Giacomo Poretti, dopo il Covid spettacoli su 3 ruote: «il Teatro Oscar gira Milano su un'Apecar»

Milano, 20/06/2020.

Associare Giacomo Poretti a un'Apecar farà venire in mente a molti una scena del film Così è la vita di Aldo Giovanni e Giacomo, in cui il trio, sul cassone del tre ruote, sfreccia tra gli Appennini. «Momenti bellissimi», ricorda Giacomo, «eravamo a Campo Imperatore, vicino all'Aquila, e purtroppo sono passati molti anni». Ma c'è un'altra Apecar nel destino di Giacomo: quella che nell'estate 2020, a partire dal 25 giugno e fino a settembre, è al centro al festival itinerante Moto Teatro Oscar, ideato da Giacomo Poretti insieme agli amici e colleghi Gabriele Allevi e Luca Doninelli. I tre, dallo scorso autunno, hanno preso in gestione il Teatro Oscar di Milano.

Dopo mesi di chiusura forzata, per il settore dello spettacolo dal vivo è uno dei momenti più critici di sempre. «Ma anche quest'estate si può fare qualcosina», racconta Giacomo: «a noi è venuta l'idea di portare l'Apecar in giro per Milano e utilizzare il cassone come palcoscenico su cui i monologhisti presentano i loro spettacoli. Un'idea minimale per affrontare questo periodo difficile». Il cartellone del progetto deSidera al Teatro Oscar riparte dunque su tre ruote, toccando diversi luoghi della città: la maggior parte delle serate si divide tra i Chiostri di Sant'Eustorgio (biglietti a 20 euro, comprensivi di spettacolo, aperitivo al Chiostro Bistrot e visita alle mostre Inge Morath. La vita. La fotografia e Gauguin Matisse Chagall. La Passione nell’arte francese dai Musei Vaticani al Museo Diocesano in orario 18.00-22.00; prenotazione obbligatoria al 340 8414436) e nel giardino della Triennale, nell'ambito di Triennale Estate 2020 (biglietti a 5 euro; prenotazione non obbligatoria); ma sono previsti anche spettacoli a ingresso gratuito nel cortile del Teatro Oscar, nel quartiere di Calviarate, e in altre location in via di definizione.

A inaugurare questo teatro mobile e piccolissimo è, il 25 giugno, lo stesso Giacomo Poretti ai Chiostri di Sant'Eustorgio con il monologo N.O.F.4 dedicato alla storia tragicomica del pittore e graffitista Oreste Fernando Nannetti recluso per anni in un ospedale psichiatrico. Tra i nomi in cartellone (qui il programma con date e orari aggiornati di Moto Teatro Oscar) segnaliamo poi Arianna Scommegna, Valter Malosti, Carlo Decio, Federica Fracassi, Maurizio Donadoni, Gaia Nanni, in un'alternanza continua di toni leggeri e spettacoli impegnati, tra grandi classici e teatro contemporaneo.

Ovviamente la rassegna si svolge nel rispetto delle norme di sicurezza anti Covid-19. «Gli spettacoli sono a numero chiuso con posti a sedere distanziati», spiega Giacomo: «sono previste circa 120 sedie nei Chiostri di Sant'Eustorgio e 300 nel giardino della Triennale». Parlando di Covid-19 Giacomo non rimane indifferente, dato che lui stesso questa primavera ha contratto il virus. «Era il 7 marzo, all'inizio del lockdown, quando sia io che mia moglie ci siamo ammalati», racconta: «è stato un periodo molto difficile e per fortuna abbiamo avuto solo la febbre senza sintomi respiratori. Dopo un mese abbiamo fatto il test e siamo finalmente risultati negativi».

«Ora sto bene», si lascia andare Giacomo, ma il pensiero di quei giorni è ancora vivo, così come la preoccupazione per un settore - quello dello spettacolo dal vivo - che ha un futuro pieno di incognite. «Al Teatro Oscar stiamo lavorando per la prossima stagione e a ottobre saremo pronti a ripartire», spiega, con l'auspicio di un rapido ritorno alla normalità: «la speranza è che si riapra al più presto, per lo meno con minori limitazioni rispetto ad ora, ma la verità è che si vive nell'incertezza e nessuno in questo momento può sapere quale sarà il futuro del teatro. Lo stesso discorso vale anche per il cinema». A proposito di cinema, chissà se Giacomo Poretti, da cinefilo quale è, si è già fiondato in sala a vedere un film dopo mesi di astinenza? «Non ancora, ma penso di andarci presto: sicuramente sceglierò un'arena estiva all'aperto, magari proprio quella di AriAnteo nel giardino della Triennale».

Di Luca Giarola

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