Genova, demolizione della Diga di Begato: progetto, tempistiche e ricollocamento famiglie

Bbruno, wikipedia

Genova, 05/03/2019.

Si chiama Restart Begato il progetto di Regione Liguria, Comune di Genova e Arte per la riqualifica e la rinascita del quartiere Diamante di Begato, in Valpolcevera. È la parola restart a indicare la strada giusta: rigenerare, ripensare al quartiere, come azzerare una saga cinematografica per ricominciare da capo. Nel mondo del cinema lo chiamano reboot, mentre Genova la rinascita coincide con la demolizione dall'aprile 2020 del complesso di edilizia residenziale pubblica, noto come la Diga Begato, e la conseguente ricollocazione di circa 400 nuclei familiari in altre case pubbliche nei vari quartieri genovesi, che comicia dal giugno 2019 con i primi 30 nuclei.

Al posto della diga, ecco sorgere alcuni appartamenti di nuova concezione, a basso impatto energetico. L'intera operazione richiede 4 anni di lavoro, per un investimento di 27milioni di euro, tra fondi del Ministero, Comune di Genova e Regione Liguria.

«Lo studio di fattibilità sulla Diga di Begato partito a settembre 2017 - spiega l’amministratore unico di Arte Genova Girolamo Cotena - ha fornito risultati piuttosto esaustivi: oggi, un appartamento della Diga messo a nuovo, vale 25mila euro. La diga, nella sua totalità vale 4 milioni di euro. Avevamo pensato di investire 18 milioni per il recupero del complesso, ma l'operazione non avrebbe prodotto valore. E poi la qualità della struttura in sè non offre assicurazioni per i prossimi 30 o 40 anni. La soluzione più logica è, dunque, quella della demolizione della struttura, che riguarda tutta la Diga rossa e parte di quella bianca, lasciando in piedi i 37 alloggi del civico 11. Più delicata è la questione della ricollocazione dei 402 nuclei familiari che abitavano la Diga: questa seconda parte del progetto dovrebbe richiedere 12 mesi».

Questo, in estrema sintesi, il progetto di rinascita del quartiere Diamante, che si aggiunge ai lavori di restyling dei campi da calcio a Begato, conclusi da poco. Ecco ora alcuni dettagli sul progetto per abbattere la Diga: tutto comincia ad aprile 2019, con un laboratorio di ascolto nella sede dei comitati o Paladiamante, dove Comune e Arte attiveranno un laboratorio per individuare la migliore ricollocazione dei nuclei familiari. Ad oggi, si prevedono 440 alloggi dove ricollocare le famiglie, tra Begato, Sestri Ponente, Molassana, Marassi, Quarto, Oregina-Lagaccio, Centro Storico e Voltri-Pra.

A luglio 2019 le prime procedure di demolizione della Diga, il recupero alloggi e l'avvio delle procedure di ricollocazione, che terminano a marzo 2020. Ad aprile 2020 è ufficilamente aperto il cantiere. La demolizione riguarda 486 alloggi in totale, con il recupero del civico 11 di via Cechov. Si tratta di una demolizione meccanica, senza microcariche, per garantire sicurezza, viabilità e mitigare i disagi. Al posto dell'enome Diga Begato sorgono 70 nuovi alloggi innovativi, mediante la tecnica costruttiva CasaArte. Sono riqualificate le aree verdi, le aree parcheggio, e valorizzate le strutture pubbliche di servizio. La nuova urbanizzazione, a lavori ultimati, vede la luce a marzo del 2021.

«La demolizione della Diga Begato cambia la concezione dell'edilizia pubblica che, per troppi anni, ha caratterizzato lo sviluppo delle nostre città, creando quartieri grandi e abitati, dove la qualità di vita del cittadino non era però al primo posto - spiega l’assessore regionale all’Edilizia, Marco Scajola - Ora la qualità della vita torna al centro della progettazione urbanistica ed edilizia».

«Vogliamo che la gestione dell'edilizia popolare avvenga in maniera diversa, nell'ottica di un'integrazione completa sul territorio - racconta il Sindaco di Genova Marco Bucci - La demolizione della Diga Begato rappresenta un'opportunità per tutti i residenti: sia che decidano di andare a vivere altrove, sia che decidano di rimanere a Begato, verrà a loro consegnato un quartiere migliore in cui vivere».

Di Fabio Liguori

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