Contro la barbarie. Un nuovo europeismo, seminario con Aldo Schiavone al Ducale

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Giovedì16Ottobre2025
Evento terminato

Giovedì 16 ottobre 2025, dalle ore 10 alle 12 e dalle 15 alle 18, la Sala del Minor Consiglio di Palazzo Ducale di Genova ospita Contro la barbarie: un nuovo europeismo e la nascita di una civiltà planetaria, giornata seminariale con Aldo Schiavone. Nel quadro delle conoscenze e dei saperi della vita pubblica delle nostre società si è aperto un vuoto inquietante, con conseguenze via via più disastrose: la scomparsa dalla scena d’Europa del grande pensiero sull’umano. Quello che aveva formato i più influenti dei gruppi dirigenti e dell’opinione pubblica del vecchio continente e non soltanto.

E la scomparsa si ripercuote sull’intero Occidente, e in particolare sull'America, che sta precipitando lungo una china, fino a poco tempo fa inimmaginabile. Solo una rivoluzione intellettuale e morale dell’intera cultura europea di portata uguale alla trasformazione che stiamo vivendo potrà essere in grado di indirizzare per il meglio il cambiamento in cui siamo immersi. La discussione che si svolgerà parte dai contenuti dei due ultimi libri di Aldo Schiavone: L’Occidente e la nascita di una civiltà planetaria e Occidente senza pensiero.

Partecipano Emanuela Abbatecola, Marco Aime, Ester Armanino, Roberto Celada Ballanti, Gabriele Casano, Andrea Catanzaro, Alessandro Cavalli, Elisabetta Colagrossi, Michele Cozza, Ariel dello Strologo, Bianca Deregibus, Alberto Diaspro, Ilaria Gibelli, Luca Guzzetti, Antonio Nizzoli, Gian Giacomo Migone, Guido Montani, Giovanni Murialdo, Enrico Pedemonte, Carla Peirolero, Luigi Picena, Andrea Pirni, Alessandra Ravizza, Francesco Remotti, Giovanni Ricciardi, Enzo Roppo, Mauro Spotorno, Andrea Torre, Alessandro Verri.

Bozza del manifesto del Laboratorio di geopolitica e geocultura di Genova

Le guerre in corso ai confini vicini e lontani dell’Europa, in Ucraina e nella Striscia di Gaza, le trattative condotte dall’Unione Europea con il Presidente americano Donald Trump sui dazi, hanno messo in luce il preoccupante stato di debolezza dell’istituzione comunitaria. Rispetto al violento attacco del capo della Casa Bianca all’Europa, ha colpito la totale assenza di una reazione. I comportamenti di chi ha la massima responsabilità istituzionale della UE sono apparsi impacciati, dettati da uno stato d’animo di impotenza e subalternità. L’Europa che è rimasta l’ultimo baluardo della democrazia nel mondo non è riuscita a indicare una strategia efficace rispetto a una situazione così pericolosa e complessa. Hanno inevitabilmente preval- so alcuni Stati e la UE è rimasta ai margini. L’obiettivo del riarmo – problema oggi divenuto cruciale - è perseguito in modo confuso e incomprensibile, non è stata colta la storica occa- sione per una discussione ampia e approfondita sulla Difesa comune europea, si è riproposta la frammentazione delle diverse politiche nazionali.

Il sistema politico della UE e dei singoli Stati dell’Unione Europea - e non solo - è profonda- mente in crisi. Non è in grado di determinare una svolta nella direzione di un vero governo europeo sovranazionale, e quindi non può contrastare in modo significativo il progressivo impoverimento della democrazia nei singoli Stati e nell’Unione di questi Stati. Il momento poli- tico che l’Europa sta vivendo richiederebbe una reazione decisa: ma ciò non accade. Si rende perciò necessaria la creazione di altri soggetti che spingano la politica ad assumere posizioni incisive. Deve entrare in gioco un movimento europeo di società civile.

Anche la democrazia dell’Europa è minacciata: la destra postfascista e postnazista ha acquisito in tutti i paesi europei un notevole consenso. Si assiste inoltre, in questa fase storica, alla nascita di un soggetto totalmente inedito, l’alleanza tra gli eredi dei due totalitarismi del Novecento: il nazifascismo e il comunismo reale. Il degrado culturale e morale della politica ha raggiunto livelli inimmaginabili e ciò ha determinato in tutto l’Occidente un sensibile impo- verimento culturale delle nostre società. Un movimento europeo di società civile dovrebbe porsi come fine fondamentale della sua azione la crescita culturale dei popoli, i diversi Paesi della UE dovrebbero condividere progetti di percorsi formativi rivolti naturalmente alle nuove generazioni, ai giovani, ma anche agli adulti e agli anziani. Si potrebbe puntare a dar vita a comunità “educanti” che sappiano connettersi all’Università, ai centri di ricerca, alle scuole e all’associazionismo socio-culturale. Proviamo a dar vita a una rete europea di comunità “edu- canti”, a scambiarci le più alte competenze presenti nei nostri Paesi e a elaborare programmi formativi condivisi, continuando naturalmente a individuare le peculiarità culturali dei diversi Paesi. Abbiamo bisogno di far crescere la nostra conoscenza e la nostra consapevolezza del mondo.

Ecco alcune questioni da cui potremmo partire: 1) le molteplici tensioni imperiali in atto; 2) la guerra, le guerre; 3) la questione israelo-palestinese; 4) i terrorismi nel mondo; 5) la crisi della democrazia; 6) il virus dei nazionalismi; 7) le implicazioni geopolitiche della crisi ambien- tale; 8) la questione femminile; 9) spiritualità e religiosità a confronto: alla ricerca dell’umani- tà; 10) come coinvolgere il sistema formativo.

Dovremo inoltre disvelare il ruolo che i fondi finanziari e la finanziarizzazione dell’economia svolgono nell’evidente processo di ridimensionamento del potere della democrazia; e natural- mente studiare il ruolo delle nuove tecnologie. Dobbiamo infine riconoscere l’inadeguatezza della nostra riflessione sui limiti del nostro sistema democratico e sulla crisi della partecipa- zione dei cittadini al voto e alla vita della politica.

Per maggiori informazioni inviare una mail.

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