Teatro della Tosse: a Palazzo Ducale la mostra per i cinquant'anni di attività. Foto, costumi di scena, ricordi e futuro

Sala del Munizioniere Cerca sulla mappa
DA Mercoledì17Dicembre2025
A Domenica25Gennaio2026

Dal 17 dicembre al 25 gennaio 2026 alla sala del Munizioniere di Palazzo Ducale il Teatro della Tosse si mette in mostra con 50 anni di Teatro della Tosse, a cura di Paolo Giovanni Bonfiglio e Alessio Aronne, con la direzione artistica di Emanuele Conte.

Un itinerario nel passato storico e in quello più recente, per raccontare l'evoluzione del Teatro della Tosse nei suoi cinquant'anni di vita. La storia illustrata di un teatro in movimento, di un teatro per il pubblico, che ricorda e rivive i propri protagonisti e le proprie rappresentazioni attraverso oggetti, elementi scenografici originali, costumi, video e proiezioni immersive. La mostra è ingresso gratuito.

Un percorso suggestivo e articolato, ricco di scoperte e svolte inattese, simile all'esperienza di chi si avventura per la prima volta nei vicoli del centro storico di Genova. Un labirinto simbolico in tre sezioni - Uguali ma diversi /Dalle origini al nuovo millennio / La Stanza della Patafisica - attraversato da un filo conduttore proprio come il vortice che decora la tunica di Ubù.

Un racconto di resistenza poetica, visione e libertà durato cinquant' anni e una promessa di viaggio per i prossimi. «E cosi T», scrive il direttore Amedeo Romeo, «per mettere in pratica i suoi propositi, decise che avrebbe aperto le porte di casa agli amici, agli amici degli amici, ai conoscenti e anche agli sconosciuti. Avrebbe dato delle feste, organizzato cene e serate danzanti. Decise che avrebbe visitato la città, partendo dal suo quartiere, per poi andare in posti più lontani, dove non era mai stato, anche in paesi che un po' gli facevano paura. Decise che avrebbe pensato al suo modo di vestire e di parlare, che non l'avrebbe tradito, ma che avrebbe ascoltato chi lo circondava e continuato ad imparare».

Nel mese di gennaio 2026 sono previste visite guidate per la mostra in compagnia di alcuni tra i protagonisti della storia del Teatro della Tosse. Il calendario e le modalità di prenotazione sono disponibili sul sito teatrodellatosse.it.

«Una mostra di pittura, fotografia, scultura è semplice da realizzare: è arte tangibile, concreta, reale. Si può esporla in un museo, compraria e rivenderla. Il teatro, invece, è un'arte effimera nello spazio e nel tempo d'un sogno, si consuma e scompare. Abbiamo pensato ad una mostra in cui fossero le immagini ad accogliere i visitatori. Video immersivi, fotografie, oggetti di scena, costumi. Al teatro si assiste utilizzando tutti i sensi. L'immagine fissa nella nostra memoria, il momento, l'emozione, l'idea della rappresentazione», commenta Emanuele Conte, presidente Fondazione Luzzati Teatro della Tosse. «Il nostro teatro, attraverso una macchina del tempo senza tempo, solleva questioni, dubbi e domande, evitando la ricerca demagogica di facili risposte. Ci sarebbe voluto il Palazzo Ducale intero per una esposizione che raccontasse mezzo secolo di attivita. Con la mostra del 2015 per l'ottantesimo compleanno di Tonino e quella del centenario dalla nascita di Emanuele Luzzati nel 2021 abbiamo raccontato tanto della Tosse dei primi trent'anni, erano loro la Tosse. E gli ultimi venti? Eccoli qui, nella bella mostra curata da Bonfiglio, Aronne e Rinaldi. Attraverso un percorso cronologico cerchiamo di raccontare un'identità artistica, a partire dalla genesi, l'humus della Genova anni Sessanta e Settanta del Novecento, da cui la Tosse ha preso vita, in una città incredibilmente vivace anche dal punto di vista artistico, oltre che industriale e commerciale. Le origini, la Tosse prima della Tosse e gli ultimi vent'anni diventano un viaggio immersivo in cui scorrono spettacoli nati in casa e i grandi ospiti da tutti il mondo, perfino dall'ltalia. E a chiudere questo viaggio, in una stanza tutta sua, Padre Ubù, il nostro santino; un nume tutelare simbolo di ironia, libertà e anarchia, che rende da sempre questo Teatro una voce libera e indipendente».

