Dal 14 al 28 giugno 2024 presso la Kasa dei Libri di Milano (largo De Benedetti 4) è aperta al pubblico la mostra Montale e Quasimodo: due poeti per due Nobel.
Due poeti e non due qualunque: Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo, baluardi della poesia italiana del Novecento, protagonisti di tutte le antologie scolastiche dove compaiono sempre uno diseguito all’altro, i rispettivi ritratti fotografici a portata di un solo sfoglio di pagina, Meriggiare pallido e assorto di qua, Ed è subito sera di là in una ideale continuità ormai consolidata nell’immaginario collettivo.
Tuttavia, l’accoppiata è abbastanza inedita. Due poeti pressocché coetanei che compongono i loro versi nello stesso periodo storico ma verso il quale hanno atteggiamenti diversi: Quasimodo assume una posizione più marcatamente politica, soprattutto dopo la guerra, mentre Montale -anch’egli antifascista, cacciato dalla direzione del Gabinetto Vieusseux di Firenze per aver rifiutato diprendere la tessera del partito - all’impegno esplicito preferisce la poesia dell’introspezione e delle Occasioni, quelle che l’uomo non ha saputo cogliere. Per di più non si può dire che fossero amici: si sono frequentati e incontrati negli ambienti letterari milanesi - entrambi con la sigaretta perennemente accesa - ma le cronache e i racconti di chi c’era lasciano intendere che i due non si siano per niente amati. Lo stesso vale per i lettori: chi da una parte e chi dall’altra.
La Kasa dei Libri conserva di entrambi meravigliosi volumi, tra prime edizioni rare e rarissime, libri con dedica, traduzioni e anche bozze manoscritte delle poesie.
Il primo dei due a ottenere il premio Nobel, nel 1959, è Quasimodo che, stando al titolo dell’Espresso che racconta la vicenda, In Svezia piace perfino ai calciatori. La copia del settimanale che si trova in mostra, insieme ad altri articoli e saggi, è già una indicazione del diverso sentire intorno ai due poeti: un’empatia più viscerale e più trasversale del pubblico verso Quasimodo e un riconoscimento più convinto del mondo intellettuale e accademico per Montale. L’anno del poeta genovese è invece il 1975. Dopo l’annuncio arrivato via telefono da Stoccolma, Montale commenta così: Dovrei dire cose solenni, immagino. Mi viene un dubbio: nella vita trionfano gli imbecilli. Lo sono anch’io?. A proposito del Nobel, tra gli altri, è esposto il volume Con Montale a Stoccolma, dove Domenico Porzio - dirigente editoriale e critico letterario - ricostruisce quelle giornate con un diario di Svezia con prologo a Milano, tra aneddoti e fotografie del dietro le quinte.
Prima di arrivare al Nobel c’è ovviamente per entrambi un ricco percorso che in mostra viene documentato con le principali raccolte di poesia in rima edizione, da Ossi di seppia alle Occasioni di Montale (pubblicate rispettivamente da Gobetti e da Einaudi), da La vita non è un sogno a Il falso e il vero verde di Quasimodo, uscite nella collana Lo specchio di Mondadori. Le sezioni dedicate alla poesia sono, com’è naturale, le più corpose, con delle vere e proprie chicche come bozze manoscritte di Una risposta e La terra impareggiabile, tra le più famose poesie di Salvatore Quasimodo: righe tormentate, piene di correzioni, di rifacimenti, di cancellature, alla ricerca della forma perfetta, ma forse, chissà, di una serenità e di una pace con gli altri che non sono di questo mondo, nemmeno di quello letterario.
Pure nutrita è la schiera di volumi con le traduzioni in lingua estera, alcune pubblicate prima dei rispettivi Nobel, traduzioni uscite in tutte le lingue più diffuse, inglese, francese, tedesco ma anche nelle più inaspettate, una su tutte la raccolta in macedone delle più note poesie montaliane. Con tanto di dedica. Oltre ad essere stati tradotti, entrambi i poeti si sono cimentati in prima persona in questo campo: tra un T. S. Eliot tradotto da Montale sta uno Shakespeare di Quasimodo, passando per una preziosa edizione con traduzione del poeta siciliano di episodi scelti dell’Iliade e 26 tavole originali di Giorgio De Chirico.
Di volumi illustrati, in mostra ce ne sono altri e decisamente godibili, esposti in una sezione che vuole documentare Quasimodo in veste di editore e curatore. Per esempio, poesie di Petrarca con tavole di Carlo Carrà e di lirici minori dal XIII al XIV secolo affidati alla mano di Arturo Martini. Fanno poi capolino numerosi volumi con dedica, che costellano qua e là le varie sezioni, e che vedono protagonisti personaggi come Giorgio Bassani, Piero Bigongiari e tanti altri scrittori e intellettuali che hanno incrociato la vita dei due poeti.
Per chiudere il cerchio, idealmente al centro enel bel mezzo della sala, Lettere a Quasimodo, pubblicazione a cura di Sebastiano Grasso con una cinquantina di lettere allora inedite di Montale a Quasimodo, che aiutano a far luce sul contrastato rapporto di amicizia/rivalità tra i due. Quantomeno, permettono di ricostruire i rapporti di circa un decennio, dal 1930 al 1938, che coinvolge non solo i due poeti ma anche tanti altri nomi della scena letteraria del tempo.
L'inaugurazione è fissata per le ore 18.00 di giovedì 13 giugno. La mostra è poi visitabile a ingresso gratuito in orario 15.00-19.00 dal lunedì al venerdì, fino a venerdì 28 giugno. Per info 02 66989018.