Dylan Dog e Dampyr: in edicola il primo crossover tra gli eroi Bonelli

Magazine, 31/07/2017.

Nell'editoria a fumetti, il termine crossover si riferisce a una storia in più parti, distribuite su collane diverse, che vede agire insieme personaggi che normalmente agiscono separati. Simile, ma diverso, il team-up, che indica gli incontri su un albo Speciale, una specie di terra franca dove nessuno è ospite, nessuno padrone di casa.

La Bonelli, con il suo parterre de roi, ha spesso visto i suoi eroi incontrarsi scegliendo sempre le opportunità offerte dal team-up.

Celebre il doppio incontro tra Dylan Dog e Martin Mistere, due albi memorabili nei quali Alfredo Castelli e Tiziano Sclavi si sono divertiti parecchio ad intrecciare i loro personaggi mettendo ai pennelli un Giovanni Freghieri maestoso.

Da quel incontro tanti, ma non tantissimi, i sodalizi eroici: Dylan e Ken Parker, Dragonero e Zagor, Mister No e Martin Mistere, lo stesso Martin, entrato di forza nel canone ufficiale dell’Agente Alfa, e Nathan Never.

L’ultimo in termini temporali è  stato quello dello Speciale 2016 di Brendon, nel quale Claudio Chiaverotti, con ai pennelli ancora Freghieri, faceva incrociare Morgan Lost, il suo cacciatore di serial killer daltonico, con Brendon, il cavaliere di ventura più tormentato e crepuscolare della Nuova Inghilterra.

Nel 2014 il primo Team Up globale. Il Color Fest n°12 ha raccolto in un unico spazio gli incontri di Dylan Dog e Martin Mistere, Mister No, Napoleone e Nathan Never.

Mai un Cross Over. Mai una storia che coinvolgesse due testate e che organizzasse un incontro tra lettori in modo tanto diretto. Mai. Fino ad oggi.

Con l’albo #371 di Dylan Dog infatti arriva in edicola, il 28 Luglio, la prima parte di quello che probabilmente una delle storie sulle quali gli amanti dell’horror a fumetti hanno fantasticato da tempo: il cross over con Dampyr, che avrà il suo epilogo pochi giorni dopo, il 3 Agosto, sulle pagine di Dampyr #209.

Per l’incontro tra Dylan e Harlan la Bonelli ha deciso di percorrere una strada di sperimentazione fin dall’esordio in edicola. Per la prima volta infatti i due albi andranno in edicola con due copertine ciascuno, quattro in tutto. È la prima volta di una variant – anzi due – sarò in edicola e non in fiera. Cavenago ed Enea Riboldi infatti hanno realizzato in due doppie copertine quello che Recchioni e Boselli hanno fatto con la storia e Bruno Brindisi e Daniele Bigliardo con i disegni.

Sei artisti per due albi che non deludono, anzi, gettano basi importanti per le storie future di entrambi. Nella storia, letta in anteprima, non convergono sono gli elementi essenziali dei due personaggi, ma i due sceneggiatori aggiungono qualcosa in più.

Il crossover, scritto a due mani, è ben orchestrato e sebbene sia inevitabile notare la differenza di penna, qualche forzatura finalizzata a fare incontrare lettori che spesso si sfiorano soltanto, appare allo stesso modo evidente come tanto Recchioni quanto Boselli abbiano voluto omaggiare il proprio ospite facendo entrambi.

Paradossalmente c’è molto Dampyr nell’albo di Dylan e tantissimo Dylan Dog in quello di Dampyr, tanto che Boselli non solo si diverte a mettere in scena un ottimo scambio di battute tra Tesla, la vampira pards del Dampyr, e Dylan ma è soprattutto con Groucho che il curatore di Tex, da sempre alle prese con pards dal carattere granitico, si diverte maggiormente, accennando persino a qualcosa che sottolinea come la spalla di Dylan non vada affatto sottovalutata, neppure da un maestro della notte, aggiungendo così un ulteriore pezzo agli indizi sparsi da tempo dagli autori. La trama raccoglie il meglio dalle due testate.

