Storie di miniera: spettacolo itinerante alla Miniera di Gambatesa

De La Tour

Genova, 25/07/2017.

Della Miniera di Gambatesa avevo già sentito parlare anni fa, quando mia figlia era andata a visitarla durante una gita scolastica. La miniera di Gambatesa, che si trova in val Graveglia, in pieno entroterra di Lavagna e in particolare nel Comune di Ne, ha poi avuto alterne vicende ed è anche rimasta chiusa per un certo periodo. È stata riaperta nel dicembre del 2016 ed è ora possibile prenotare visite guidate in ogni periodo dell’anno.

Quello che però ha attirato la mia attenzione è stato lo spettacolo itinerante Storie di miniera, che si svolge fuori e dentro la struttura nel periodo estivo, grazie alla disponibilità della società Ski-Mine. Lo spettacolo va in scena il sabato fino al 16 settembre 2017 alle 18 e alle 19.30 (le ultime 2 repliche saranno sabato 9 settembre e sabato 16 settembre; la miniera di Gambatesa è aperta tutti i giorni anche per le normali visite guidate; è sempre consigliata la prenotazione, dato il numero limitato di accessi per ogni visita. Per info e prenotazioni: storiediminiera@gmail.com, oppure 347 8640678).

Ho contattato Fabio Fiori, ideatore, regista e attore dello spettacolo, che con la sua gentilezza e professionalità mi ha immediatamente convinto. Coinvolti un paio di amici, e dopo aver prenotato (il trenino porta soltanto 25 persone a spettacolo e lo spettacolo è quasi sempre sold out), siamo partiti alla volta di Ne. Si esce al casello di Lavagna e poi si prosegue fino alla deviazione per la val Graveglia: in 20 minuti si arriva alla miniera di Gambatesa, che è sempre ben segnalata.

Dal parcheggio gratuito si inizia a entrare nello spirito della miniera, con la scalinata di 132 gradini che vi porta all’ingresso della galleria. Sulla terrazza del piccolo bar (dotato anche di pulitissimi servizi igienici) il panorama sulla valle e l’aria fresca dei boschi circostanti danno una sensazione di pace e serenità. Gli attori danno vita a una fusione in cui non si capisce mai se stanno parlando con voi in quanto guide o se stanno recitando la loro parte; tutto avviene sotto ai vostri occhi e, senza accorgervene, state entrando nella vita della miniera di Gambatesa e delle persone che ne hanno fatto la storia.

Giulia e Caterina, cernitrici che devono riempire i curbin (cesti) con il manganese, sognano storie d’amore, Giorgio e Enrico sono due minatori che portano avanti il loro duro lavoro, ma riescono anche a scherzarci su; poi ci sono il ruvido direttore della miniera e Giovanni Cofferata, colui che con la sua testardaggine salverà la miniera e il lavoro di tutta la valle. Veniamo dotati di caschetto antinfortunistica e saliamo sui microscopici vagoni del trenino. Il percorso nella strettissima galleria dura circa 8 minuti (percorriamo più o meno 1 km a bordo del trenino ). Anticamente quella strada che taglia la montagna veniva affrontata a piedi , mentre sui binari scorrevano soltanto i carrelli con il materiale di scavo. Prima di salire sul trenino copritevi bene, perché la temperatura all’interno della miniera è di 14 gradi.

Le scene, come piccole porte che si aprono improvvisamente sul passato, si susseguono prima fuori e poi dentro la miniera. I protagonisti raccontano storie realmente accadute. A recitare insieme a Fabio Fiori ci sono Giulia Capurro, Eugenia De Grossi, Fabrizio Arena, Roberto Dal Ben e Luca Di Franco. Claudia Araimo è l'assistente allo spettacolo. Al termine della visita faccio una chiacchierata con Fabio, che mi racconta come l’idea di questo spettacolo gli sia venuta improvvisamente una mattina di marzo. Era arrivato per caso alla miniera e, non avendo prenotato la visita, non era riuscito a entrare. Aveva però acquistato un libricino che ne raccontava la storia e si era innamorato di quel mondo. Era poi tornato alla miniera per visitarla, per poi decidere improvvisamente di dar vita a uno spettacolo per raccontarne la storia.

Terminato lo spettacolo, vi consiglio di andare a cena in uno dei tre ristoranti convenzionati con lo spettacolo, che si possono raggiungere in macchina dalla miniera in poco tempo. Noi abbiamo scelto l’Agriturismo Villa Rosa, ad Arzeno. La signora che ci ha accolto, gentilissima nonostante il nostro ritardo, ci ha fatti accomodare in una deliziosa veranda con le pareti in legno e le tende bianche a disegni azzurri. Abbiamo mangiato un vassoio di antipasti deliziosi (cavolo ripieno, formaggio con composta di peperoni e insaccati vari), per poi affrontare una portata gigantesca di gnocchi di patate e verdure conditi con un sugo di panna, speck e funghi. Non paghi, abbiamo anche ordinato carne e patate cotte nella pentola di coccio e, per finire, torta alle pesche e crostata, il tutto innaffiato da una bottiglia di buon vino rosso. E vi assicuro che dopo la visita alla miniera si ha proprio voglia di mangiare tanto e bene.

Di Cristina Torriano

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