Nell'ambito del progetto Manon Manon Manon del Teatro Regio, giovedì 17 ottobre alle ore 19 il Regio presenterà Manon Lescaut di Daniel-François-Esprit Aubert su libretto di Eugène Scribe, in scena per 5 recite fino a domenica 27 ottobre, dirige il maestro Guillaume Tourniaire, che debutta al Teatro Regio. Carriera in brillante ascesa, Tourniaire è nato in Provenza, ha studiato pianoforte e direzione d’orchestra al Conservatorio di Ginevra e ha vinto il primo premio al concorso pianistico Gabriel Fauré. Straordinaria profondità ed esperienza nel repertorio operistico uniti alla passione per la musica rara ne fanno uno dei direttori più ricercati al mondo. Dal 2012 è direttore artistico dell’Ensemble Vocal Lausanne. Protagonisti della produzione saranno: Rocío Pérez (Manon Lescaut), Armando Noguera (Il marchese d’Hérigny), Francesco Salvadori (Lescaut), Sébastien Guèze (Des Grieux) e Manuela Custer (Madame Bancelin). Nei ruoli dei protagonisti si alterneranno Marie-Eve Munger (Manon Lescaut), Gurgen Buveyan (Il marchese d’Hérigny) e Marco Ciaponi (Des Grieux). Tra gli anni Trenta e Cinquanta dell’Ottocento, Daniel Auber e il drammaturgo Eugène Scribe furono i veri campioni del teatro parigino dell’Opéra-Comique. Il segreto del loro successo? Drammi in cui i protagonisti affrontano difficoltà di gravità crescente districandosi tra incredibili colpi di scena, abbinati a partiture caratterizzate dalla leggerezza e dalle melodie irresistibili. Tra i loro successi più duraturi c’è Manon Lescaut del 1856, ispirata al romanzo dell’abate Prévost. Gli aspetti pruriginosi della vicenda non erano certo adatti a un grande teatro di metà Ottocento, frequentato da famiglie perbene, quindi Scribe trasformò Manon in una ragazza frivola, sinceramente innamorata di Des Grieux ma così sfortunata da trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. L’opera e il romanzo coincidono solo nel finale, in cui la protagonista, condannata all’esilio, muore di stenti nel deserto: mai prima di allora un lavoro per l’Opéra-Comique aveva avuto una così tragica conclusione.
Tra gli anni Trenta e Cinquanta dell’Ottocento, Daniel Auber e il drammaturgo Eugène Scribe furono i veri campioni del teatro parigino dell’Opéra-Comique. Il segreto del loro successo? Drammi in cui i protagonisti affrontano difficoltà di gravità crescente districandosi tra incredibili colpi di scena, abbinati a partiture caratterizzate dalla leggerezza e dalle melodie irresistibili. Tra i loro successi più duraturi c’è Manon Lescaut del 1856, ispirata al romanzo dell’abate Prévost.
Gli aspetti pruriginosi della vicenda non erano certo adatti a un grande teatro di metà Ottocento, frequentato da famiglie perbene, quindi Scribe trasformò Manon in una ragazza frivola, sinceramente innamorata di Des Grieux ma così sfortunata da trovarsi sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. La parte di Manon è ideata per un soprano di coloratura che può esprimere tutta la sua bravura in «C’est l’histoire amoureuse», nota come l’aria dell’“éclat de rire” perché è punteggiata di risate squillanti. L’opera e il romanzo coincido- no solo nel finale, in cui la protagonista, condannata all’esilio, muore di stenti nel deserto: mai prima di allora un lavoro per l’Opéra-Comique aveva avuto una così tragica conclusione.