Un maestro della notte arriva a Londra con il suo branco di non-morti e Dampyr è sulle sue tracce, mentre a Dylan tocca di trovarsi al posto sbagliato al momento sbagliato. L’apertura in una discoteca colma di vampiri, resa magnificamente dal tratto di Bruno Brindisi, risulta essere un ottimo omaggio a Devilman con rimandi al tarantiniano Dal Tramonto all’Alba.

Nell’albo di Dampyr Boselli non dimentica la mitologia celtica a cui ha attinto a piene mani per strutturare il suo figlio-di-vampiro offrendo al lettore anche il Dampyr medioevale. Nel complesso, a dimostrazione di quanto i due si siano divertiti, è l’interazione tra i cinque protagonisti ad esser stata resa in modo eccellente.

I comprimari offrono spazi narrativi che il protagonista non può offrire, Recchioni e Boselli lo sanno bene, e ne hanno saputo approfittare al meglio. Kurjak e Groucho si dimostrano essere due personaggi che ben si prestano all’incontro. La follia del sosia del fratello Marx contagia l’ex soldato, combattuto tra voglia di sparargli – un delitto comunque meno grave della Brexit, dice – e una non meglio precisata forma di rispetto.

La storia ben si inserisce nella continuità della serie a confermare che la scelta del crossover in luogo di un tradizionale team-up è stata onorata. Se per Dylan tale aspetto vien dato dall’utilizzo di alcuni personaggi definiti con cura, per Dampyr il discorso è più complesso.

L’ammazza vampiri di Boselli ha fatto della serrata continuità elemento distintivo forte e la collocazione di una storia altrimenti fuori dal comune, era elemento decisivo per rendere credibile la lettura tanto, e soprattutto, ad un lettore nuovo quanto ad un veterano.

Recchioni da parte sua si diverte a disseminare indizi che probabilmente troveranno posto in storie future, come ad esempio l’accenno all’origine dei proiettili della pistola di Dylan. Partendo da questo, ben si comprende come entrambi gli autori abbiamo scelto di affiancare ai protagonisti anche le loro nemesi.

John Ghost e Lord Marsden hanno entrambi un ruolo importante, affinità e differenze vengino sottolineate giocando con le assonanze tra i due che, al netto di poteri demoniaci e arroganza dei soldi, non sono atro che concorrenti sul piano economico.

Il villains di turno poi, il Maestro Lodbrok,  riesce a fare emergere tanto il senso del dovere rispetto alla missione che definisce Harlan quanto l’empatia di Dylan Dog. 

Eccellenti le ombre per la Londra di Dylan, ben calibrate le forme date all’isola dove si giunge all’epilogo. Nella sostanza, nel leggere dell'incontro tra due personaggi che hanno posti distinti nelle librerie di casa, si corre il rischio di avere l'effetto che fa quando proviamo a presentare gli amici della città con quelli del mare.

L’azzardo è quello di trovare in entrambi i gruppi difetti inattesi o trovarsi ad essere su un crocevia tra realtà distanti. Solo e spaesato. Questo il rischio più grande al quale un’operazione di questo tipo si esponeva, ma non è stato questo il caso. Subito dopo averli presentati infatti, e dopo un inevitabile diffidenza iniziale, i due vanno parecchio d'accordo aprendo addirittura alla possibilità di un nuovo incontro.

Il crossover tra il cacciatore di vampiri e l’indagatore dell’incubo potrebbe essere il primo passo verso vere e proprie feste a fumetti nelle quali, sotto la guida dell’avventura, anche le storie più improbabili possano prendere forma, come quella volta in cui, si esagera, Tex è corso in aiuto di Nathan Never in un inedito incontro tra il western di Sergio Leone e la fantascienza di Ridley Scott.

Di Francesco Cascione

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