Riapre Forte Puin: ristrutturazioni, come arrivare, attività e il panorama su Genova

Genova, 18/11/2025.

Dopo un periodo di chiusura di due anni, dovuto ad alcuni importanti lavori di ristrutturazione, Forte Puin ha finalmente riaperto al pubblico. Nel 2025 non è l'unica struttura ad essere tornata fruibile dalla cittadinanza e non solo, visto il sempre crescente numero di turisti che iniziano a scoprire questo patrimonio tutto Genovese: nel mese di maggio, infatti, anche Forte Santa Tecla è tornato a risplendere, ospitando gruppi di visitatori e spettacoli
 
I lavori di Forte Puin sono stati finanziati dal MIC-Ministero della Cultura e sono costati 720mila euro. Realizzati dal Comune di Genova - Area Progettazione e Pianificazione Territoriale hanno l'obiettivo di restituire la struttura alla collettività, favorendone l'utilizzo per finalità didattiche, ricreative, escursionistiche e di promozione del territorio.
 
 
Situato sulle alture di Genova, a poca distanza da via delle Baracche, fa parte di quella che viene considerata la cinta muraria più lunga d’Europa, formata da fortezze risalenti al periodo napoleonico e alla metà del diciannovesimo secolo. Grazie anche ai fondi del Pnrr, questo particolarissimo insieme di strutture militari collegato da quella che ora viene definita la Strada dei Forti, ha tutte le carte in regola per diventare un importante polo attrattivo, fatto di unicità e ricchezze storiche. Il progetto di conservazione di questo patrimonio, risalente al periodo a cavallo tra 2023 e 2024, prevedeva il restauro di cinque forti entro la fine del 2025: Forte Belvedere, Forte Begato, Forte Puin, Forte Tenaglie e Forte Santa Tecla, ma i primi due, a poche settimane dall'inizio del 2026, si trovano ancora in uno stato di work in progress, sebbene al Begato ci siano già stati interventi piuttosto importanti.
 
Tornando a Forte Puin, attualmente è gestito dai volontari di Aps Outodoor Experience Genova, che tengono aperta la struttura tutte le domeniche (meteo permettendo) e durante la settimana ospitano le scolaresche che qui possono scoprire le bellezze nascoste del patrimonio della città di Genova. Nascoste, anche se effettivamente basta alzare lo sguardo per scorgerle: «Noi siamo qui dal periodo della pandemia e subito dopo il lockdown abbiamo iniziato a ricevere una massa enorme di gente, che assolutamente non ci aspettavamo. All'epoca non si poteva andare da nessuna parte e le persone hanno iniziato ad appassionarsi al trekking, alle escursioni a poca distanza da casa, arrivando fin qui per evadere dalla sensazione claustrofobica delle chiusure dovute al Covid. Molta gente non era a conoscenza dell'esistenza dei forti, si può dire che non avessero mai alzato lo sguardo verso i monti alle spalle della città», ci racconta, ci racconta Andrea Masconi di Outdoor Experience Genova.
 
Ci voleva una pandemia, purtroppo, per portare alla luce un vero e proprio piccolo gioiello risalente al 1830, situato a nord del monte Peralto, in un punto panoramico che dà la possibilità di spaziare con lo sguardo dal Promontorio di Portofino fino alla riviera di Ponente, direttamente sul mare, mentre a monte si possono scorgere i profili del Monte Fasce da un lato e il Faiallo dall'altro, senza dimenticare il santuario della Madonna della Guardia e quello della Madonna del Gazzo.
 
 
 
Forte Puin, anche prima dei lavori di ristrutturazione, è sempre stata la struttura meglio conservata di tutta la cinta muraria che, purtroppo, comprende anche altri gioielli completamente abbandonati a se stessi, come Forte Sperone e Forte Diamante, entrambi a poca distanza da qui
 

«I lavori di strutturazione hanno riguardato sia il terrazzo dove sono state rimosse le vecchie coperture, scoprendo quindi quella originale, che ora è agibile, inoltre sono stati effettuati lavori anche all'interno, gli infissi sono stati cambiati e la volta della cisterna è stata rinnovata perché stava cedendo», continua Andrea. «Forte Puin, come lo vediamo oggi, risale al 1830, ma qui esistevano già delle costruzioni in pietra e in legno, risalenti ai tempi di Napoleone. Questa è stata la seconda ristrutturazione dal 1960, periodo in cui il forte era abitato dall'architetto Fausto Parodi, che era riuscito a farsi affittare il rudere e che lo aveva rimesso in sesto, permettendoci di traghettarlo verso i giorni nostri. Se non ci fosse stato lui, sarebbe stato stato disastro, un cumulo di macerie».

