Cars 3, Lou e Coco: i nuovi film Pixar

Magazine, 19/06/2017.

Anche quest’anno la Pixar non ha mancato il suo appuntamento al Festival Internazionale del Cinema d’Animazione di Annecy presentando Coco, Lou e Cars 3.

A parlare di Coco, sul palco, la produttrice Darla Anderson e il co-regista Adrian Molina. Del film, ancora in fase di post produzione, sono stati mostrati alcuni spezzoni che danno un’idea generale della storia, dei personaggi e degli ambienti ricreati. Come sottolineato da Molina, il film, di grande intrattenimento, presenta aspetti emozionali molto forti, legati al significato di famiglia e al legame coi propri morti.

Miguel è un bambino cresciuto in una famiglia matriarcale messicana, la cui tradizionale occupazione è la fabbricazione di scarpe e, soprattutto, un viscerale odio per la musica. Dopo essere stata abbandonata da un musicista, la trisavola di Miguel ha dichiarato guerra alla musica. Miguel scopre che il suo trisavolo non è altri che il suo mito, il musicista Ernesto De La Cruz. Nel giorno dei morti, tradizionale festività messicana in cui si rende omaggio ai propri cari defunti, Miguel si intrufola nel mausoleo dedicato a Ernesto. Suonando la chitarra del musicista Miguel viene catapultato nel mondo dei morti. L’unico modo per tornare indietro è ottenere la benedizione di un suo familiare entro l’alba, peccato che nel mondo dei morti tutti i parenti siano condizionati dall’avversità per la musica dettata dalla trisavola che vorrebbe vincolare Miguel alla promessa di abbandonare per sempre la musica. Riuscirà Miguel a tornare nel mondo dei vivi senza dover rinunciare alla sua passione?

Come tradizione, per realizzare il film è immergersi al meglio nelle atmosfere gli artisti della Pixar hanno passato diversi periodi in Messico per scoprirne le tradizioni legate alla famiglia, al culto dei morti e alla musica. Il risultato è un film caleidoscopio in cui il mondo dei morti è un posto coloratissimo e affollato. Unica grande pecca, ricordare terribilmente un film della concorrenza, Il Libro della Vita (J.R. Gutierrez, 2014)! Il film uscirà in America il 22 novembre .

Il secondo film presentato è Lou – Lost and Found, cortometraggio presentato dal regista, Dave Mullins, e dalla produttrice, Dana Murray.

Lou è un mostriciattolo che vive nella scatola degli oggetti smarriti di una scuola, la cui principale attività è recuperare gli oggetti persi dai bambini durante la ricreazione, nel pieno anonimato. Ma quando Lou vede il bullo JJ seminare il panico tra gli altri bambini, decide di dargli una lezione, insegnandogli a relazionarsi al meglio con gli altri. Il regista spiega al pubblico di Annecy come sono nati i personaggi e in particolare il loro design: Lou è composto degli stessi oggetti persi e ritrovati nella scatola, due palle da baseball come occhi e una felpa rossa come corpo, ma anche molle, racchette e guantoni che compongono un’anatomia in continua mutazione a seconda delle azioni che deve compiere il personaggio. JJ, il bullo, è stato disegnato per essere funzionale sia nella parte del cattivo sia in quella del redento, quindi un duro dai lineamenti teneri presi in prestito da uno dei personaggi secondari di Inside Out!, così come capita per molti dei bambini del cortile in parte ripescati dalla stessa pellicola e da Alla ricerca di Dory: scelta dettata anche dall’inconsueto numero di personaggi presenti nel corto. Di tutta la presentazione della Pixar, questo cortometraggio rimane il fiore all’occhiello, un racconto breve, ma intenso e dal finale emotivamente coinvolgente, che fa riflettere sulla “solitudine” dei bulli e l’importanza di essere accettati.

Lou uscirà nelle sale italiane il 14 settembre in testa a Cars 3.

La mattinata si è conclusa con la proiezione in anteprima di Cars 3 ( B. Fee, 2017). Saetta McQueen vede la sua fama di campione affossata da nuove generazioni di motori ruggenti. In seguito ad un disastroso incidente e ravvisando l’imminente fine della sua carriera, Saetta non vuole demordere senza un ultimo disperato tentativo di rivalsa e si affida ad una giovane coach, sua fan, Cruz Ramirez.

Il film sembra andare oltre la parentesi del secondo episodio e riprendere lo spirito del capostipite della serie riproponendo le dinamiche alievo/maestro viste tra Saetta e Doc Hudson Hornet in un percorso di accettazione del cambiamento e autodeterminazione nel perseguire nuovi modi di raggiungere la felicità.

Confesso che le aspettative su questo film erano inferiori, forse proprio per il pregiudizio generato dal primo sequel, decisamente di livello inferiore rispetto agli altri capitoli. Invece il film mi ha colpito e mi è piaciuto, dimostrando, come già nella serie dei Toy Story, ancora una volta, che la dote principale della Pixar è quella di anteporre alla tecnologia, usata in modo superbo, il piacere del racconto.

Di Alessandro Castellano

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