Genova nascosta: 5 storie e leggende che avvolgono i vicoli

skykermit, flickr.com

Genova, 28/04/2018.

Tra le numerose piazzette, i caruggi e i vicoletti del centro storico di Genova, il più grande d’Europa, si nascondono un’infinità di storie e leggende inaspettate, spesso sconosciute agli stessi genovesi, che rendono Genova ancora più misteriosa e pittoresca di quanto non sia già per sua natura. Tra fantasmi di epoche remote e amori perduti, il fascino della leggenda si intreccia con la verità storica, lasciando alcuni luoghi impregnati di un’aurea unica, capace di restituire ad angoli di mondo apparentemente privi di significato, il loro valore originale e simbolico.

In questa guida alla Genova più misteriosa, riportiamo solo 5 delle straordinarie storie del suo centro storico, come punto di partenza all’esplorazione attenta della Superba per cogliere i suoi innumerevoli segreti, nascosti tra una colonna e una pietra a inciampo, tra un palazzo e una targa.

Il fantasma di Piazza Vacchero

In piazza Vacchero troviamo, dove un tempo sorgeva il Palazzo Vacchero, la colonna infame, in memoria del nobile scellerato Giulio Cesare Vacchero, condannato a morte per aver tramato contro la Repubblica di Genova, come narra la targa sulla sua cima. I discendenti di Vacchero, per nascondere la colonna infame, costruirono un’imponente fontana nella quale, nelle notti in cui i raggi della luna ne toccano il porfido, si narra si possa assistere a orrende visioni. Non da meno sono le apparizioni del fantasma dello scelleratissimo Vacchero che, come testimoniato da numerosi abitanti della zona, si aggira senza pace attorno alla colonna infame.

La leggenda del melograno

Al civico numero 2 di piazza Campetto, ovvero Palazzo del Melograno, si narra che, più di 400 anni fa, un seme di melograno si posò tra il balcone del primo piano e il frontone del portone d’ingresso del palazzo e qui trovò le condizioni per crescere, diventando un albero che fiorisce ancora oggi. La leggenda vuole che finché l’albero di melograno fiorirà, Genova potrà prosperare e viceversa, quando l’albero morirà, la stessa sorte toccherà alla Superba.

La storia di Piazza dell’Amor Perfetto

Tra via degli Orefici e vico delle Vigne, nel cuore del centro storico, si trova Piazza dell’Amore Perfetto, che prende il suo nome dalla leggenda di un perfetto e poi sfortunatissimo amore: nel 1500, tra Luigi XII, sovrano di Francia in visita a Genova, e Tommasina Spinola, nobildonna genovese, scoppiò un colpo di fulmine che diede vita a un amore platonico e puro. Tornato Luigi in patria, giunse la notizia, falsa, della sua morte all’amata Tommasina che ne morì di dolore. Al ritorno di Luigi a Genova e alla notizia della morte della sua amata, il sovrano si rivolse disperato alle finestre della piazza sussurrando sarebbe potuto essere un amore perfetto.

I prigionieri di Campo Pisano

La piazza di Campo Pisano, in prossimità di piazza Sarzano e del sestiere del molo, fu edificata intorno al 1200 e decorata con risseu (ciottoli marini decorativi) bianchi e blu. Qui, in questo angolo di paradiso genovese, furono rinchiusi, morirono e furono seppelliti, i prigionieri pisani della battaglia della Meloria. Si narra che le loro anime siano ancora nella zona e che, nelle notti di tempesta, possano essere avvistate, in catene, risalire la scalinata che dal Molo porta a Campo Pisano.

La pietra in Via San Pietro della Porta

In via San Pietro della Porta, nei vicoli adiacenti il Porto di Genova, si trova un’antica lapide muraria raffigurante un vescovo con accanto due cigni, simbolo del popolo ligure. La leggenda narra del re ligure Cigno che, disperato per la perdita dell’amata, venne trasformato per pietà in cigno dagli dei. Il figlio del re, Cupavo, decise di onorare il padre ornando il suo elmo con le piume dell’animale.

Se anche voi, passeggiando tra i vicoli tortuosi di questa città curiosa, vi imbatteste in una curiosità, un mistero o - perché no- un fantasma, raccontacelo a redazione@mentelocale.it

Di Barbara Cosimo

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