Non solo tradizione: ecco come l'AI diventerà alleato delle imprese artigiane

Giovane uomo e donna con occhiali protettivi ©Freepik/frimufilms Giovane uomo e donna con occhiali protettivi ©Freepik/frimufilms

Contenuto in collaborazione con CNA Genova

Genova, 04/11/2025.

È l'Intelligenza Artificiale la nuova frontiera della trasformazione digitale. Una rivoluzione che sta ridisegnando il modo di lavorare in ogni settore, anche in quello dell'artigianato. Lo dicono i risultati della ricerca Innovazione Digitale ed Organizzativa nelle imprese artigiane, condotta su 121 aziende del territorio e presentata da CNA Genova. I dati forniti raccontano però anche di un rapporto ancora complicato tra questa tecnologia e il mondo delle imprese artigiane. Approfondiamo il tema con Gabriele Carbone, docente di Ecipa, l'ente di formazione di CNA Genova.

Dal recente report di CNA Genova, emerge che circa il 64% delle imprese artigiane ha una conoscenza ancora limitata dell'IA. Come va interpretato questo dato e da dove bisogna partire per colmare questo divario?

''L'Intelligenza Artificiale non è una tecnologia nuova, esiste da decenni, ma la sua diffusione di massa è esplosa a fine 2022 con l'arrivo di strumenti come ChatGPT. Siamo di fronte a una vera e propria rivoluzione industriale. Tuttavia mentre l'adozione nella vita privata è semplice e immediata, l'integrazione in un contesto aziendale è molto più complessa. Entrano in gioco fattori tecnici cruciali come la gestione dei dati, la privacy e la cybersecurity, difficili da valutare per chi non è del settore. Il divario di conoscenza è quindi un dato naturale in questa fase iniziale, ma non va sottovalutato. Per colmarlo, è fondamentale partire dalla formazione operativa con un forte accento sugli aspetti pratici, per mostrare come queste tecnologie possano essere declinate in ambiti lavorativi concreti''.

Il report indica anche che solo il 18,5% delle imprese ha già integrato soluzioni di IA. Quali sono le principali barriere che oggi frenano l'adozione?

''Le ragioni di questa lenta adozione sono molteplici e interconnesse. In primo luogo, vi è una barriera culturale e di competenze: gli artigiani sono maestri del loro mestiere, non necessariamente esperti di informatica. Questa distanza genera una naturale diffidenza verso tecnologie percepite come complesse e lontane dalla propria quotidianità. A questa si aggiunge la vastità dell'offerta tecnologica. Oggi il mercato è saturo di strumenti e applicazioni di IA e per un imprenditore diventa quasi impossibile orientarsi e capire quale soluzione sia davvero adatta alle proprie esigenze specifiche. Questa incertezza è amplificata dalla difficoltà nel prevedere l'impatto reale dell'investimento. Mentre i costi sono chiari fin da subito, il ritorno economico e i benefici operativi non sono immediatamente quantificabili, rendendo la decisione strategica particolarmente rischiosa. Infine, non va sottovalutata una barriera più strutturale: l'apparato digitale di base di molte microimprese non è ancora avanzato. Molte soluzioni di IA, specialmente le più tecniche, si nutrono dei dati forniti dall'azienda. Se questi dati non sono di qualità o l'infrastruttura per raccoglierli è debole, si rischia di ottenere risultati deludenti o, nel peggiore dei casi, controproducenti''.

Gli artigiani indicano tra i principali benefici attesi dall’IA proprio una maggiore maggiore efficienza operativa (40%) e una riduzione dei costi (36%). Puoi farci qualche esempio concreto di come l'IA può migliorare il lavoro quotidiano di una piccola impresa in questo senso?

''Il mio consiglio è di partire nel piccolo, con investimenti contenuti e benefici facili da misurare. Le applicazioni più immediate e a basso costo, che non richiedono dati pregressi dell'azienda, sono quelle legate ai chatbot. Si può pensare, ad esempio, a una rassegna stampa personalizzata, utilizzando l'IA per ottenere un riassunto quotidiano delle notizie più rilevanti per il proprio settore. Un altro campo di applicazione è la gestione della conoscenza: l'IA può trascrivere e riassumere automaticamente riunioni e corsi di aggiornamento, costruendo un archivio aziendale prezioso. Infine offre un grande supporto al marketing, aiutando a scrivere testi per i social media, a generare immagini o a individuare gli argomenti più interessanti per i propri clienti. Questi piccoli passi permettono di ottenere un impatto positivo e un ritorno misurabile nel breve periodo''.

Oltre la metà delle imprese intervistate (55%) chiede più formazione e aggiornamento sull’IA. In che modo Ecipa sta rispondendo a questa esigenza?

''Con i corsi di Ecipa sulla formazione imprenditoriale ci stiamo muovendo attivamente su più fronti. Attualmente sono già in corso due iniziative principali. La prima è una serie di corsi attivati attraverso il progetto Performa, che vertono sia sull'Intelligenza Artificiale sia sulla Realtà Aumentata, due dei temi più caldi del momento. La seconda, tramite lo strumento di Fondartigianato, ci permette di attivare percorsi di formazione e progettazione personalizzata per accompagnare le singole imprese nell'adozione di queste tecnologie. Questi sono i primi, importanti punti di partenza per chiunque voglia iniziare a comprendere e implementare l'IA nella propria realtà''.

Guardando al futuro, pensi che l'IA diventerà una leva strutturale per la competitività delle imprese artigiane? E quale sarà il ruolo di enti come CNA ed Ecipa in questa transizione?

''Sì, l'IA diventerà un nuovo paradigma. Esattamente come oggi ci si aspetta che ogni azienda abbia una presenza online, in futuro l'uso dell'IA nelle diverse funzioni aziendali diventerà la normalità. La vera domanda non è se ma dove, come e quando utilizzarla, perché la risposta cambia da azienda ad azienda. In questa transizione, il ruolo delle associazioni di categoria come CNA sarà centrale. Avranno il compito di aiutare le imprese a orientarsi in un panorama tecnologico complesso, quasi caotico. Dovranno inoltre rappresentare le esigenze degli artigiani presso gli attori governativi per attivare strumenti di supporto adeguati. La formazione è solo il primo passo; in futuro sarà necessario intervenire sul rinnovo degli apparati tecnologici, sull'aggiornamento delle competenze del personale e sulla pianificazione strategica per un'adozione efficace e sostenibile''.

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