Montale e Quasimodo: due poeti per due Nobel, mostra

Kasa dei Libri Cerca sulla mappa
DA Giovedì13Giugno2024
A Venerdì28Giugno2024

Il primo dei due a ottenere il premio Nobel, nel 1959, è Quasimodo che, stando al titolo dell’Espresso che racconta la vicenda, In Svezia piace perfino ai calciatori. La copia del settimanale che si trova in mostra, insieme ad altri articoli e saggi, è già una indicazione del diverso sentire intorno ai due poeti: un’empatia più viscerale e più trasversale del pubblico verso Quasimodo e un riconoscimento più convinto del mondo intellettuale e accademico per Montale. L’anno del poeta genovese è invece il 1975. Dopo l’annuncio arrivato via telefono da Stoccolma, Montale commenta così: Dovrei dire cose solenni, immagino. Mi viene un dubbio: nella vita trionfano gli imbecilli. Lo sono anch’io?. A proposito del Nobel, tra gli altri, è esposto il volume Con Montale a Stoccolma, dove Domenico Porzio - dirigente editoriale e critico letterario - ricostruisce quelle giornate con un diario di Svezia con prologo a Milano, tra aneddoti e fotografie del dietro le quinte.

Prima di arrivare al Nobel c’è ovviamente per entrambi un ricco percorso che in mostra viene documentato con le principali raccolte di poesia in rima edizione, da Ossi di seppia alle Occasioni di Montale (pubblicate rispettivamente da Gobetti e da Einaudi), da La vita non è un sogno a Il falso e il vero verde di Quasimodo, uscite nella collana Lo specchio di Mondadori. Le sezioni dedicate alla poesia sono, com’è naturale, le più corpose, con delle vere e proprie chicche come bozze manoscritte di Una risposta e La terra impareggiabile, tra le più famose poesie di Salvatore Quasimodo: righe tormentate, piene di correzioni, di rifacimenti, di cancellature, alla ricerca della forma perfetta, ma forse, chissà, di una serenità e di una pace con gli altri che non sono di questo mondo, nemmeno di quello letterario.

Pure nutrita è la schiera di volumi con le traduzioni in lingua estera, alcune pubblicate prima dei rispettivi Nobel, traduzioni uscite in tutte le lingue più diffuse, inglese, francese, tedesco ma anche nelle più inaspettate, una su tutte la raccolta in macedone delle più note poesie montaliane. Con tanto di dedica. Oltre ad essere stati tradotti, entrambi i poeti si sono cimentati in prima persona in questo campo: tra un T. S. Eliot tradotto da Montale sta uno Shakespeare di Quasimodo, passando per una preziosa edizione con traduzione del poeta siciliano di episodi scelti dell’Iliade e 26 tavole originali di Giorgio De Chirico.

Continua la lettura

oppure

vai alla pagina precedente

Argomenti trattati

Newsletter EventiResta aggiornato su tutti gli eventi a Milano e dintorni, iscriviti gratis alla newsletter