«Come curatori della mostra, abbiamo deciso di raccontare la storia della Tosse concentrandoci sulla sua caratteristica peculiare di realtà in continuo movimento, che non si lascia afferrare perché ha ancora tanto da dire. Attraverso le immagini degli spettacoli che hanno segnato in modo significativo il percorso artistico degli ultimi vent'anni, disposti in ordine cronologico, saremo testimoni di una incessante metamorfosi. Due cose, però, non sono mai cambiate: la continua ricerca di un teatro di contaminazione e la voglia di confrontarsi con i grandi temi che riguardano l'essere umano rifiutando le risposte facili. Ad accompagnare questa carrellata di immagini troveremo costumi, oggetti di scena e frammenti di scenografie. La selezione non è stata fatta seguendo semplici criteri estetici. / costumi e gli oggetti proposti sono in grado di parlare da soli, anche al di fuori della messa in scena, perché la Tosse è anche e soprattutto un teatro del fare, uno dei pochi che crea ancora da sé costumi, attrezzeria e scenografie. Al centro della sala principale, su due ledwall che garantiscono un'esperienza immersiva, potremmo vedere alcune tra le maggiori produzioni e ospitalità nazionali e internazionali di prosa e danza. Testimonianze di un'offerta artistica eterogenea che nel corso degli anni ha ampliato il respiro del teatro, confermandone il ruolo di animatore culturale, a vocazione internazionale, nel cuore della città. Una delle due stanze attigue è dedicata alla storia dalle origini al nuovo millennio, con foto, video, locandine, disegni e bozzetti raramente esposti al pubblico. L'altra è una vera immersione nel mondo ubuesco, tra memorabilia, maschere, disegni e costumi accompagnati dalle voci di padre e madre Ubù, compagni di viaggio della Tosse da ancor prima che la
Tosse nascesse. Tre sezioni, tre modi diversi di raccontare la stessa storia, quella di un teatro e delle sue mutazioni, un teatro che cambia ma che è, da sempre, il Teatro della Città, spiegano Alessio Aronne e Giovanni Paolo Bonfiglio.

«È stato emozionante aver potuto lanciare un colpo d'occhio, uno sguardo d'insieme - anche se dall'alto del nuovo millennio, necessariamente da lontano - a quei tre temibili e formidabili decenni che separano il 1945 e il 1975, l'anno in cui viene fondato il Teatro della Tosse, che abbiamo preso come termini per questa sezione della mostra. La lontananza ci ha permesso infatti di notare temi che ricorrono, l'avanzare e il ritrarsi di fenomeni, di tendenze, di figure. I gruppi di giovani artisti che, come una marea decennale, si formano alla ricerca di un nuovo modo di fare teatro, di trovare una via che sia capace di realizzare ciò che il nuovo tempo sembra richiedere loro, ad esempio. La lunga onda della partecipazione ai momenti di una drammaturgia che vada oltre l'intrattenimento, che spende immaginazione ed energie per portare l'azione della scena lontano dal centro, vicino ai cittadini o in luoghi in cui il teatro non è mai arrivato», spiega Pier Paolo Rinaldi, curatore sezione Dalle origini al nuovo millennio.

«L'altrettanto lunga onda del teatro pensato per i ragazzi, che raggiunge i suoi nuovi spettatori nelle province, nelle scuole, nelle palestre e li sorprende con momenti collettivi di creazione, con la temporanea possibilità di un mondo altro», continua Rinaldi. «Ogni ondata si spende alla ricerca di un linguaggio formale, prova a contaminare il teatro da quarta parete che ha ricevuto in eredità con il dialetto della letteratura bassa come coi capolavori, con il silenzio del mimo o con la canzone e abbandona sciolgono, il Sistema prova a includerne le figure di spicco e al tempo stesso a tenerle a distanza, e a ogni incrocio, a ogni scambio, ognuno porta con sé nella nuova esperienza un nuovo bagaglio di semi, di talee, di contaminazioni. Qualcuno di questi giovani artisti riesce a superare scogli e secche e a diventare un maestro, alcune vite si spezzano troppo presto, di altri si perde la traccia. Ma anche un'arte per sua natura effimera come quella del teatro lascia dei segni, alcuni dei quali abbiamo qui raccolto, tra le fotografie, che ne sono il documento visivo, e i testi che in quei giorni l'hanno accompagnata».

