Nell’omaggio che il FEF tributa alla drammaturga e regista Fabiana Iacozzili, dopo Il grande vuoto, arriva a Genova la nuova produzione dell’artista romana: Oltre. Il lavoro prende le mosse da un terribile fatto di cronaca: il 13 ottobre 1972, il volo 571 dell’aeronautica militare uruguaiana si schiantò sulle Ande con quarantacinque persone a bordo. Sull’aereo c’erano i membri di una squadra di rugby, con amici e familiari, che avrebbero dovuto giocare a Santiago del Cile. Allo schianto sopravvissero in ventinove e dopo settantadue giorni solo sedici di loro furono salvati dai soccorsi. I corpi dei cadaveri furono utilizzati dai superstiti per nutrirsi e continuare a vivere.
Affidandosi al linguaggio del teatro di figura, con dei puppets da corpo, marionette a grandezza naturale progettati da Paola Villani, la regista afferma: «La storia del disastro è stata raccontata più volte, e l’accento è stato dato all’antropofagia, al momento in cui degli esseri umani hanno scelto di cibarsi dei corpi dei loro compagni. Ma quel che ci interessa è il pensiero, condiviso dal gruppo di sopravvissuti, che nell’antropofagia si sarebbe raggiunta, unitamente alla loro sopravvivenza, anche quella dei loro amici, che avrebbero continuato a vivere in loro, attraverso e dentro i loro corpi. In questo atto estremo del cannibalismo si può vedere, in controluce, un atto sacro di comunione».
Lo spazio scenico è stato concepito come una grande spianata di neve immersa nella tempesta, al centro della quale troneggia la fusoliera spezzata. Ma il lavoro è spinto a un livello di lettura poetica della storia, in una dimensione spirituale di cui la vicenda è intrisa. A dare spessore al lavoro – come nei precedenti progetti – l’incontro con i sopravvissuti e con i parenti di chi non è riuscito a tornare, in una raccolta di materiali e interviste.