Torinodanza Festival 2017: il programma

IntrodansHansGerrits

Torino, 20/04/2017.

La conferenza stampa di presentazione della prossima edizione di Torinodanza è stata anche l’ultima di Gigi Cristoforetti, storico direttore del festival, che lascerà il posto ad Anna Cremonini. Un lungo e commovente applauso della platea lo ha salutato al termine dell’incontro.

«Qui – ha spiegato Cristoforetti – c’è la danza danzata, che soddisfa il nostro pubblico. Quest’anno il rapporto tra Torinodanza e la città e con tutti coloro che seguono e sostengono il festival è particolarmente significativo, è infatti un momento di passaggio verso una nuova direzione e progettualità». La nuova direttrice, che ha assistito alla presentazione seduta in prima fila, eredita una macchina culturale che si è affermata in tutta Europa, portando il nome della città di Torino ai vertici della danza nazionale e internazionale.

Si comincia il prossimo 12 settembre per chiudere, poi, il primo dicembre. Ma veniamo ai numeri: 24 spettacoli, 28 rappresentazioni, 9 prime nazionali e assolute, 4 coproduzioni, 15 compagnie ospitate da ben 7 nazioni (spicca, tra queste, il Burkina Faso).

L’inaugurazione è un incrocio tra classico e moderno, con Roméo et Juliette di Angelin Preljocaj, riadattato in un clima di guerra nel quale le due famiglie sono divise da un muro. Un mondo raccontato attraverso la danza, con un linguaggio scarno ma poderoso (Teatro Regio, 12 e 13 settembre, ore 21).

Il 16 settembre, invece, al Teatro Gobetti arriva Von della Compagnia Stalker (ore 19). Lo spettacolo, ideato e realizzato da Daniele Albanese, indaga la trasformazione dell’energia e della sua metamorfosi.

La stessa sera, ma a partire dalle 21, il Teatro Carignano ospiterà una serata di gala in collaborazione con MiTo Settembre Musica, durante la quale sarà assegnato il premio di critica Danza&Danza, storica rivista fondata a Milano nel 1986.

Ma il variegato programma di Torinodanza è un viaggio attraverso il mondo, che porta fino in Africa. Nella cultura africana tradizionale, musica, danza e teatro sono inserparabili, ed è per questo che Serge Aimé Coulibaly ha messo in piedi uno spettacolo ambientato in uno spazio aperto all’incontro, alla riflessione e alla ricerca sulla coreografia contemporanea. Si tratta di Kalakuta Republik, progetto che nasce dalla musica del celebre musicista e attivista nigeriano Fela Kuti, scomparso nel ’97. Kuti influenza ancora oggi la cultura musicale africana e dal suo immenso desiderio di libertà scaturisce l’opera di Coulibaly (Fonderie Limone, 6-7 ottobre, ore 20.45).

«Grazie al nostro lavoro di squadra siamo riusciti a costruire tante cose», ha commentato Mario Martone, direttore artistico del Teatro Stabile di Torino che, da poco, ha annunciato che non rinnoverà il proprio incarico, in scadenza il 1° gennaio 2018. «Abbiamo posto attenzione alla qualità – ha proseguito Martone – curando il dialogo tra teatro e danza, perché si tratta, in entrambi i casi, di questioni collettive».

«Nel mondo della danza – ha aggiunto Filippo Fonsatti, direttore del Teatro Stabile, che organizza Torinodanza – Torino è un punto di riferimento e Torinodanza contribuisce a rendere attrattivo questo territorio, anche per gli investitori». È notizia recentissima, peraltro, che questo festival ha ottenuto un finanziamento europeo nel campo dell’innovazione, e riceverà un contributo di due milioni di euro nei prossimi tre anni.

Nel programma, come di consueto, si incontrano nuove produzioni e opere più datate, affinché sia sempre presente una commissione tra novità e tradizione e anche perché, come ha suggerito Cristoforetti «i giovani hanno il diritto di non aver visto delle cose, perciò attingiamo dal repertorio».

In calendario ci sono anche La parade moderne con la fanfara Apejs di Chambéry (Teatro Carignano, 17 settembre, ore 16), Nuit di Nicolas Mathis, Julien Clément e Remi Darbois (Teatro Juvarra, dall’11 al 15 ottobre, 20.45) e To Be Banned from Rome di Annamaria Ajmone e Alberto Ricca (Lavanderia a Vapore, 26 ottobre, ore 21.30).

Di Paolo Morelli

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