La storia dell'architetto Parodi sembra uscita da un romanzo: «Era originario diTorino e aveva ottenuto in concessione Forte Puin intorno al 1965, in cambio dello svolgimento di alcuni lavori di ristrutturazione», ci racconta Marianna Guerrieri, anche lei volontaria di Outdoor Experience Genova. «Lui ha reso abitabile questo posto, rifacendo i pavimenti, rinfrescando gli intonaci, costruendo una cucina, due bagni e rimettendo in uso la cisterna al piano interrato, che tutt'oggi funziona con l'acqua piovana. Veniva qui nei weekend, ospitava gli amici e i curiosi che volevano visitare il forte. Arrivava qui direttamente in macchina, perchè aveva coperto la scalinata che ancora adesso porta al cancello d'ingresso con del pietrame. Inoltre aveva posizionato tre merli di foggia medievale sul tetto. Probabilmente gli piaceva l'idea del castello, della fortezza, sullo stile eclettico del Castello d'Albertis e del Castello MacKenzie. Ormai fanno parte del dell'immaginario del forte e quindi nessuno ha mai pensato di togliere quei tre merli posizionati in maniera così estrosa da Parodi».

Le curiosità non finiscono qui, perchè sul muro di uno dei grandi saloni è ancora ben visibile un'iscrizione lasciata da Rocco Russo, un muratore originario di Reggio Calabria, che nel luglio del 1965 aveva lavorato alle prime ristrutturazioni del forte e che sul cemento fresco sottostante all'intonaco, aveva deciso di lasciare la propria firma come Muratore di quest'opera.

Le foto in bianco e nero dell'architetto Parodi sono raccolte su un pannello all'interno di Forte Puin e lo vedono sull'uscio di entrata e in uno dei saloni, che oggi ospitano panche e tavoli di legno, intento a disegnare oppure a suonare la chitarra in compagnia di un'affascinante e giovane amica. 

Tutto a Forte Puin è perfettamente ristrutturato, ma l'atmosfera è vera e calda, rischiarata dalla luce del sole che filtra dalle finestre, dando la sensazione di trovarsi proprio in una grande casa di campagna, a pochi chilometri in linea d'aria dal mare. Davanti all'entrata si trova un ampio spiazzo erboso, con panche e tavoli, per godersi comodamente una vista veramente unica sulla città di Genova.

«Speriamo presto di poter avere il bagno funzionante, così come la cucina, per poter ospitare anche possibili viaggiatori, un po' come se fosse un vero e proprio rifugio di montagna», conclude Andrea.

Come si arriva a Forte Puin?  Dopo aver preso la funicolare Zecca-Righi fino al capolinea, scendere a destra, prendere via Carso e risalire subito lungo il percorso alberato, dopodichè proseguire fino a oltrepassare i campi di tiro dell'Associazione Genovese Arcieri e proseguire sempre dritti al bivio che si incontra poco dopo, fino a raggiungere l'area vicina il parcheggio di via delle Baracche.

A questo punto proseguire e imboccare la strada che porta all'Osteria delle Baracche e da lì prendere il Sentiero delle Farfalle e dopo pochi metri risalire a sinistra, spuntando dopo aver oitrepassato un gruppetto di alberi ai piedi delle rovine di una struttura in pietra: a questo punto o ci si inerpica verso l'alto (niente paura, è un sentiero semplicissimo da percorrere, riconoscibile dalla presenza di una piccola struttura in cemento vicino ad un'antenna), oppure si può proseguire sul nuovo sentiero appena restaurato, una comoda carrareccia, che dopo pochi metri risale sulla destra, oltrepassando un cancello. Forte Puin si trova a pochi metri.

In auto è possibile arrivare fino al grande parcheggio di via delle Baracche a Righi e da lì proseguire a piedi per il percorso appena descritto. 
 
 
Una volta arrivati a Forte Puin, da non perdere la visita al terrazzo, per godere di una vista a trecentosessanta gradi sulla città di Genova e per ammirare da vicino il panorama verso Forte Diamante e Forte Fratello Minore, in un ambiente che assomiglia quasi alla brughiera scozzese.

 

Di Paola Popa

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