Luca Bizzarri regista di Puntata zero, al Politeama Genovese

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Genova, 26/01/2017.

«È già un successo. 4.000 persone hanno il biglietto e abbiamo dovuto aggiungere una quinta replica: domenica pomeriggio, 29 gennaio, alle ore 18».
Sono le parole entusiaste di Danilo Staiti, direttore artistico del Teatro Politeama Genovese, alla vigilia del debutto di una nuova produzione del teatro: Puntata zero. Uno spettacolo dedicato alla comicità di ieri e di oggi interpretato da Maurizio Lastrico, Antonio Ornano, Enzo Paci, Alessandro Bianchi, Michelangelo Pulci e Pippo Lamberti e di cui cura la regia Luca Bizzarri. Lo spettacolo è in scena dal 26 al 29 gennaio.

Negli ultimi anni il Politeama ha prodotto tutti gli spettacoli di Luca e Paolo e, nel 2014, la reunion dei Cavalli Marci. Proprio da quest'ultimo successo è nato un pourparler tra Staiti e Pippo Lamberti. «Ci è venuto in mente di mettere insieme le star genovesi dei comici - spiega Staiti - cercando di puntare al top, e mischiando l'eredità dei Cavalli Marci con nuove leve che riscuotono successo in città e a livello nazionale. Fin dall'inizio però non volevamo fare uno spettacolo di cabaret con sei interpreti, ma ci siamo detti: proviamo a farli interagire, a farli lavorare su un copione vero e proprio. Ovviamente, prendendoci dei rischi rispetto ai meccanismi della risata ad ogni battuta e non puntando solo sul repertorio dei singoli».

Quindi dobbiamo aspettarci che i sei comici lavorino su un vero e proprio testo con una trama? «Non parlerei proprio di trama. Il legame è basato su un gruppo di sciamannati che vorrebbero fare una loro trasmissione TV, mettendoci dentro quanto fatto fino a oggi e quanto si potrebbe fare. L'apertura non a caso è su una di quelle vecchie sigle dei programmi Rai di un tempo. Loro sono tutti lì, seduti sul palco e fanno una chiacchierata sulla TV di una volta. Però, com'era bella la TV di un tempo! E: Ma se era bella, rifacciamola! Ci sono poi molti momenti puramente teatrali, che in un pezzo di cabaret non si potrebbero tirare fuori, con questo gruppo possiamo permettercelo perché sono attori prima che comici».

La produzione era già in cantiere da un po', annunciata ufficialmente con la presentazione del cartellone 2016-2017, era già andata in scena in una prima versione lo scorso maggio 2016. Ora però dopo la generale di ieri sera, tutto è pronto. Sul testo ci dà qualche ragguaglio in più su modalità e contenuti proprio Pippo Lamberti: «Ci siamo immaginati un gruppo di perditempo che non sanno benissimo che tipo di trasmissione fare e quindi finiscono per farle un po' tutte. Al testo abbiamo lavorato con Antonio Ornano e questa idea del programma Tv un po' strampalato è diventato il contenitore. La scena sembra uno studio TV dismesso o forse un magazzino, lì ci facciamo la nostra TV. Poi, due mesi fa è arrivato Luca (Bizzarri, ndr) e questo ha dato la quadra al lavoro. Lui è arrivato fresco e ci ha offerto un occhio esterno, limando anche i testi, soprattutto per l'apertura e poi sui singoli pezzi. Un lavoro preziosissimo».

Lamberti è musicista e uno dei Cavalli Marci, per cui inevitabilmente «la parte musicale ha un ruolo importante e quel tipo di sapore costruito con gli spettacoli dei Cavalli Marci: ritorna li gioco tra comicità e ritmo». E l'incontro con la nuova generazione? Com'è andata? «Con Ornano e Paci era già un annetto e mezzo che collaboravamo. E poi con Paci eravamo già a Colorado Cafè. Quindi ci siamo trovati subito. Con Lastrico anche: due volte insieme per il capodanno. Quindi il rapporto non era da costruire. Quando l'abbiamo impacchettata sembrava una vecchia formazione». Chi è il rompiscatole del condominio? «Non c'è. I compiti sono precisi e ognuno ci sta dentro, poi c'è quella sana dose di cattiveria per cui ci scagliamo gli uni contro gli altri con una sana dose di ironia. Siamo tutti diversi e con caratteristiche precise, quindi spazi e specificità sono già scritte».

Non uno spettacolo di sketch dunque ma quale tipo di comicità in quello che si legge come una reinterpretazione in parte nostalgica verso la TV anni '70? «Una comicità a raggiera, con il sapore di quelle famose scenette anni '70, ma non rifatte precisamente. A intervallare il tutto, cose molto molto surreali, per toccare tutti i tempi e i modi della comicità con cui siamo cresciuti. Abbiamo cercato di giocare su tanti tavoli, evitando lo scalettone, perché a teatro bisogna raccontare una storia, per questo abbiamo lavorato soprattutto su pezzi corali, i monologhi sono solo 3 (Ornano, Lastrico e Paci). Il grosso è fatto tutti insieme».

A quando dunque la Puntata Uno? «Speriamo di arrivare fino alla 10». Un serial? «Ma, diciamo che da questo lavoro potrebbe anche scaturire un progetto televisivo a caduta». E perché non un serial comico ma teatrale? D'altra parte il serial a teatro sta diventando una realtà. Staiti non esclude di andare avanti. «Per noi produrre è un'opzione anche se non una priorità. L'abbiamo già fatto su progetti che erano nelle nostre corde e che combaciano con le nostre caratteristiche, di sala e di fondi. Diciamo che è un impegno non sistematico che nasce con la casualità di incontri felici, ma non abbiamo niente in contrario, anzi».

Di Laura Santini

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