«Cinquant'anni del Teatro della Tosse significano cinquant'anni in cui Genova ha saputo riconoscersi in un luogo capace di trasformare l'immaginazione in visione condivisa. Questa mostra ricorda e ribadisce con forza quanto la Tosse non sia mai stata solamente un teatro, ma un'officina di linguaggi ed un presidio culturale che ha abitato e rigenerato spazı, quartieri, comunità. Fin dalla sua nascita, con l'intuizione di artisti di valore assoluto come Tonino Conte ed Emanuele Luzzati, ha scelto la strada più difficile: quella della sperimentazione, della libertà artistica, della curiosità come metodo.
Oggi celebriamo più di un anniversario o un traguardo, ma una promessa rinnovata. La promessa che la cultura continui a essere motore di crescita, di coesione e di sviluppo per la città. Come assessore, e come genovese, considero la Tosse un patrimonio vivo, un luogo che ci insegna che il futuro si costruisce solo se abbiamo il coraggio di guardarlo con occhi nuovi. A questo teatro, alla sua storia e a chi la rende possibile ogni giorno, va la gratitudine di tutta la nostra Genova, commenta Giacomo Montanari, assessore alla Cultura e alla Valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della città
Comune di Genova.

«Il Teatro della Tosse è un'istituzione simbolo di Genova e della Liguria, un luogo caro a migliaia di cittadini e a intere generazioni di appassionati. Cinquant'anni sono un traguardo prezioso: con questa mostra il Teatro sceglie di aprirsi ancora di più e di raccontare la propria storia, intrecciando passato, presente e anche futuro. Gli elementi che ne hanno reso possibile la crescita e la continuità, infatti, diventano la base per nuovi decenni di successo, alimentati dall'amore per la scena e dalla ricerca della bellezza attraverso il teatro. Regione Liguria continuerà a sostenere questa realtà cosi importante, non solo con il contributo agli spettacoli e alle rassegne, ma anche attraverso interventi strutturali come quelli che, negli ultimi due anni, hanno interessato il Teatro di Sant'Agostino e sono stati finanziati dai Fondi regionali per quasi due milioni di euro, dichiara Simona Ferro, assessore Cultura e Spettacolo Regione Liguria.

La direzione artistica è di Emanuele Conte, a cura di Paolo Giovanni Bonfiglio e Alessio Aronne, il curatore sezione Dalle origini al nuovo millennio è Pier Paolo Rinaldi, la produzione di Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse su progetto esecutivo dell'architetto Glovanni Guerrieri, in collaborazione per contenuti e didascalie della sezione Dalle origini al nuovo millennio e Stanza della Patafisica con Maria De Barbieri.

Il progetto video è di Bruno Desole, l'allestimento Ubù Rap di Matteo Di Blasi, direzione e organizzazione di Amedeo Romeo e direzione tecnica Roberto D'Aversa.

Il reparto tecnico è a cura di Daniela De Blasio, Matteo Selis e Renza Tarantino, responsabile grafico Andrea Corbetta
relazioni esterne, service Show Technologies, fotografie Donato Aquaro, Giorgio Bergami / Publifoto, Rosanna Calò, Luca Del Pia, Tommaso Le Pera, Giulia Lenzi, Valentina Molinelli, Ranieri, Alberto Rizzerio e Beppe Veruggio, video di Eva Castellucci, Andrea Corbetta, Bruno Desole, Lucio Fiorentino, Fanis Karagiorgos, Johann Krebin, Giulia Lenzi, Lele Marcoja
Papafotiou, Luca Riccio, Daniele Salaris, Alex Spattini, Wim Vandekeybus, Ederson Xavier e Matteo Zingirian.


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