Antibiotico resistenza, Coop lancia la campagna Alleviamo la salute

Contenuto in collaborazione con Coop.

Genova, 20/06/2017.

Per contrastare l'antibiotico resistenza Coop lancia la campagna Alleviamo la salute. Una filiera controllata che parte dal benessere degli animali negli allevamenti e finisce sugli scaffali, dove arriva una nuova linea di prodotti a marchio Coop da animali allevati senza uso di antibiotici. Origine è il nome che contraddistinguerà questi prodotti. A partire da pollo e uova - già sugli scaffali - proseguendo, a step, con bovini, suini e insaccati. Per un'operazione che vede coinvolti oltre 1600 allevamenti.

Ma partiamo dall'inizio, e cioè dall'antibiotico resistenza, per capire il perché di una scelta: «L'antibiotico resistenza - spiega il dottor Claudio Viscioli, direttore Clinica Malattie Infettive San Martino e Università di Genova e presidente Società Italiana Terapia Antinfettiva - è un fenomeno nato con gli antibiotici, che ricordiamoci sono stati prodotti per la prima volta nel 1945. Nel corso degli anni - argomenta Viscioli- a causa del nostro abuso o cattivo uso, alcuni batteri hanno imparato a sviluppare meccanismi che li rendono immuni all'attività degli antibiotici. Da qui l'importanza di usarli meglio, essendo un'arma preziosa da non sprecare e di cui non abusare». Anche nella medicina veterinaria e agricola: «Perché,senza saperlo, noi possiamo assumere antibiotici attraverso il cibo, e se li assumiamo in questo modo li prendiamo a dosi bassi, le preferite dai batteri, i quali non muoiono, ma imparano a resistere».

«Una delle due cause dell'antibiotico resistenza - osserva Maura Latini,direttore generale della gestione Coop Italia - è l'uso indiscriminato nelle filiere produttive della carne. Si tratta di un settore su cui potevamo fare molto e quindi era un dovere, per un'impresa cooperativa come Coop, occuparci della riduzione del loro uso nella nostra filiera. Con la nostra azione - aggiunge - non solo miglioreremo la qualità dei nostri prodotti, ma daremo un input molto chiaro all'economia produttiva del nostro Paese».

«Questo è il risultato di un impegno iniziato diversi anni fa - aggiunge Claudio Mazzini, responsabile del settore Freschissimi Coop Italia - avviando un diverso modo di allevare gli animali, cercando i migliori allevatori e le migliori pratiche di allevamento. Il tutto per ridurre e se possibile azzerare l'utilizzo di antibiotici. Il che non vuol dire che se un animale sta male non va curato: certamente va curato, ma non diventerà a marchio Coop».

Migliorare le condizioni di vita degli animali, però, non vuol dire allevamenti non intensivi: «Gli allevamenti dovranno necessariamente rimanere intensivi se vogliamo garantire proteine animali per tutti a prezzi ragionevoli -argomenta Latini -;l'eliminazione è un'utopia. Ma gli allevamenti intensivi non sono tutti uguali; la qualità della gestione può fare la differenza», conclude. E per verificare che tutte le regole vengano rispettate: «Dallo scorso gennaio abbiamo iniziato a installare, lungo tutto la filiera, telecamere a circuito chiuso per verificare la gestione degli allevamenti», fa sapere Mazzini.

Un altro passo di Coop, che quest'anno ha chiuso l’esercizio con un utile di 23,5 milioni di Euro e ha garantito a soci e consumatori oltre 88 milioni di Euro di sconti, incrementando del 48,9 per cento quelli riservati esclusivamente ai soci.

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Genova e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter