un chiarimento su quello che si può fare - spiega Giovanni Toti - Come, ad esempio, il passaggio sulle strade per raggiungere le abitazioni o le attività economiche e l'accesso ai parchi cittadini. L'ordinanza dà attuazione alle prescrizioni delle disposizioni interministeriali per il contenimento del virus, prevedendo l'obbligo di abbattimento dei capi di suini allevati allo stato brado o semibrado nell'area interdetta (suini, cinghiali e ibridi, ndr.). Insieme al Dipartimento Agricoltura, alla Camera di Commercio e ad Anci abbiamo anche definito i criteri per adottare una delibera di Giunta, nella seduta in programma martedì prossimo, in cui stanzieremo le prime somme per i ristori. Il tavolo istituito in via permanente in Regione Liguria tornerà a riunirsi a strettissimo giro per definire la delibera di giunta e arrivare al confronto con il governo con un quadro più chiaro delle ricognizioni anche dei bisogni delle comunità maggiormente colpite dalle misure adottate. Si dovranno definire i tempi di monitoraggio e di attuazione di eventuali ulteriori ordinanze che saranno auspicabilmente restrittive rispetto ai divieti previsti in prima battuta, con una prima ricognizione dei criteri di risarcimento per le imprese danneggiate".

"Dai ripetuti confronti per limitare l'epidemia - dice il vice presidente della Regione Alessandro Piana - sono sospese per 30 giorni le attività selvicolturali, con le deroghe necessarie e attivandoci per limitare il danno tramite proroghe corrispondenti non appena se ne presentino le condizioni. È emersa anche la necessità di applicare misure di macellazione dei suidi negli allevamenti di varia natura con divieto di riproduzione e ripopolamento per i prossimi 6 mesi. Riteniamo, pertanto, essenziale che si raggiunga una adeguata modalità di ristoro per gli allevatori, a cui gli Uffici dell'Assessorato all'Agricoltura della Regione stanno lavorando a pieno ritmo. Stiamo provando infatti a replicare interventi eccezionali con il Programma di Sviluppo Rurale, sullo stampo della misura 21 realizzata per l'emergenza da Covid-19 che era riuscita a supportare i bisogni del comparto".

Presenti alla riunione anche i rappresentanti di Alisa, dell'Istituto Zooprofilattico di Liguria Piemonte e Valle d’Aosta, di Anci e della Camera di Commercio. "Oggi si svolge la prima giornata di battuta da parte di un centinaio di persone autorizzate nelle aree interdette - spiega Roberto Moschi, responsabile Veterinaria di Alisa - per la ricerca delle carcasse di cinghiali, la seconda è prevista il 20 gennaio. Stiamo lavorando su due fronti paralleli: da un lato la ricerca di carcasse nel bosco, per cui poi vedremo i risultati delle analisi, e, dall'altro, la gestione degli allevamenti domestici: in accordo con l'Istituto zooprofilattico, facendo un'analisi dei rischi, abbiamo deciso l’abbattimento, considerato che i nostri allevamenti sono tutti semibradi, con i maiali lasciati liberi, a contatto con l’area boschiva. Procederemo a verificare il censimento dei capi nell'area interdetta, circa 500, che saranno abbattuti. Per quanto riguarda le carni - precisa Moschi - l0ordinanza nazionale prescrive il divieto di uscita dalla zona infetta, quindi non hanno mercato". Per quanto riguarda il sequenziamento genetico del virus, "gli accertamenti proseguono, ma dalle prime evidenze sembra che arrivi dalla Georgia", chiosa Moschi.

Il direttore dell'Istituto Zooprofilattico di Liguria Piemonte e Valle d'Aosta Angelo Ferrari precisa, poi, che "i casi confermati sono ad oggi 15 nell'intera area, ma fortunatamente in Liguria la situazione è stabile, con 3 casi confermati due a Ronco Scrivia e uno a Isola del Cantone. Le ultime disposizioni nazionali sulla diagnostica prevedono inoltre che gli esami siano effettuati direttamente dall'Izs, senza bisogno della conferma del centro di referenza per i casi in zona infetta. L'obiettivo è quello di accelerare il più possibile la rapidità delle analisi, limitando quindi il focolaio. Anche la scelta dell'abbattimento nasce dall’esigenza di creare un 'vuoto sanitario' per evitare in ogni modo il passaggio della peste dai capi selvatici o semibradi ai capi negli allevamenti. In Liguria, il numero dei capi è ridotto e questo determina un vantaggio per l'abbattimento, anche grazie alla lungimiranza dimostrata a livello nazionale con la definizione dei ristori".

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