Mercoledì 12 novembre 2025, alle ore 17, l'Auditorium dell'Acquario di Genova ospita un nuovo Mercoledì scienza degli Amici dell'Acquario, nell'ambito del ciclo di incontri Intrecci di scienza. Patrizia Bagnerini, professore associato di Analisi numerica presso l'Università di Genova - DIME, interviene sul tema Basilico spaziale? La sfida della coltivazione di vegetali nello spazio.
La coltivazione di vegetali nello spazio, sulle stazioni spaziali commerciali in costruzione o sulla Luna con le missioni Artemis, è una grande sfida. L'obiettivo non è soltanto la produzione di cibo fresco per l'alimentazione degli astronauti, ma soprattutto l'interesse da parte di centri di ricerca e industrie di sperimentare la coltivazione in microgravità. Esistono esperimenti promettenti in cui semi portati sulla Stazione Spaziale Internazionale e successivamente seminati sulla Terra hanno generato piante più resistenti ad alcuni patogeni. È un campo pionieristico dove, in una serra della NASA formata da un unico ripiano chiamata Veggie, gli astronauti sono riusciti a coltivare con successo diverse piante, tra cui insalata e peperoni.
Space V (dove V sta per Vegetables) è uno spinoff dell'Università di Genova, di cui uno dei soci è il primo astronauta italiano Franco Malerba, che sviluppa una serra adattiva verticale, chiamata Adaptive Vertical Farm, per la coltivazione di vegetali nello spazio. Si tratta di una serra a ripiani sovrapposti in cui la posizione dei ripiani non è fissa, ma si adatta progressivamente in modo automatico all’altezza delle piante contenute al suo interno. Questo grazie a un sistema meccatronico che, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale, gestisce e ottimizza il movimento dei ripiani in base al preciso livello di sviluppo delle piante in ogni fase del loro ciclo di crescita. Programmando opportunamente la scelta delle piante, il momento della loro semina e raccolta, si riesce a sfruttare ottimamente tutto il volume disponibile della serra. In questo modo è possibile raddoppiare circa il numero di ripiani coltivabili rispetto a una serra a ripiani fissi di pari volume, raddoppiando di conseguenza la resa produttiva.
Space V ha costruito un primo prototipo di serra adattiva spaziale composto da tre ripiani di coltivazione, presentato all’International Astronautical Congress IAC 2024 (la manifestazione più grande del settore spaziale) e a Euroflora 2025, e ha ottenuto un finanziamento dell’Agenzia Spaziale Italiana per uno studio di fattibilità della serra adattiva in collaborazione con Altec (una delle principali aziende italiane per l’aerospazio). L'Italia, leader mondiale nel settore alimentare, potrà diventare anche protagonista nella produzione di cibo nello spazio? In tal caso, tra le prime piante che verranno coltivate, oltre ai microgreen (ortaggi raccolti nelle prime fasi del loro sviluppo e caratterizzati da grandi concentrazioni di nutrienti), ci sarà sicuramente il basilico.
Patrizia Bagnerini è socio fondatore di Space V e professore associato di Analisi numerica presso l’Università di Genova. La sua attività di ricerca si concentra sull'integrazione della parte più applicativa della matematica con diverse discipline, quali controllo ottimo, reti neurali e intelligenza artificiale applicate a sistemi a parametri distribuiti e algoritmi di ottimizzazione. È autore di articoli scientifici riguardanti la coltivazione nello spazio tramite la serra verticale adattiva.
Gli incontri degli Amici sono realizzati in collaborazione con Acquario di Genova-Costa Edutainment, Università di Genova, Fondazione Acquario e con il patrocinio della Regione Liguria. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Per informazioni: tel. 010 2345279-323, amici@costaedutainment.it; sito Amici Acquario Genova.